GIULIANOVA SERIE D - Rosario Pergolizzi nella scorsa stagione ha allenato la Reggina prima di dimettersi per motivi personali
Che cosa succede quando una piazza in cerca di slancio affida il timone a un tecnico che la Serie C l’ha già conquistata due volte? Succede che l’aria si fa frizzante, lo spogliatoio drizza le antenne e l’intera città giallorossa torna a pensare in verticale. Rosario Pergolizzi è il nuovo allenatore del Giulianova: l’ufficialità è arrivata con il botto, direttamente dalla voce del presidente Alessandro Mucciconi, in diretta televisiva durante «Calcio d’alta quota» su Rete8. Un annuncio da palcoscenico, che apre un capitolo ambizioso e chiude la parentesi del tecnico precedente RobertoCappellacci, sollevato dall’incarico.
UN CURRICULUM CHE PARLA: DUE PROMOZIONI RECENTI Numeri alla mano, il nuovo tecnico del Giulianova arriva con due promozioni in Serie C nel bagaglio. La prima risale al 2020, quando guidò il Palermo al salto di categoria. La seconda è storia fresca di taccuino: Campobasso, 2 stagioni fa, con i Lupi molisani risvegliati e portati in cima al Girone F con una giornata d’anticipo, promozione archiviata il 28 aprile 2024. Domanda retorica: è questo o no l’identikit del «portatore sano» di mentalità vincente? Riguardo alla carriera da giocatore di Pergolizzi impossibile non ricordare il suo esordio in Serie A con il Napoli nella stagione 1987-1988 (con un certo Diego Armando Maradona in organico) e la stagione giocata con l'Ascoli, sempre nella massima serie nel campionato 1991-1992.
LA PARABOLA AL CAMPOBASSO: SUBENTRO, SPRINT, TRAGUARDO C’è un dettaglio che racconta più di mille proclami. Il 11 ottobre 2023, Pergolizzi subentra al Campobasso in Serie D al posto dell’esonerato Andrea Mosconi, quando il campionato è già vivo e la sesta giornata è in archivio. Non c’è tempo per assestarsi, serve subito ritmo. E il ritmo arriva: lavoro corto, testa alta, squadra verticale. Risultato? Girone F in cassaforte con un turno di anticipo e festa promozione il 28 aprile 2024. Tradotto in gergo: entra a partita in corso e cambia l’inerzia, come quei trequartisti che toccano due palloni e spostano la partita.
LA PARENTESI REGGINA E LA SCELTA DI RESPONSABILITÀ Dopo la promozione con il Campobasso, il 13 giugno 2024 la Reggina – altra compagine di Serie D – lo annuncia come nuovo allenatore con decorrenza dal 1º luglio. Il progetto parte, ma in novembre arriva l’imprevisto extracalcio: il 14 novembre Pergolizzi risolve il contratto a causa di gravi e urgenti problemi familiari. È un taglio netto, doloroso ma necessario. Un gesto che dice molto dell’uomo, oltre che del professionista. E ora? Ora si riparte da Giulianova, perché nel pallone la seconda palla – e spesso anche la terza – è sempre lì, pronta per chi ha il fiuto.
LE RADICI DEL MESTIERE: PILLON, OLBIA E LA PRIMAVERA DELL’ASCOLI Prima delle promozioni, c’è stato il cantiere dove si costruiscono gli allenatori. Vice di Giuseppe Pillon ad Ascoli e Bari, Pergolizzi ha respirato panchine importanti, imparando a leggere le partite come si leggono i segnali del vento. La prima esperienza da capo allenatore è stata a Olbia, club in cui aveva iniziato e chiuso la carriera da calciatore: debutto, difficoltà, esonero. Una cicatrice? Sì. Ma anche una lezione. Nell’estate del 2021 l’Ascoli gli affida la Primavera: un laboratorio in cui si modella l’identità, si cura il dettaglio, si cementano principi. Il resto lo raccontano i risultati più recenti.
PERCHÉ IL GIULIANOVA LO HA SCELTO ADESSO La tempistica parla: cambio in corsa, necessità di indirizzare il gruppo, voglia di fare punti e di risalire. Non serve un filosofo, serve un allenatore che sappia fare sintesi, che arrivi, ascolti, tagli il superfluo e porti concretezza. Pergolizzi ha già mostrato di saper girare l’interruttore in spogliatoi che cercavano una scintilla. Volete un indizio? Vincere un girone con un turno di anticipo dopo un subentro all’11 ottobre non è frutto del caso, ma di un metodo: poche parole, principi chiari, responsabilità condivise. Non c’è bisogno di inventare il tiki-taka: basta costruire una squadra che sappia difendersi da squadra e colpire nei momenti che contano.
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