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Eccellenza

Scende dalla Serie C all'Eccellenza per vincere con l'ambizioso club, il fantasista è pronto a essere un leader

Grande colpo della squadra giunta alla fase Nazionale dei play off la scorsa stagione, preso un giocatore di altissimo livello

RIVASAMBA ECCELLENZA - MARCO FIRENZE

RIVASAMBA ECCELLENZA - Marco Firenze, centrocampista offensivo classe 1993, nella scorsa stagione si è diviso tra Potenza e Union Clodiense in Serie C

Domanda da spogliatoio: quanto pesa, in un campionato d’Eccellenza, l’arrivo di un centrocampista offensivo che ha masticato Serie B e Serie C per un decennio? La risposta sta tutta nell’aria frizzante che si respira attorno al Rivasamba: quando un club dilettantistico porta a casa un nome come Marco Firenze, è come infilare un 10 in pagella nel registro della stagione prima ancora di scendere in campo. Il progetto rossoblù della seconda parte dell’annata cambia prospettiva, diventa più ambizioso, più strutturato, più «da grande». E lo fa con una mossa da manuale del calciomercato: operazione curata dal vicepresidente Giuseppe Vicino e dal direttore generale Simone Ameri, che si sono messi al tavolo, hanno gestito i dettagli e hanno convinto il giocatore a sposare la causa del tecnico Marco Corrado. Roba da applausi a scena aperta.



UN COLPO DA CATEGORIA SUPERIORE
Nel campionato di Eccellenza, dove spesso contano gamba, coraggio e organizzazione, l’innesto di un profilo «formato Professionista» vale come un gol pesante al 90’. Marco Firenze è l’acquisto che cambia il passo: centrocampista nato nel 1993 a Genova, torna a calcare i campi dilettantistici con uno zaino pieno di partite vere, palcoscenici caldi e sistemi di gioco masticati da protagonista. Il messaggio della dirigenza è limpido: il Rivasamba vuole alzare la qualità della rosa, alzare il ritmo degli allenamenti e spostare l’asticella della competitività. Perché puntare su un centrocampista così esperto? Perché è nei corridoi centrali che si vincono le partite sporche e si indirizzano quelle pulite. E perché un giocatore abituato a leggere i momenti e a cambiare l’inerzia, in Eccellenza, fa la differenza come un regista che detta il tempo dell’orchestra.

FIRENZE, GENOVESE CLASSE 1993: IL VIAGGIO TRA B E C
Cresciuto all’ombra della Lanterna, Firenze ha mosso i primi passi nella sua Liguria tra Vallesturla, Caperana e Sestri Levante. Le fondamenta sono lì: territorio, appartenenza, pallone vissuto con concretezza. Poi la salita graduale e tosta nel Professionismo, dove per più di 10 anni ha incrociato allenatori, schemi, pressioni e obiettivi tra piazze di tradizione e maglie pesanti. Un curriculum itinerante che è tutto fuorché casuale: Parma, Pistoiese, Crotone, Pro Vercelli, Pontedera, Giacomense, Tuttocuoio, Catanzaro, Siena, Paganese, Venezia, Salernitana, Novara, Padova, Potenza, Messina, Sangiuliano e Clodiense. Una geografia calcistica che dall’Emilia al Piemonte, dalla Toscana alla Calabria, passando per Veneto e Campania, racconta adattabilità e fame, capacità di calarsi in contesti diversi e di stare dentro a partite che bruciano. Non è il semplice «giocatore che scende di categoria»: è un Professionista che porta in dote un alfabeto tattico completo, utile a chi deve crescere e a chi vuole vincere.



UN MEDIANO COMPLETO: EQUILIBRIO, LETTURE E INSERIMENTI
Che cosa porta in campo Firenze? Intanto ordine. È un centrocampista «due fasi», uno che accorcia senza palla e che, appena la squadra riconquista il possesso, sa già dove mettere il pallone per accendere la giocata successiva. Visione di gioco, lettura delle situazioni, gestione dei tempi: sono queste le parole chiave. Nel traffico della mediana può fare il frangiflutti, schermando le linee di passaggio, ma quando c’è da uscire palla al piede non si limita al compitino: alza la testa, trova l’appoggio tra le linee, accorcia la squadra. In Eccellenza questo tipo di profilo è un moltiplicatore: migliora il compagno a due metri e quello a venti, perché fa scelte che semplificano l’esecuzione altrui. E nella metà campo offensiva? Occhio agli inserimenti a fari spenti e ai cambi di fronte intelligenti: basta un tocco pulito per creare superiorità o invitare gli esterni a puntare l’uomo. In pratica, il classico «equilibratore» che trasforma la squadra in un blocco unico, corto e compatto quando difende, verticale e incisivo quando riparte.

LA MANO DELLA SOCIETÀ: STRATEGIA E AMBIZIONE
Quando una trattativa viene gestita direttamente dai vertici, il segnale è duplice: urgenza di alzare il livello e volontà di incidere subito. Giuseppe Vicino e Simone Ameri hanno messo il timbro su un acquisto che va oltre il singolo nome: è un manifesto. Rivasamba vuole stare nella parte alta del tavolo delle big dell’Eccellenza dopo i play off Nazionali raggiunti la scorsa stagione, con la lucidità di chi sa che i dettagli spostano i campionati regionali e con la consapevolezza che l’esperienza si compra una volta, ma si incassa ogni domenica. La seconda parte della stagione, a questo punto, non è soltanto un «proseguo»: diventa una sessione d’esami, con il tecnico Marco Corrado che può contare su un’alternativa in più, anzi su un riferimento, per mescolare carte e intensità.



SPOGLIATOIO, LEADERSHIP, MENTALITÀ: L’EFFETTO CONTAGIO
Il valore di un giocatore non si misura solo in metri percorsi o palloni recuperati, ma nella qualità del silenzio che crea attorno a sé quando le partite diventano lunghe. Firenze porta quella calma operosa che, nei momenti caldi, vale più di una verticalizzazione: guida con l’esempio, batte il tempo della pressione, spiega i perché prima dei cosa. Per i più giovani, avere in campo un compagno con anni di Professionismo addosso significa accelerare l’apprendimento: posture, letture, scelte, gestione dei 5 minuti dopo un gol fatto o subìto. E in allenamento? Il livello si alza da solo: il ritmo cresce, l’attenzione si affila, la soglia dell’errore si abbassa. È il famoso «effetto contagio» di chi ha respirato categorie superiori. La palla adesso passa al campo, unico giudice supremo. Ma quando l’idea è chiara e l’operazione è fatta bene, di solito il pallone conosce la strada.

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