ITALIA UNDER 18 • Thomas Campaniello dell'Empoli e Vincenzo Prisco del Napoli (foto figc.it)
Ma quanto pesa un doppio test a ottobre quando a novembre c’è una vetrina mondiale che ti guarda negli occhi? Tantissimo. Per l’Italia Under 18 di Massimiliano Favo, la trasferta a Vienna non è un’amichevole qualsiasi: è l’ultimo check prima del Mondiale Under 17 in Qatar (3-27 novembre), la rifinitura tattica e mentale di un gruppo che ha già mostrato gamba, idee e carattere. Si gioca all’OFB Campus, contro i pari età dell’Austria, in un doppio confronto che profuma di esame vero: giovedì 9 ottobre alle 17:30 e domenica 12 ottobre alle 11:00. Due fischi d’inizio, zero margini per superficialità: qui si limano dettagli, si assegnano maglie e si misura la temperatura competitiva degli Azzurrini.
LA SCIA BUONA DI SETTEMBRE: TRE PARTITE, ZERO GOL SUBITI Settembre ha lasciato un segno positivo e concreto, mica chiacchiere. In Croazia, l’Italia ha infilato un tris da squadra che sa quello che vuole: 3-0 alla Corea del Sud, 1-0 agli Emirati Arabi Uniti e pareggio a reti bianche contro i padroni di casa croati. Pulizia difensiva da manuale, margine di crescita in costruzione già intravisto e soprattutto quella sensazione di solidità che, a questa età, fa la differenza. Risultati che hanno dato fiducia, certo, ma anche spunti preziosi a Massimiliano Favo per scegliere, valutare, incastrare i pezzi. Perché il Mondiale non è un poster da appendere: è un campo che chiede ritmo, testa e qualità nei momenti che contano.
IL LABORATORIO FAVO: UN GRUPPO 2008 CON DUE 2009 CHE BUSSANO FORTE La lista dei convocati parla chiaro: sono 22 i calciatori chiamati dal commissario tecnico, quasi tutti nati nel 2008, con due eccezioni che fanno rumore. Dentro il 2009 Antonio Arena, attaccante della Roma, e dentro Destiny Onoguekhan Elimoghale, ala della Juventus. Due talenti già pronti a misurarsi con i “più grandi”, due frecce che allargano il ventaglio di soluzioni offensive. Scelta coraggiosa? No, scelta coerente con l’idea di un gruppo che guarda al Mondiale Under 17 come a una vetrina per i 2008 e, in parte, per i 2009 più promettenti. E quando il talento bussa, la porta si apre.
L’ARIA D’EUROPA: QUANDO CRESCERE FUORI FA BENE ANCHE ALL’ITALIA Colpisce, e non poco, la presenza di diversi ragazzi che si stanno formando già in contesti esteri. Laurence Adam Giani veste lo Stoke City, Dauda Amihere Iddrisa è al West Bromwich Albion, Jean-Tryfose Mambuku gioca nello Stade de Reims, Luca Reggiani si sta plasmando al Borussia Dortmund. Quattro strade diverse, un’unica direttrice: il talento italiano non ha più paura di cercare una via internazionale, senza staccare il cordone con il Belpaese. È una dimensione che arricchisce il bagaglio tecnico e culturale dei singoli e che, di riflesso, alza l’asticella competitiva del gruppo. Pressing più intenso? Ritmi più alti? Contatti più duri? Tutto materiale che poi ti ritrovi quando la gara si sporca e servono mestiere e personalità.
IL FILO CHE UNISCE CLUB E NAZIONALE Guardando i club di appartenenza, si intravede una filiera che funziona: Torino, Juventus, Inter, Udinese, Roma, Empoli, Atalanta, Milan, Napoli, Cesena, Vis Pesaro. Vivai che parlano lingue diverse, ma che si ritrovano in Azzurro per un obiettivo condiviso. Favo, dal canto suo, ha in mano un mazzo vario: profili fisici e tecnici, ragazzi abituati a standard elevati di preparazione, altri che portano in dote l’esperienzainternazionale. Non è un dettaglio: quando poi scatta il Mondiale, serve saper cambiare pelle senza perdere l’anima. E allora sotto con Vienna, con la doppia sfida all’OFB Campus: due partite per ribadire chi sei, per correggere ciò che non funziona, per confermare gerarchie e, perché no, per scrivere la prima riga di una storia che in Qatar potrebbe diventare un racconto da ricordare. Domanda finale: pronti a giocare a viso aperto? Gli Azzurrini hanno già infilato gli scarpini.
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