Lutto
09 Ottobre 2025
BOCA JUNIORS • Miguel Angel Russo [credit foto: IG @bocajrs]
La notizia scuote, colpisce, lascia senza fiato. È quella che nessuno avrebbe voluto leggere o ascoltare. A 69 anni è morto Miguel Ángel Russo, tecnico del Boca Juniors e, in realtà, figura simbolo di tutto il calcio sudamericano. Dopo una lunga e coraggiosa lotta, che ha accompagnato fino all’ultimo con la sua più grande passione, la fragile situazione di salute gli ha imposto un limite. Il mondo del fútbol, piange una leggenda del Nuovo Continente.
Russo ha dedicato oltre metà della sua vita alla panchina. Quando a soli 32 anni un infortunio al ginocchio lo costrinse a lasciare il calcio giocato, si immerse subito in un nuovo mestiere: allenare. Da giocatore ha vestito soltanto la maglia dell’Estudiantes, ma da tecnico è stato un autentico giramondo: 16 squadre in 36 anni, dal Lanús all’Estudiantes, dal Rosario Central al Boca, dal Salamanca in Spagna al Colón, dal Vélez al Racing, passando per il Morelia in Messico, i Millonarios in Colombia, l'Alianza Lima, il Cerro Porteño in Paraguay, il San Lorenzo e persino l'Al Nassr in Arabia Saudita. Non arrivò mai a guidare una nazionale, forse perché preferiva il contatto quotidiano con i giocatori.
Il suo esordio da allenatore fu quasi immediato: nel 1989 prese il Lanús in Serie B e lo condusse alla promozione. Ripeté l’impresa nel 1994 con il suo Estudiantes, riportandolo in Serie A con una squadra che lanciò futuri campioni come Palermo e Calderón, o un volto molto nel calcio del Belpaese: Juan Sebastian Verón, ex di Sampdoria, Parma, Lazio e Inter nel solo territorio italiano. Il Rosario Central divenne la sua seconda casa: in cinque cicli diversi, ottenne grandi risultati, fra cui la salvezza in momenti difficili e, soprattutto, il titolo della Copa de la Liga Profesional nel 2023. Non perse mai un clásico rosarino: 12 partite, con 7 vittorie e 5 pareggi.
Il suo nome resterà scolpito soprattutto nella storia del Boca Juniors. Alla sua prima esperienza, nel 2007, conquistò la Copa Libertadores, l’ultima vinta dal club, con Riquelme come leader assoluto. Tornò nel 2020, scelto proprio da Román ormai dirigente, vincendo tre trofei (Superliga, Copa Maradona e Copa Argentina). L’uscita fu brusca e poco elegante, licenziato con una telefonata, ma Russo mantenne sempre classe e silenzio. Questo atteggiamento gli aprì la strada per un terzo ritorno nel 2025, purtroppo interrotto dalla malattia. La stessa, diagnosticatagli nel 2017, quando allenava in Colombia, dove, dopo un primo ciclo di cure e di complicazioni, riuscì comunque a vincere il campionato.
Nella sua terza tappa con il Xeneize è riuscito a partecipare al Mondiale per Club, regalando ai tifosi momenti iconici come il gol di Merentiel al Bayern Monaco o il momentaneo doppio vantaggio con il Benfica. Durante le ultime uscite del Boca, però, la malattia gli aveva impedito di sedersi in panchina. La squadra, sotto il comando tecnico del suo vice Claudio Úbeda, gli aveva dedicato l'ultima vittoria per 5-0 con il Newell's Old Boys. Il quadro clinico di Russo si era aggravato negli ultimi giorni, costringendolo ad un ricovero domiciliare, monitorato dal suo staff medico. Nella notte italiana fra l'8 e il 9 ottobre, la tragica notizia sarebbe prima stata riportata dal giornale Olè e, successivamente, confermata dai familiari.