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Serie A

Milan-Como in Australia, il popolare ex difensore non ha dubbi: «Una mancanza di rispetto per la gente»

Quando la passione si scontra con un viaggio da 13.700 chilometri, sui social dice la sua un opinionista senza peli sulla lingua

MILAN-COMO SERIE A - DANIELE ADANI

Daniele Adani si è espresso sui social sullo spostamento di Milan-Como a Perth, criticando (a ragione) fortemente la scelta

Un match di Serie A, pensato per un pubblico italiano, si trasforma in un’odissea oceanica. Il prossimo Milan-Como non si giocherà in Italia, ma a oltre 13.700 km di distanza, in Australia. Un evento che ha scatenato reazioni forti, in particolare quella di Lele Adani, ex difensore e oggi opinionista, che non ha esitato sui propri canali social a definire la scelta come una delle più «gravi mancanze di rispetto verso la vera essenza del calcio: i tifosi». Il tutto quando invece lo spostamento della partita ha avuto il placet della UEFA, con dichiarazioni di contorno che paiono un esercizio di stile mal riuscito.

IL GRIDO DI ADANI: RISPETTO PER LA GENTE
Adani ha espresso il suo dissenso in modo netto, sottolineando come portare un incontro così importante a Perth rappresenti un affronto verso chi vive quotidianamente il calcio. «Se diciamo che il calcio è della gente – ha detto l'ex difensore sui social – come possiamo giustificare che la squadra amata debba affrontare un viaggio estenuante con un fuso orario così ampio?». Con 13.700 km tra Milano e Perth e un fuso orario che rischia di scombinare abitudini e prestazioni, la decisione appare spinta infatti da ragioni economiche e di presunta modernità, ma a discapito della passione e del rispetto verso i sostenitori. Adani ha anche ricordato come simili concessioni siano già state fatte, citando la partita tra Villarreal e Barcellona a Miami, ma ha definito questa situazione come «deplorevole», riportando anche la presa di posizione di Aleksander Čeferin, presidente della UEFA, che ha acconsentito alla deroga pur definendola una circostanza negativa.

IL BUSINESS CONTRO L'EMOZIONE DEL CALCIO
La decisione della Serie A, con l’avallo della UEFA, di esportare una partita in un continente così lontano rientra in una strategia di internazionalizzazione e guadagno economico. Tuttavia, questa mossa rischia però di allontanare la dimensione più autentica del calcio, quella legata al legame tra squadra e tifosi, fatta di presenza fisica, passione condivisa sugli spalti e radici territoriali.

IL MOTIVO DELLA SCELTA
Se è vero che portare il calcio italiano oltreoceano può ampliare il mercato e intercettare nuovi tifosi in paesi con grande interesse per il calcio, la trasferta australiana del Milan e del Como da un lato apre a orizzonti globali, dall’altro rischia di sacrificare l’identità e la tradizione radicata nel nostro Paese. In conclusione, il caso Milan-Como in Australia incarna un dilemma ormai ricorrente nello sport globale: il confronto tra esigenze economiche e rispetto per le radici e il cuore degli appassionati. Mentre il calcio si espande verso nuovi mercati, il rischio di perdere il contatto con la "gente" che lo ama rimane una sfida aperta.

OLTRE IL CASO MILAN-COMO: UN CALCIO MAGGIORMENTE COMPLESSO
L’intervento di Adani va inserito anche nel più ampio contesto di un calcio che non è più semplice da interpretare. Come sottolineato dallo stesso ex difensore in passato, il calcio oggi è fatto di mille sfaccettature: preparazione, tattica, gestione emotiva, studio costante. Questi elementi si intrecciano con questioni economiche, comunicazione e strategie globali che spesso mettono a confronto business e passione in modo difficile da bilanciare.

COSTI CONCRETI E IMPATTI EMOTIVI PER I TIFOSI
In termini pratici, l’organizzazione di un viaggio così lontano per assistere di persona alla partita è quasi impossibile per la gran parte dei sostenitori: il costo di un volo di sola andata Milano-Sydney supera facilmente i 1.500 euro, senza contare alloggio e spostamenti in loco. Per le tifoserie più umili, questo diventa un ostacolo insormontabile. Ma c’è di più. Numerose testimonianze raccolte tra i tifosi milanisti e comaschi dipingono un quadro di frustrazione e delusione.

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