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Serie C

Fa un punto nelle ultime 5 partite e viene silurato, il pessimo ottobre dell'ex difensore di Serie A

Dopo la pesante sconfitta interna arriva il secondo cambio in panchina della stagione per l'insoddisfatto club

GIUGLIANO SERIE C - MIRKO CUDINI

GIUGLIANO SERIE C - Mirko Cudini era subentrato sulla panchina dei campani alla terza giornata sostituendo Gianluca Colavitto

Il Giugliano cambia ancora rotta. A poco più di un mese e mezzo dal suo arrivo, l’avventura di Mirko Cudini sulla panchina gialloblù si interrompe bruscamente: un epilogo figlio di un trend negativo che ha visto la squadra raccogliere un solo punto nelle ultime 5 giornate e diventare la difesa più perforata del Girone C con 18 gol al passivo. A rendere inevitabile la scelta è stata la pesante caduta interna 0-3 contro il Catania, ultimo colpo a un morale già provato e a una classifica che ora racconta un terzultimo posto difficile da digerire.

UN CICLO MAI DECOLLATO
Quando Cudini era stato chiamato, l’obiettivo era chiaro: rimettere ordine dopo il primo scossone stagionale, l’addio di Gianluca Colavitto a inizio settembre per «divergenze con la società». Ma la scossa non è arrivata. I numeri raccontano una squadra fragile, che concede troppo nelle transizioni e fatica a tenere le distanze tra i reparti: 18 reti incassate equivalgono a una media da allarme costante e annullano spesso quel poco di buono prodotto in fase offensiva.

LA GARA CHIAVE: IL 3-0 DEL CATANIA
La sfida persa in casa contro il Catania è stata più di una sconfitta: ha messo a nudo tutte le contraddizioni della squadra. Difficoltà nell’uscita palla, scarsa protezione della linea difensiva e poco peso specifico in area avversaria hanno reso la partita una sorta di manifesto della crisi. Il pubblico di casa, generoso nel sostegno, ha visto sfilare via certezze e punti, con la sensazione di una squadra incapace di invertire la rotta senza un intervento drastico.

OTTOBRE STREGATO PER CUDINI
Per il tecnico marchigiano, già difensore tra Serie A e Serie B per anni, ottobre si conferma un mese complicato. Un anno fa era stato sollevato dall’incarico dal Pineto, e nel corso della scorsa stagione la parentesi con l’Ascoli si era chiusa prima del previsto dopo aver raccolto il testimone da Domenico Di Carlo. A Giugliano la storia si ripete: tante buone intenzioni, poco tempo per incidere davvero e troppi gol subiti per poter costruire fiducia.

DOPO COLAVITTO ANCHE CUDINI: DESTINO COMUNE
Due strappi in poche settimane non sono casuali. Indicano una società che non vuole restare alla finestra, ma anche un cantiere aperto in cerca di identità. L’addio di Colavitto, consumato con una risoluzione consensuale, era stato motivato da differenze di vedute; l’esonero di Cudini è invece la conseguenza diretta dei risultati. In mezzo, una rosa che ha bisogno di essere ricentrata: compattezza, aggressività senza palla e solidità sulle palle inattive sono i capitoli più urgenti del manuale di sopravvivenza.

PANCHINA, SPUNTA PAOLO CANNAVARO
Per la successione, il nome che prende quota è quello di Paolo Cannavaro, già accostato in estate. Il profilo è di quelli che piacciono: personalità, conoscenza del campionato, idee chiare in fase difensiva. Sarebbe una scelta in continuità con l’esigenza primaria del Giugliano: mettere un lucchetto alla porta e ripartire da lì. Resta da capire la tempistica e, soprattutto, la direzione tecnica che la società vorrà imboccare: puntare su un «gestore» esperto del gruppo o su un allenatore con forte impronta tattica?

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