Serie A
17 Ottobre 2025
INTER SERIE A - Henrikas Adomavicius, portiere classe 2009, nella stagione in corso 4 presenze con l'Under 18 e una con l'Under 17
Complice l’infortunio di Raffaele Di Gennaro, negli ultimi giorni ad Appiano Gentile si è visto un volto nuovo tra i pali. È quello di Henrikas Adomavicius, portiere lituano nato a Kaunas il 2 gennaio 2009, arrivato all’Inter nel febbraio 2025 dal Kauno Žalgiris. In meno di un anno, il classe 2009 ha compiuto un percorso-lampo nel vivaio nerazzurro, passando dall’Under 16 all’Under 18 fino a guadagnarsi una prima convocazione agli allenamenti della prima squadra diretti da Cristian Chivu. Un salto che racconta tanto del suo talento e della fiducia che il club ripone in lui.
ARRIVO ALL'INTER E CRESCITA RAPIDISSIMA
Adomavicius è atterrato a Milano con l’etichetta di prospetto interessante, ma in pochi mesi si è costruito una reputazione da punto di riferimento per le sue categorie. Aggregato inizialmente all’Under 16, si è ritagliato spazio con rapidità, fino a scalare gerarchie e conquistare una maglia da titolare nell’Under 18. Nel suo primo scorcio di stagione 2025-2026, ha totalizzato 5 presenze con 2 clean sheet tra le giovanili, oltre a una panchina con la Primavera: numeri asciutti, ma sufficienti a delineare un impatto concreto in un contesto nuovo e competitivo. Questa traiettoria a «passi lunghi» è figlia di una combinazione di fattori: basi tecniche solide, tempi di reazione brillanti e quella sicurezza nelle uscite che, a dispetto dell’età, gli consente di comandare l’area piccola e oltre. Se aggiungiamo una struttura fisica imponente e la capacità di leggere velocemente la profondità, si capisce perché gli osservatori interni lo considerino un profilo dal potenziale superiore.
IDENTIKIT TECNICO
Tra i pali, Adomavicius sprigiona una presenza che va oltre i centimetri. La postura aperta, i piedi dinamici e la propensione a tenere il busto alto al momento dello stacco gli consentono di coprire tanto specchio e di accorciare con coraggio nei duelli a tu per tu. I riflessi sono il marchio di fabbrica: rapidi, puliti, abbinati a una discreta agilità laterale che gli permette di scivolare con efficacia sul primo palo e di rialzarsi rapidamente per la seconda giocata. Nel gioco aereo mostra timing e decisione, qualità preziose nei contesti giovanili dove i calci piazzati possono indirizzare le partite. L’uscita «forte» con i pugni è già nel repertorio, così come la presa alta quando le condizioni lo permettono. Da affinare, naturalmente, restano gesto tecnico e scelte nella costruzione dal basso sotto pressione: aspetti su cui il settore giovanile nerazzurro lavora con continuità, per modellare portieri moderni, capaci non solo di parare ma anche di partecipare attivamente al primo possesso.
ADATTAMENTO: LA CHIAVE DEL SUO SPRINT
Il salto di categoria non si tiene in piedi senza personalità. In questo, Adomavicius ha mostrato un tratto già adulto: comunicazione costante con la linea difensiva, capacità di «stare nella partita» e di archiviare rapidamente l’errore. La rapidità di adattamento ai ritmi e alle richieste dell’Under 18 è un segnale eloquente: un portiere che non rincorre gli eventi, ma li anticipa, grazie a letture in crescita e a una soglia di attenzione sempre alta. Sono caratteristiche che hanno convinto Cristian Chivu a convocarlo agli allenamenti con la prima squadra nella recente pausa per le Nazionali, approfittando anche dell’assenza forzata del terzo portiere Di Gennaro. Non è un traguardo, ma una tappa formativa di grande valore: allenarsi a contatto con standard elevatissimi e con esecutori d’élite è il modo più rapido per accelerare apprendimento, ritmo e consapevolezza.
COSA SIGNIFICA ALLENARSI CON I GRANDI
Per un 2009, respirare il livello della prima squadra significa misurarsi con una diversa velocità di palla, con traettorie più sporche e con una qualità d’esecuzione che riduce il margine d’errore a pochi millimetri. Il lavoro quotidiano con preparatori esperti e con compagni d’attacco abituati a tirare «da professionisti» è un moltiplicatore di esperienza. Ogni esercizio diventa un laboratorio: posizionamento sui cross, tempi di uscita, postura nei tiri da fuori, letture sulle seconde palle. Anche la gestione emotiva — stare in gruppo, capire i codici del campo, accettare carichi e correzioni — fa parte del pacchetto. In questo senso, la chiamata di Chivu non è solo un premio: è la prima pagina di un manuale che il portiere lituano dovrà imparare a sfogliare con pazienza e attenzione, tornando poi alle giovanili con un bagaglio arricchito.
PROSPETTIVE E PROSSIMI PASSI
Il percorso dei portieri è, per definizione, più lungo. Il ruolo richiede chilometri di campo e di situazioni, routine ripetute e tante partite «giuste». Per Adomavicius, il focus a breve termine resta chiaro: accumulare minuti in Under 18, farsi trovare pronto quando arriveranno altre occasioni con la Primavera, continuare a raffinare i fondamentali (tecnica di presa, angoli, gestione del piede debole) e consolidare la continuità: perché il talento si vede, ma è la ripetibilità della prestazione che costruisce una carriera. Nessuna fretta, molta qualità: questo l’itinerario che spesso premia chi ha le caratteristiche giuste.