Quando un ragazzo di appena 19 anni riesce a bruciare le tappe tra Primavera, seconda squadra e, potenzialmente, prima squadra, significa che c’è qualcosa di speciale. Javier Gil Puche appartiene a questa categoria. Arrivato in bianconero nell’estate 2023 dal Deportivo Alavés, il centrale mancino classe 2006 ha completato in 12 mesi un percorso che a molti coetanei richiede stagioni: impatto solido con la Primavera, salto nella Next Gen a fine settembre 2024 sotto la guida di Paolo Montero prima e Massimo Brambilla poi, conferma per il 2025-2026 in Serie C e un obiettivo chiaro in testa: l’esordio con la Juventus dei «grandi». Il tutto dopo essersi messo alle spalle un infortunio capitato ad agosto, che lo ha visto tornare in gruppo solo negli ultimi giorni.
DALLE STRADE DI MOLINA ALLA VETRINA BIANCONERA
Gil Puche nasce il 3 maggio 2006 a Molina de Segura, nella comunità autonoma di Murcia. Calcisticamente cresce nel vivaio del Real Murcia, ambiente che gli dà fondamenta tecniche pulite e una comprensione precoce del gioco. Nell’estate 2021 il trasferimento al settore giovanile del Deportivo Alavés: qui amplia il bagaglio tattico, sperimenta contesti competitivi diversi e attira l’attenzione di vari osservatori internazionali. Proprio in quel frangente la Juventus decide di anticipare la concorrenza: il 10 agosto 2023 chiude l’operazione e lo inserisce subito nella Primavera, impostando un percorso accelerato ma sostenibile. Il progetto bianconero funziona: entro il 30 settembre 2024 arriva la promozione nella Juve Next Gen, la seconda squadra che milita in Serie C e che, negli ultimi anni, si è rivelata un ponte reale tra il vivaio e l’élite. Dopo le 19 presenze del campionato precedente, nella stagione 2025-2026 Gil Puche viene confermato nel gruppo di Brambilla: un attestato di fiducia che indica come il club lo consideri pronto per misurarsi con un campionato vero, fatto di contrasti, letture sporche, palle inattive e gestione dei momenti.
MISURE, PIEDE, TESTA: IDENTIKIT DI UN CENTRALE MODERNO
Fisico da difensore «grande», 192 centimetri distribuiti in modo armonico, Gil Puche colpisce per come gestisce il corpo nelle due fasi. In marcatura sa usare leve e appoggi per accompagnare l’avversario lontano dalla zona pericolosa, mentre nelle corse all’indietro mantiene il busto composto, qualità che gli consente di intervenire con tempi puliti. Non è solo struttura: il mancino educato e la predisposizione naturale all’impostazione dal basso lo rendono un profilo perfettamente in linea con le esigenze del calcio attuale. La sua comfort zone è il centro-sinistra di una linea a tre, dove può aprirsi per ricevere, alzare la testa e trovare la linea di passaggio intermedia tra le linee, oppure rompere in conduzione quando l’avversario è passivo. In difesa a quattro, invece, interpreta il ruolo di centrale puro con compiti da «regista difensivo»: guida la linea, comanda l’altezza del blocco, chiama le coperture preventive e, soprattutto, è il primo regista dell’azione, capace di cambiare lato o di servire la mezzala che si apre tra le linee.
LETTURA E ANTICIPO: L'ARTE DI ARRIVARE PRIMA
Uno dei tratti distintivi di Gil Puche è la pulizia negli interventi. Non parliamo di interventi scenografici, ma di quella somma di micro-decisioni che fanno la differenza: mezzo passo d’anticipo, scelta del tempo sul primo controllo dell’avversario, uso del corpo per schermare la linea di passaggio interna. La sua difesa frontale è matura per l’età: raramente «morde» fuori tempo, preferisce orientare e chiudere la porta sul lato forte, aspettando il momento per prendersi il pallone. Nel gioco aereo sfrutta statura e timing. Sulle palle inattive difensive è riferimento per le marcature miste; in attacco, attacca bene il primo palo o la zona disegnata per la seconda palla. Non è un cecchino sotto porta – non è quello il suo mestiere – ma garantisce presenza e pericolosità.
IMPOSTAZIONE DAL BASSO
La Juventus ha individuato in Gil Puche un profilo strategico soprattutto per la prima costruzione. Sa giocare corto con pochi tocchi, ma non si limita alla «palla comoda»: cerca linee verticali tra le maglie avversarie, alternando passaggi rasoterra che rompono i reparti a cambi gioco che allargano il campo. Il piede mancino pulito lo favorisce anche nel «cercare» il quinto alto o l’ala che stringe, un aspetto oggi fondamentale per risalire rapidamente la pressione. Quando gli avversari coprono le linee interne, non disdegna la conduzione progressiva fino alla soglia della metà campo: porta palla con sicurezza e costringe le punte a uscire, liberando compagni tra le linee.
CONCLUSIONE: UN PROFILO DA CUSTODIRE
Javier Gil Puche è un difensore «di principio»: pensa l’azione, ordina la linea, verticalizza. La combinazione tra fisico e qualità palla al piede lo rende un candidato naturale al calcio di vertice, ma il salto richiede ancora lucidità nelle tempistiche e nella gestione delle transizioni. La Juventus gli ha dato un contratto lungo e un contesto ideale per completarsi; a lui il compito di trasformare le ottime premesse in minuti veri, prima nella Next Gen e poi – presto – all’Allianz Stadium. Se continuerà su questa traiettoria, l’esordio in prima squadra potrebbe essere non un traguardo, ma semplicemente la tappa successiva di un percorso pensato fin dall’inizio.