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Serie C

In Italia non gioca quasi mai, con la sua Nazionale vince il Mondiale: lo strano caso del centrocampista

Trionfo inatteso per il classe 2005 rossonero, che nella competizione si è imposto strada facendo come titolare

FOGGIA SERIE C MONDIALI UNDER 20 - NAIM BYAR

FOGGIA SERIE C - Naim Byar, centrocampista classe 2005, è arrivato in Puglia la scorsa stagione in prestito dal Bologna

Un campione del mondo nel Foggia. La storia è di quelle che scaldano il cuore dei tifosi: Naim Byar, centrocampista marocchino arrivato in rossonero in prestito dal Bologna nella finestra estiva, ha conquistato il titolo iridato con la Nazionale Under 20 del Marocco, superando in finale l’Argentina — già sei volte campione — con un secco 2-0 firmato da una doppietta di Zabiri. Un trionfo che riporta l’Africa sul tetto del mondo di categoria a distanza di anni: l’ultimo successo continentale risaliva al 2009 con il Ghana. Per Byar è stata una competizione in crescendo, culminata con il salto definitivo a titolare e un ruolo centrale nello scacchiere tattico.

DAL RUOLO DI ALTERNATIVA A PERNO NEL 4-2-3-1
Nelle prime gare del torneo il classe 2005 ha iniziato da alternativa, entrando a gara in corso e metabolizzando il ritmo della rassegna. Poi, quando la pressione è salita, è arrivato anche il salto di qualità: titolare fisso nella fase clou, agendo da centrocampista centrale nel 4-2-3-1. Da lì, Byar ha dato ordine e gamba: primo appoggio in costruzione, letture pulite tra le linee, copertura degli half-spaces e inserimenti misurati per attaccare la seconda palla. Un profilo moderno, capace di palleggiare nello stretto ma anche di rompere l’azione avversaria con tempi e aggressività.

LA NOTTE DELLA SEMIFINALE: FREDDEZZA DAL DISCHETTO
Il manifesto della sua personalità s’è visto nella semifinale contro la Francia. Nella lotteria dei rigori, Byar si è preso la responsabilità del quinto penalty marocchino, trasformandolo con freddezza prima dell’intervento decisivo del portiere Gomis, che ha neutralizzato l’ultimo tentativo dei transalpini. Un dettaglio che vale più di molte parole: nel momento più delicato, il giovane rossonero non ha tremato.

IL CONTESTO DEL TRIONFO
In finale, riflettori per Zabiri, autore di una doppietta: punizione che ha sbloccato l’equilibrio e volée sul secondo paloper chiudere i conti. Intorno, le accelerazioni e le giocate di Maama, estro e corsa al servizio della squadra, e la solidità di Gomis, più che affidabile tra i pali lungo tutto il percorso. Dentro questa orchestra, Byar ha fatto il «metronomo box-to-box»: raccordo tra difesa e trequarti, pressione in avanti quando serviva, pulizia nel primo passaggio per innescare le ripartenze.

COSA SIGNIFICA PER IL FOGGIA
La notizia è doppia per il Foggia e per Delio Rossi: torna in gruppo un elemento prezioso per una mediana falcidiata dagli infortuni nelle ultime settimane, e ci torna con un capitale emotivo enorme. Rientrerà a Puglia con la medaglia al collo e un bagaglio di esperienza che in Serie C può pesare: abitudine alla pressione, gestione dei momenti caldi, fiducia nei propri mezzi. Fino a oggi con il Foggia conta una presenza da subentrato col Sorrento; adesso il suo minutaggio è destinato a salire, perché un giocatore che rientra da campione del mondo porta inevitabilmente un’inerzia positiva nello spogliatoio. Dal punto di vista tattico, Rossi potrà utilizzare Byar sia da interno in un 4-3-3 sia da doppio mediano in un 4-2-3-1, il sistema che lo ha visto brillare con la nazionale. 

IDENTIKIT, PERCORSO E PROSPETTIVE
Nato il 23 febbraio 2005, Byar è cresciuto calcisticamente nel suo Paese, passando per le nazionali giovanili del Marocco fino all’interesse degli osservatori del Bologna, che ne detiene il cartellino. Con la Primavera rossoblù ha totalizzato 57 presenze e 11 gol: numeri che raccontano un centrocampista con spiccata sensibilità offensiva, bravo a inserirsi e a calciare da fuori, ma anche disciplinato nelle letture senza palla. Chiuso momentaneamente dagli spazi della Serie A, il club felsineo ha scelto il prestito a Foggia per accelerarne la maturazione, una strada che in molti casi ha funzionato: minuti veri, partite sporche, responsabilità crescenti. Il Mondiale Under 20 gli ha dato la spinta giusta: più confidenza nelle giocate, più leadership, più personalità nel richiedere palla sotto pressione.

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