Serie C
22 Ottobre 2025
PERUGIA SERIE C - Giovanni Tedesco è il nuovo allenatore del Grifo (foto FB A.C. Perugia)
Il Perugia cambia rotta in un mercoledì convulso e decisivo. La settima sconfitta consecutiva ha fatto da detonatore a una giornata di annunci in serie: le dimissioni di Piero Braglia, l’arrivo in panchina dell’ex capitano biancorosso Giovanni Tedesco, il coinvolgimento di Riccardo Gaucci e Walter Alfredo Novellino come nuovi consulenti del presidente Javier Faroni e, sullo sfondo, la probabile separazione dal direttore tecnico Mauro Meluso. Nel mezzo, una tifoseria stanca e preoccupata che cerca un appiglio prima del posticipo di lunedì al «Curi» contro il Livorno dell’ex Alessandro Formisano.
BRAGLIA SALUTA: RISULTATI MANCANTI
La prima nota del giorno è quella che chiude il capitolo Piero Braglia. Il tecnico, chiamato a invertire la rotta dopo l’esonero di Vincenzo Cangelosi, non è riuscito a imprimere la svolta attesa: 5 gare, altrettante sconfitte, prestazioni intermittenti e la sensazione di una squadra fragile psicologicamente oltre che disordinata tatticamente. Le sue dimissioni — accettate dal club in tarda mattinata — assumono il valore di una presa d’atto: serviva un cambio netto, una scossa profonda, prima che la classifica diventasse una condanna.
PANCHINA ALL'EX CAPITANO
Sfumata l’ipotesi Giorgio Gorgone e dopo un sondaggio con Gaetano Fontana, la società vira su Giovanni Tedesco, ex centrocampista del Grifo dal 1998 al 2004 in Serie A oltre che capitano della squadra. Non è una scelta soltanto tecnica: è una carta identitaria. Tedesco conosce l’ambiente, ne interpreta il lessico emotivo, ne incarna la cultura della lotta. Perugia ha spesso trovato linfa nei «ritorni» capaci di riaccendere la piazza: un profilo legato ai colori, capace — nelle intenzioni — di ridare ordine e convinzione prima ancora che spettacolo. Le priorità, nell’immediato, saranno tre: semplificare i principi di gioco, rialzare il baricentro senza scoprire la transizione difensiva e rimettere al centro due-tre riferimenti tecnici (un regista di possesso, un esterno con strappo e un terminale che «tenga» palla).
LA REGIA: ENTRANO GAUCCI E NOVELLINO
La seconda novità è organizzativa. Al fianco del patron Javier Faroni si muoveranno due figure di esperienza: Riccardo Gaucci per l’area sportiva e Walter Alfredo Novellino per quella dirigenziale e dei rapporti istituzionali. È un segnale di discontinuità: il club cerca massa critica nelle decisioni, affiancando alla proprietà un doppio canale di consulenza — tecnica e politica — per accelerare processi e ridurre l’errore. La «filiera» tra presidente, area sportiva e spogliatoio dovrebbe così accorciarsi. Non a caso, la scelta Tedesco porta (anche) la loro impronta, con l’idea di mixare appartenenza e pragmatismo. La storia comune tra Gaucci e Tedesco — dai giorni memorabili in biancorosso alla parentesi maltese al Floriana — è un elemento di fiducia reciproca che può pesare nelle settimane di assestamento.
UN CONTESTO COMPLESSO
Le 7 sconfitte di fila pesano come macigni. Il «Curi» ha bisogno di un segnale immediato: più che un piano a lungo termine, serve una prestazione «testimoniale», che dica ai tifosi che la rotta è stata davvero invertita. In questo senso, la scelta di un tecnico «di casa» ha anche una valenza psicologica: ricucire il rapporto con la piazza, rimettere al centro fame e appartenenza, restituire alla squadra un linguaggio comune. L’obiettivo nelle prime due-tre uscite non sarà tanto la bellezza quanto la credibilità.
IL MESSAGGIO AL GRUPPO
Al di sopra di tutto, la linea di Javier Faroni: virare pagina e farlo subito. Il coinvolgimento di consiglieri esterni, l’investitura rapida del nuovo tecnico e l’eventuale ristrutturazione dell’area sportiva danno l’idea di una decisione coordinata, non di un impeto. Ora tocca allo spogliatoio metabolizzare l’urto e convertire la scossa in punti. In settimane così, le gerarchie interne possono mutare: si aprono spazi per chi ha giocato meno, si chiedono responsabilità in più ai leader. E Lunedì sera il «Curi» chiederà una sola cosa: segnali. Il primo dovrà arrivare dal campo, gli altri dalla continuità delle scelte. Solo così il mercoledì degli annunci potrà diventare il lunedì della ripartenza.