Serie C
23 Ottobre 2025
GIANA ERMINIO SERIE C - Alexander Zenti, portiere classe 2007, conta 7 presenze nel campionato in corso e ha debuttato in prima squadra nel match della terza giornata contro la Pro Patria
Nel calcio, come tra i pali, conta l’istinto: tuffarsi, prendersi la responsabilità, afferrare il pallone del destino con due mani. Alexander Zenti, portiere classe 2007, ha fatto esattamente questo. Si è tuffato nella sfida più grande della sua giovane carriera e, nel giro di poche settimane, si è preso i galloni da titolare alla Giana Erminio in Serie C dopo aver raggiunto il club nel mercato estivo. La fotografia simbolo è il match di domenica 20 in casa della Pro Vercelli: ha parato tutto, anche le conclusioni deviate dai suoi compagni in maniera potenzialmente spiazzante, come sul tiro di Asane Sow in coda al recupero. Un intervento che, per tempismo e lettura, vale più di cento parole.
IL PASSATO ALLA SPAL
Quello di Zenti non è un nome pescato a caso nel mare dei prospetti. Arriva forte di una stagione in Primavera 2 con la SPAL tutt’altro che anonima: 21 presenze in campionato, continuità rara a quell’età. Non sono numeri da tabellino e via, ma minuti pesanti che hanno contribuito all’undicesimo posto e alla salvezza dei ferraresi prima delle vicende estive che ne hanno determinato la ripartenza dall’Eccellenza. Il messaggio, a leggerlo bene, è chiaro: non parliamo di un semplice talento intravisto a sprazzi, ma di un portiere che ha già imparato a stare in campo, a reggere l’urto, a parlare la lingua delle partite vere. Quelle in cui un’uscita alta sbagliata pesa quanto un rigore e la postura del corpo, unita alla scelta della parata, decide il confine tra l’eroe e il colpevole di giornata. Per di più, Zenti è stato spesso in panchina con la prima squadra in Serie C: un apprendistato silenzioso, fatto di dettagli, che lascia segni.
I PRIMI PASSI ALLA GIANA
Il campo, però, è il giudice supremo. E il campo ha già emesso i primi verdetti dopo due mesi di campionato. Le avvisaglie si erano viste nelle amichevoli pre-stagione: Ponte San Pietro, Varese e persino il Monza, contro cui il 2007 era sceso in campo dal primo minuto. Non un dettaglio, ma una scelta. La Giana Erminio guidata da Vinicio Espinal cercava un padrone dell’area dopo la partenza di Stefano Mangiapoco (in direzione Juventus), e il ragazzo ha bussato forte alla porta del ruolo da titolare. Timidezza? Nemmeno l’ombra. Zenti ha scalzato nelle gerarchie un profilo esperto come Andrea Mazza, portiere che nella scorsa stagione ha respirato l’aria della Serie A con il Monza collezionando una presenza. Non succede per caso: succede quando ogni allenamento è un micro-esame e ogni volta che la palla viaggia in area la tua scelta risuona nella testa dello staff.
LA SCELTA DI ESPINAL
Affidarsi a un 2007 tra i grandi non è scommessa cieca: è visione. Significa puntare su reattività, fame, crescita. Significa accettare che possa pagare un prezzo di inesperienza per incassare un dividendo di miglioramento esponenziale. La Giana Erminio manda un segnale: vogliamo un portiere che non abbia paura della tempesta e che trasformi la pressione in benzina. In questo senso, la storia recente di Zenti racconta un profilo «allenato» al rumore: categoria Primavera, sì, ma con responsabilità da adulto; panchine coi grandi; un’estate di fuoco in cui è passato dall’essere un’opzione all’essere una soluzione. E infine la prima partita tra i Professionisti giocata alla terza giornata nel match casalingo vinto 2-1 contro la Pro Patria.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Tecnicamente, Zenti è un portiere moderno. Sta alto in area per accorciare il campo, non rinuncia a salire sulla lunetta per dare copertura alla difesa sulla palla lunga, e usa i piedi con buon coraggio per liberare il primo passaggio. Le qualità che saltano all’occhio sono la rapidità di appoggio e la violenza del primo passo laterale: due doti che gli consentono di «rubare» decimi sul tiro sporco, come quello deviato a Vercelli. Ma dietro la fotografia c’è l’alfabeto del ruolo: spalle rilassate, tronco flessibile, mani pronte ma non rigide, e soprattutto la capacità di scegliere la parata giusta. Non sempre plastica, quasi mai fine a se stessa. Sul piano aereo, alterna presa e respinta con criterio: quando la palla è «pesante», cerca la zona di sicurezza anziché il gesto estetico. È il tipo di prudenza intelligente che non inibisce il coraggio, lo orienta.
SGUARDO AL FUTURO
Guardando avanti, lo scenario è duplice. Nel breve, consolidarsi: mettere in fila presenze pulite, qualche miracolo quando serve, tanti «0-0» nelle letture che non fanno rumore ma cambiano la traiettoria di un campionato. Nel medio, allargare il repertorio: lavorare sulla tecnica di tuffo in diagonale lunga, affinare le scelte piedi-palla sotto pressione, limare la gestione del blocco alto sulle palle inattive contro le squadre più fisiche. Dettagli? Sì. Ma è nei dettagli che un portiere giovane diventa affidabile, e un affidabile diventa determinante. Il calcio, come la vita, premia chi sa prendere posizione. Zenti lo ha fatto senza squilli, con la sobrietà di chi guarda il pallone e vede una possibilità, non un pericolo. Può sembrare retorica, ma è sostanza: mentre il cronometro di Vercelli scivolava verso la fine e il tiro di Asane Sow cambiava traiettoria, lui ha scelto. Un passo, un tuffo, due mani. Parata. È tutto lì: il presente del ragazzo, il futuro della Giana Erminio, l’idea che certe opportunità non si aspettano. Si afferrano. E non si lasciano più.