Serie C
25 Ottobre 2025
TEAM ALTAMURA SERIE C - Franco Lepore, classe 1985, dopo la fine dell'esperienza con il Lecco è passato al club pugliese nel Girone C
Il classe 1985 salentino Franco Lepore ha raggiunto le 500 presenze tra i professionisti in una cornice dal sapore antico. Lo stadio Pino Zaccheria di Foggia. In una stagione che a 40 anni sa anche di rinascita. Il tecnico del Team Altamura Devis Mangia lo ha reinventato braccetto sinistro nel 3-4-2-1: letture pulite, tempi del duello, leadership silenziosa. E nell'occasione così speciale arriva anche la vittoria per gli ospiti: Curcio firma dal dischetto il successo: 1–0, tre punti e un traguardo che sa di testamento morale.
UN ITINERARIO FATTO DI REINVENZIONI
Da Lecce a Lecco, con scali a Salerno, Monza e Varese: il tracciato della carriera di Lepore è una diagonale attraverso il calcio italiano. Ovunque sia passato, ha lasciato la sensazione di un professionista capace di adattarsi: cursore, esterno, mezzala di fatica, poi difensore laterale, infine «braccetto» di sinistra. Ad Altamura ha trovato un equilibrio nuovo: Devis Mangia lo ha inserito nel 3-4-2-1 come terzo di difesa, posizione che esalta la sua lettura preventiva e la pulizia in uscita. Quando la pressione avversaria si alza, Lepore non forza: alza la testa, appoggia, accompagna. Quando invece si apre il corridoio, rompe la linea e accompagna la rifinitura. È la sua maturità a fare la differenza, quella capacità di scegliere l’azione giusta per il momento giusto.
TANTA SOSTANZA
Otto presenze in stagione, rendimento sopra la linea di galleggiamento, pochissimi fronzoli. Lepore interpreta il ruolo non come una conversione forzata ma come un upgrade: tempi di marcatura, postura del corpo nelle corse all’indietro, gestione dei duelli aerei sulle palle inattive. Nel lessico di una squadra che vuole essere corta e aggressiva, il veterano diventa la stringa di codice che evita l’errore: non spettacolare, ma essenziale. E quando Altamura si schiera per difendere il vantaggio, la sua esperienza è un metronomo emotivo: gesti misurati, mai scenografie, solo sostanza.
IL MOTIVO DELLA SCELTA
In estate il Team Altamura non cercava soltanto un marcatore o un corridore di fascia: serviva un riferimento. Affidabilità, esperienza, tenuta mentale. Tre parole d’ordine che hanno guidato la costruzione della rosa. Lepore, reduce dall’ultima parentesi a Lecco — di cui ha indossato la fascia anche nei mesi della Serie B — rappresentava il profilo perfetto: uno che conosce i corridoi del mestiere, che sa leggere le «seconde» palle, che tiene la linea stretta sulle palle inattive e non si scompone quando il ritmo sbandiera o la partita si incattivisce. È il giocatore che consolida l’identità di gruppo, specie nei momenti in cui serve proteggere un risultato o tenere le distanze tra i reparti.
UNA GEOGRAFIA DEL CALCIO VISSUTA SUL CAMPO
La mappa è ampia: Lecce e Varese, Monza e Pergolettese, Nocerina, Paganese, Triestina, Rodengo Saiano e poi Lecco. In questa traiettoria Lepore ha raccolto promozioni, sfide salvezza, play-off e play-out, allenatori con filosofie diverse e compagni che nel tempo sono diventati referenti della memoria collettiva. Sei promozioni tra Serie B e Serie A impreziosiscono il curriculum, ma il valore vero sta nella sua «continuità competitiva»: restare utile, restare scelto, restare centrale in contesti differenti. È quello che separa una carriera lunga da una carriera grande.
LA NOTTE DI FOGGIA COME METAFORA
Contro un avversario che conosce la temperatura delle grandi partite, il Team Altamura ha esibito organizzazione e lucidità. Il rigore di Curcio ha dato forma alla gara; il resto lo ha messo una fase difensiva ordinata, dentro cui Lepore ha agito da cardine. Linea corta, scivolamenti rapidi, lettura dei tagli alle spalle: manuale di sopravvivenza delle partite tirate. Il cronometro ha aggiunto pressione, ma l’inerzia non è cambiata: quando serve buttare il cuore oltre l’ostacolo, la squadra trova nel suo numero esperto la bussola per tenere il nord. Il presente dice 3 punti e una fotografia da tenere in copertina; il futuro suggerisce che il veterano ha ancora pagine da scrivere, tra partite sofferte e giornate in cui il pallone, semplicemente, chiederà la scelta giusta al momento giusto.