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Serie C

Il figlio d'arte 19enne segna il suo 1° gol tra i Professionisti, storia di un ragazzo umile che farà strada

Il centrocampista recentemente ha vestito anche la maglia della Nazionale al Mondiale Under 20 e la sua crescita è evidente

ATALANTA UNDER 23 - LORENZO RICCIO

ATALANTA UNDER 23 - Lorenzo Riccio, centrocampista classe 2006 della Dea, ha segnato la rete del definitivo 6-2 nell'ultima di campionato contro il Picerno

La storia di Lorenzo Riccio è una di quelle che piacciono a chi crede nel lavoro, nella pazienza e nel valore del tempo. Niente scorciatoie, niente clamori precoci: solo tanto campo, studio e sacrificio. Il tutto dentro una delle migliori scuole di calcio d’Italia, quella dell’Atalanta, dove ogni giovane impara presto che il talento, da solo, non basta. Oggi Lorenzo, centrocampista classe 2006, è una delle note più liete dell’Atalanta Under 23 di Salvatore Bocchetti che sta ben figurando nel girone C di Serie C. La sua crescita ha avuto un’accelerazione evidente: dopo la scorsa stagione in Primavera, chiusa con 10 reti in 22 presenze, è arrivato anche il primo gol tra i Professionisti, nel 6-2 contro il Picerno dell'ultimo turno. Un traguardo simbolico, che racchiude un percorso lungo e coerente, cominciato molti anni fa e costruito passo dopo passo, senza bruciare le tappe.

ORIGINI TOSCANE E CUORE LOMBARDO
Nato a Camaiore, in provincia di Lucca, Riccio cresce a Gallarate, nel Varesotto. È lì che comincia a tirare i primi calci a un pallone, a soli sei anni, con la maglia della Cedratese, una delle tante piccole società di provincia che rappresentano il primo passo di tanti futuri professionisti. Il campo di erba spelacchiata, i genitori sulle tribune improvvisate, le prime partite con le maglie troppo grandi: dettagli che, a distanza di anni, diventano ricordi fondanti. Poi, a 8 anni, la vita gli cambia direzione. Suo padre Luigi Riccio, ex centrocampista con una lunga carriera tra Piacenza, Sassuolo e Ternana, riceve un incarico da allenatore: parte per la Grecia, destinazione Creta. Lorenzo e la sua famiglia lo seguono, aprendo un capitolo nuovo e inaspettato.

L'ESPERIENZA GRECA E IL RITORNO
A Creta, Lorenzo veste la maglia dell’OFĪ, squadra storica dell’isola. È lì che inizia a capire cosa significhi vivere il calcio come professione, anche se da bambino. «Allenarsi, rispettare i compagni, curare i dettagli», come gli ripete il padre ogni giorno. Luigi, o meglio «Gigi» per chi lo conosce nel mondo del calcio, è oggi assistente tecnico di Gennaro Gattuso nella Nazionale maggiore. Il legame tra padre e figlio è profondo, e il calcio è sempre stato la loro lingua comune. Lorenzo cresce in quell’ambiente, osservando, imparando, assimilando. A Creta capisce che il calcio non è solo gioco, ma anche cultura, appartenenza e metodo. E quando torna in Italia, porta con sé un bagaglio umano e tecnico già fuori dall’ordinario.

IL RITORNO IN ITALIA E LA SCUOLA DI ZINGONIA
Dopo una breve parentesi all’Accademia Inter, Lorenzo approda all’Atalanta a 10 anni. Zingonia diventa la sua nuova casa. Lì scopre un mondo fatto di regole e di cura maniacale per la crescita individuale. Chi passa da quelle parti, sa bene che l’Atalanta non promette nulla: pretende, invece, dedizione assoluta. Allenamenti intensi, attenzione ai dettagli, studio dei ruoli. Lorenzo, col tempo, si trasforma in un centrocampista moderno: tecnico, dinamico, sempre dentro la partita. Sa recuperare palloni ma anche inserirsi e segnare, come dimostrano i numeri della scorsa stagione. È uno di quei giocatori che «vedono il calcio», e che fanno sembrare facili le cose difficili. I tecnici della Dea lo descrivono come equilibrato, intelligente, con grande personalità, ma anche come un ragazzo umile, disposto ad ascoltare e a migliorarsi ogni giorno.

L'ESPLOSIONE E IL SOGNO AZZURRO
La stagione 2024-2025 è l’anno della svolta. In Primavera segna 10 gol in 22 presenze, dimostrando una sorprendente vena offensiva. Poi la chiamata in Atalanta Under 23 in pianta stabile, la squadra che fa da ponte verso il professionismo. E infine il primo gol tra i grandi, nel 6-2 al Picerno: una gioia incontenibile, festeggiata con i compagni e condivisa con la famiglia. Nel frattempo, Riccio è diventato anche un volto noto delle Nazionali giovanili italiane. Ha partecipato al Mondiale Under 20 in Cile, vestendo l’azzurro con orgoglio e responsabilità. «La maglia azzurra è sempre un sogno – ha raccontato ai microfoni della FIGC recentemente - fare tutta la trafila delle Nazionali Giovanili mi ha fatto capire il senso di appartenenza e l’importanza di rappresentare l’Italia». Parole che raccontano un ragazzo consapevole, che non si nasconde dietro l’etichetta di «figlio d’arte», ma vuole costruirsi un nome da solo, passo dopo passo.

DNA E FUTURO
Nel calcio moderno, dove spesso si brucia tutto troppo in fretta, la parabola di Lorenzo Riccio è un piccolo inno alla normalità, nel senso più alto del termine. Crescere dentro un progetto tecnico come quello dell’Atalanta significa essere preparati non solo dal punto di vista tattico, ma anche mentale. Il suo futuro è ancora tutto da scrivere, ma le premesse sono incoraggianti. L’Atalanta lo segue con attenzione, e Ivan Juric, che ha un occhio di riguardo per i giovani che sanno leggere il gioco, non è tipo da ignorare certi segnali. Che sia con l’Under 23 o, presto, con i grandi, il classe 2006 sembra destinato a fare strada, con la stessa serietà e compostezza che ha sempre mostrato fin da bambino. E il 1° tra i Professionisti lo dimostra.

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