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Deve ancora esordire tra i Professionisti, è convocato con l'Inter a San Siro: la serata memorabile del portiere

I vari problemi occorsi agli estremi difensori nerazzurri danno di conseguenza spazio anche al classe 2007 di belle speranze

INTER SERIE A - ALAIN TAHO

INTER SERIE A - Alain Taho, portiere classe 2007, nella stagione in corso 9 presenze in Primavera tra campionato, SuperCoppa e Youth League

Nel panorama dei giovani più promettenti del settore giovanile dell’Inter, il nome di Alain Taho è ormai familiare a addetti ai lavori e tifosi. Portiere classe 2007, protagonista con la Primavera allenata da Benito Carbone, Taho ha visto crescere la sua esposizione mediatica dopo il recente infortunio di Di Gennaro e lo stop di Martinez: circostanze che hanno spalancato le porte della prima squadra di Cristian Chivu, dove vestirà i panni del terzo portiere. Per un talento seguito con attenzione in casa Inter, si tratta di un passaggio che può segnare un prima e un dopo nella sua carriera.

ORIGINI: TRA ALBANIA E MILANO
Nato il 30 aprile 2007 in Albania e cresciuto a Milano, Taho incarna al meglio la dimensione internazionale del calcio contemporaneo: radici balcaniche, educazione calcistica italiana, mentalità europea. La sua nazionalità è albanese, una scelta confermata anche sul piano sportivo con l’adesione ai programmi federali che lo hanno condotto fino alla Under 21. Il contesto milanese, competitivo e ricco di stimoli, ne ha forgiato carattere e ambizioni, mentre l’Inter ne ha assorbito il talento indirizzandolo in un percorso metodico.

I PRIMI PASSI: DAL CENTRO SCHUSTER AL VIVAIO NERAZZURRO
Come tanti ragazzi cresciuti a Milano con il pallone in mano, Taho ha iniziato in una realtà dilettantistica storica: il Centro Schuster, a due passi dal Parco Lambro. Lì si è distinto sin dai primi anni per istinto e reattività, due qualità che in porta possono fare la differenza già in età precoce. L’Inter lo ha quindi inserito nel proprio settore giovanile, puntando su un percorso di crescita graduale ma costante: lavoro quotidiano su tecnica di base, postura, gestione delle situazioni di area piccola e letture preventive sul gioco lungo avversario.

UN PORTIERE MODERNO: FREDDEZZA E GIOCO DI PIEDE
Il profilo tecnico di Taho è quello di un portiere moderno. La prima dote evidente è l’esplosività: scatto corto, rapidità di footwork, capacità di staccare in verticale per arrivare su conclusioni ravvicinate o deviazioni sporche. Alla forza atletica abbina una freddezza notevole nell’uno contro uno, dove sceglie i tempi dell’uscita con lucidità, riduce l’angolo al portatore di palla e raramente concede il «buco». Altro punto distintivo è la qualità nel gioco con i piedi: controllo orientato, passaggi rasoterra tra le linee del pressing, cambi lato quando la pressione si avvicina, coraggio nel rigiocare corto su compagni stretti. Un requisito sempre più richiesto dal calcio contemporaneo, in cui il portiere è il primo regista della manovra.

LA SCALATA IN PRIMAVERA: YOUTH LEAGUE E PARTITE CHE PESANO
Arrivato in Primavera, Taho si è preso presto la maglia da titolare. Il campionato lo ha visto crescere in continuità, mentre la vetrina della Youth League lo ha messo a confronto con scuole calcistiche diverse, obbligandolo a velocizzare letture e tempi d’intervento. Il passaggio simbolico della sua stagione resta però la Supercoppa Primavera contro il Cagliari: dopo un avvio complicato, Taho ha mostrato resilienza e presenza mentale, risultando decisivo sul rigore di Liteta. Un episodio che vale più di mille elogi: sbagli, reagisci, incidi. È la sintesi di ciò che si chiede a un portiere destinato a palcoscenici superiori.

I PRIMI AGGANCI: CON LA PRIMA SQUADRA
Già nella stagione precedente, Simone Inzaghi lo aveva convocato in due occasioni, in Serie A contro il Genoa e in Coppa Italia contro la Lazio, riconoscendogli maturità e capacità di integrarsi in un contesto di altissimo livello. Quei giorni ad Appiano, tra campioni affermati e ritmi elevati, hanno rappresentato un acceleratore di apprendimento: routine più rigorose, cura dei dettagli, concentrazione continua. Oggi, con Chivu in panchina, Taho entra stabilmente nel gruppo della prima squadra come terzo portiere, un ruolo chiave per ampliare il bagaglio tattico e relazionale, pur sapendo che i minuti veri potrebbero essere pochi.

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