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Serie C

Fa già gol alla prima partita tra i Professionisti, l'attaccante 19enne è un vero asso!

Sfruttando il turn over di Coppa ecco la chance che il classe 2006 in arrivo dai Dilettanti sfrutta al meglio

UNION BRESCIA SERIE C - MATTIA VALENTE

UNION BRESCIA SERIE C - Mattia Valente, attaccante classe 2006, nella scorsa stagione ha giocato nel Cassino in Serie D e ha preso parte al Torneo di Viareggio con la Rapp LND

Al «Cabassi» di Carpi l’Union Brescia si prende una serata da squadra matura: 1-0, porta inviolata e qualificazione agli ottavi di Coppa Italia di Serie C. Ma soprattutto un nome che rimbalza forte dagli spalti agli spogliatoi: Mattia Valente, 19 anni appena, alla prima partita tra i Professionisti e già decisivo. Il suo gol, figlio di coraggio e letture giuste, consegna ai biancazzurri un pass pesante e lancia un segnale nitido al resto della categoria: il gruppo di Aimo Diana sa soffrire, sa aggredire e, quando serve, sa capitalizzare il talento dei giovani.

UN DEBUTTO CHE RACCONTA UNA SQUADRA
La gara non è mai banale: il Carpi muove palla con ordine, prova a prendere campo con il giro largo sugli esterni, ma l’Union Brescia sceglie un copione coraggioso. Linee compatte, pressione selettiva sui primi portatori e ripartenze costruite, non improvvisate. In questo contesto, l’ingresso in scena di Valente sembra scritto: un esterno che ama puntare l’uomo, che attacca la profondità senza palla e che, soprattutto, non ha paura di prendersi la responsabilità dell’ultima giocata. L’azione del gol nasce da ciò che gli allenatori chiamano «determinazione con criterio»: recupero alto, primo controllo orientato e conclusione che non concede appello. Non un lampo casuale, ma la punta di un iceberg fatto di applicazione e letture. Il resto è gestione: squadra corta, cambi al momento giusto, linee difensive che accorciano senza affanno. Il cronometro scorre e al fischio finale restano 3 punti figurati, perché la Coppa non dà classifica, ma una qualificazione tutt’altro che figurata.

VALENTE, PROFILO DI UN CLASSE 2006 CHE NON HA FRETTA
Per chi conosce il ragazzo, la firma a Carpi non è una sorpresa. Valente arriva dal Cassino (club che ha fornito al Professionismo in questa stagione anche Giovanni Stellato, portiere del Guidonia Montecelio), dove in Serie D ha messo insieme 29 presenze e 2 reti: numeri che, letti così, possono sembrare sobri; interpretati con la lente giusta, raccontano invece un esterno che ha imparato presto a stare dentro le partite, a dare ampiezza quando serve e a chiudere dentro il campo per liberare la corsia al terzino. La vetrina della Viareggio Cup con la Rappresentativa Under 19 di Serie D allenata da Giuliano Giannichedda ha fatto il resto: ritmo, confronto con pari età di alto livello, la consapevolezza di potersela giocare. Classe 2006, struttura longilinea e quella qualità rara di cambiare passo dopo il primo tocco: Valente a Carpi ha mostrato un campionario essenziale ma eloquente: attacchi profondi alle spalle del terzino, rientri puntuali in fase di non possesso, scelte semplici e, quando si è aperta la finestra giusta, il coraggio di concludere.

LA SCELTA DEL CLUB: INVESTIRE OGGI PER GUADAGNARE DOMANI
L’Union Brescia, che già seguiva il profilo quando il progetto sportivo aveva un’altra denominazione e geografia societaria (quella della Feralpisalò), ha dato un segnale chiaro: puntare sui giovani non è un vezzo, è una strategia. Il mercato estivo, con l’arrivo di Valente, ha alzato il tasso di energia della rosa e ha allineato il gruppo a una filosofia tecnica precisa: più gamba sugli esterni, più pressione in avanti, più possibilità di cambiare pelle dentro la stessa partita. In un calcio sempre più competitivo e globalizzato, in cui i budget spesso indirizzano le ambizioni, saper scovare valore nelle categorie inferiori fa la differenza. Valente incarna esattamente questa idea: un talento che costa poco oggi e può rendere molto domani — in campo, nella competitività quotidiana, e sul mercato, quando le prestazioni si consolidano. La serata di Carpi non è un punto d’arrivo: è il primo, rumoroso gradino di una scala che il club ha costruito con metodo.

UN MESSAGGIO ALLA CATEGORIA
In un campionato dove i dettagli decidono, la vittoria di Carpi dice che l’Union Brescia ha identità, spalle larghe e una filiera tecnica che funziona: scouting capillare, coraggio nelle scelte, staff pronto a integrare i nuovi e uno spogliatoio che accoglie. Non è poco. Perché la differenza, alla lunga, la fa proprio la capacità di rendere semplice l’innovazione: promuovere un 2006 e cucirgli addosso un contesto che lo esalta senza esporlo.

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