Eccellenza
31 Ottobre 2025
 
												RONDINELLA MARZOCCO ECCELLENZA - Lorenzo Bosi aveva 57 anni ed era stato fautore dei vari passaggi che nel corso degli anni hanno portato all'attuale denominazione del club e assetto societario
Era un venerdì mattina al campo di Ponte a Greve. Sul muro dell'impianto sportivo, lo slogan «C’è passione in città». Poi, la notizia che gela le voci: è morto Lorenzo Bosi, 57 anni. Nel giro di poche ore la Rondinella Marzocco, prima in classifica nel Girone B di Eccellenza Toscana, 7 vittorie consecutive, passa dall’euforia alla perdita. Un contrasto violentissimo: la squadra che vince, la comunità che piange. La cronaca lo dice con freddezza, ma chi conosce Firenze capisce che qui non è scomparso solo un presidente: se n’è andato l’artefice di una visione, il regista di una rinascita partita dai campi periferici per riportare la «seconda squadra» della città al centro della mappa calcistica toscana.
UN CLUB AL COMANDO
La Rondinella correva. A fine ottobre 2025, il ruolino dice: 6 su 6 e leadership del Girone B di Eccellenza Toscana, con un margine già significativo sulle inseguitrici. Poi la trasferta di Asta Taverne: finisce 1-2 con le firme di Zellini e Nannelli. È la settima vittoria. Un filotto che fotografa una squadra «matura», organizzata, con una mentalità inculcata dall’allenatore Stefano Tronconi e legittimata dai numeri. Chi c’era, racconta di un gruppo sempre «dentro» la partita, capace di soffrire e colpire. Chi osservava da fuori parlava già di fuga. Oggi quelle stesse frasi suonano come un tributo silenzioso a chi aveva pensato e sostenuto questo percorso.
CHI ERA LORENZO BOSI
Il nome di Lorenzo Bosi è legato in modo indissolubile alla rinascita della squadra. Prima alla guida del Ponte a Greve, poi protagonista della fusione con la storica Rondinella, Bosi ha impresso al club una direzione chiara: integrare risorse, competenze e strutture per risalire i gradini del calcio dilettantistico fiorentino. La stagione del rilancio ha radici concrete: la fusione con Ponte a Greve risale al 2016, punto di partenza di un piano di lungo periodo che ha permesso alla società di riposizionarsi in alto, fino all’attuale Eccellenza. Non era solo un presidente «da firma in calce». Nel 2022 Bosi è stato rieletto presidente «per acclamazione», segno di una leadership riconosciuta dentro e fuori dallo spogliatoio; nel 2024 ha guidato la trasformazione societaria da associazione a Società Sportiva Dilettantistica con l’ingresso di nuovi soci e un Cda allargato, rafforzando governance e sostenibilità.
LA RINASCITA ATTRAVERSO LE FUSIONI
Per capire cosa perde Firenze bisogna tornare indietro. La Rondinella, nata nel 1946 a San Frediano, è un pezzo d’identità cittadina: anni in Serie C, talenti lanciati, cadute dolorose e ripartenze. La nuova scalata comincia quando Bosi guida il progetto che mette insieme il settore giovanile élite del Ponte a Greve e il blasone della Rondinella. È la scelta strategica che ridà prospettiva al club, consolidata più tardi dall’inglobamento di Olimpia Firenze: il percorso riparte dalla Terza e dalla Seconda Categoria, passa per la Promozione e sbocca in Eccellenza, dove oggi la squadra comanda. Non è un miracolo, è programmazione: impianti, struttura societaria, competenze, e una parola-chiave che Bosi ripeteva spesso: «comunità».
OLTRE LA LAVAGNA TATTICA
La forza del progetto Bosi è stata anche materiale: impianti rinnovati, servizi, visione. L’11 maggio 2024 è stato inaugurato il centro sportivo di Ponte a Greve – la «casa» del vivaio – completamente riqualificato con un manto sintetico di ultima generazione, nuovi spogliatoi e un’area padel. L’impianto è stato intitolato alla memoria di Roberto «Panara» Rorandelli, storico dirigente della Polisportiva Ponte a Greve. Un investimento da oltre 1,3 milioni di euro, inserito in un piano di crescita che guarda sia alla prima squadra sia al settore giovanile. Nel gennaio 2024 il Comune di Firenze ha presentato con il club la nuova governance, confermando l’attenzione pubblica verso una realtà tornata centrale nel quartiere. Lì sono stati illustrati i pilastri del progetto: sportivo, sociale e impiantistico, con iniziative come il Rondinella LAB (educazione a sostenibilità, digitale e prevenzione) e un’apertura al femminile. Un disegno che porta il calcio fuori dal recinto del 90’, riconnettendolo con bisogni e opportunità della comunità.
IL CAMPO COME PRESIDIO
«Gli impianti sportivi sono presidi insostituibili di socialità, salute, sicurezza». Parole di Bosi, pronunciate nell’estate 2025, quando propose anche un fondo di garanzia regionale (tramite Fidi Toscana) per riqualificare le strutture di base. È qui che si coglie il tratto distintivo della sua leadership: il calcio come bene comune, lo stadio di quartiere come anticorpo contro la marginalità, la scuola calcio come palestra civica. È anche questa la matrice della Fondazione Rondinella, presentata il 19 febbraio 2025, pensata per orientamento e formazione dei giovani oltre il pallone. Un’idea semplice e ambiziosa: far sì che la Rondinella sia un luogo dove «diventare cittadini migliori».
LA DIMENSIONE POLITICA E CIVILE DI BOSI
Figura poliedrica, Lorenzo Bosi non ha mai separato il calcio dalla vita civile. Nelle settimane che hanno preceduto le regionali toscane del 12-13 ottobre 2025, è stato capolista nel collegio Firenze 1 della lista civica «È Ora! – Tomasi Presidente», a sostegno del candidato del centrodestra Alessandro Tomasi. Una scelta identitaria, coerente con la sua idea di società sportiva come motore di responsabilità sociale e radicamento territoriale. Dettagli di politica che qui contano per ciò che rivelano: il bisogno, e la volontà, di incidere oltre i confini dell’impianto. In questo dolore che ora chiama al raccoglimento, una certezza resta nitida: il progetto Rondinella è oggi più grande di un risultato, di un campionato, perfino di una singola figura. Ma quel progetto, così com’è, porta la firma di Lorenzo Bosi. E questo vorrà dire qualcosa per molto tempo.