Serie C
31 Ottobre 2025
 
												GUBBIO SERIE C - Halid Djankpata, centrocampista classe 2005, nel campionato in corso conta 9 presenze e una rete
Allo stadio Sandro Cabassi di Carpi, quando il cronometro tocca il minuto cruciale, poco oltre il 60°, il pallone corre in campo aperto e un’ombra con la maglia rossoblù si avventa sul secondo palo. È Halid Djankpata, 20 anni, e l’impatto è una «spaccata» che ferma la partita e apre una storia: il suo primo gol tra i Professionisti. Il tabellone recita 0-3, per la squadra di Domenico Di Carlo il colpo che chiude la trasferta perfetta del Gubbio e certifica la svolta personale di un centrocampista cresciuto alla scuola dell’Everton e oggi in prestito dallo Spezia. Non è solo una rete: è un segnale. Perché alcuni gol pesano più di altri, e questo, sul piano tecnico e mentale, potrebbe valere come un «click» nella carriera di un ragazzo che ha attraversato confini e categorie inseguendo una maglia, un ruolo, un’identità.
CARPI-GUBBIO: I FATTI CHE CONTANO
1) Una gara in discesa per gli umbri di Mimmo Di Carlo, accesa già al 6’ dal mancino di Federico Carraro e indirizzata al 14’ dalla stoccata di Andrea La Mantia. L’episodio che spacca definitivamente l’equilibrio è l’espulsione di Zagnoni al 25’. Nella ripresa, dopo un palo del subentrato Mahrani al 21’, arriva la corsa di Djankpata: inserimento, scelta di tempo, tocco in scivolata e 3-0 al 22’. Una fotografia chiara di ciò che il centrocampista può portare: gamba, lettura dell’azione e freddezza. 2) Il contesto tattico aiuta a leggere il gesto tecnico: nel 3-4-1-2 di Di Carlo, Djankpata parte mezzala, con compiti doppi, schermare e ribaltare, e la consegna di attaccare l’area quando la palla viaggia sul lato opposto. È esattamente ciò che accade nell’azione del tris: un taglio «cieco» alle spalle del difensore, da manuale della mezzala moderna.
IL PROFILO DI DJANKPATA
1) Nato a Lomé il 13 aprile 2005, cresciuto in Lombardia fin da bambino, Djankpata porta con sé un mosaico identitario: origini beninesi, nascita in Togo, percorso calcistico impostato in Italia e maturato in Inghilterra, fino alla scelta di rappresentare gli Azzurri a livello giovanile. Nel febbraio 2024 arriva la prima convocazione con l’Italia Under 19 per l’amichevole con l’Austria: «Una chiamata sognata, un’emozione difficile da spiegare», raccontava al sito federale. Un filo che lo riporta, oggi, al professionismo italiano senza perdere il respiro internazionale del suo calcio. 2) Calcisticamente, la tappa-chiave è Liverpool: inizialmente al Droylsden, poi il salto nell’Academy dell’Everton. Qui Djankpata cambia pelle: nasce attaccante, si forma mezzala, impara la doppia fase in un torneo ad alto ritmo come la Premier League 2, con parentesi nella EFL Trophy al fianco dell’Under 21. Sono anni in cui accumula minuti, contrasti, conduzioni, ma soprattutto «letture»: il saper scegliere quando alzarsi sulla pressione, quando correre oltre la linea. 3) Sul piano contrattuale, la svolta italiana porta la firma dello Spezia: trasferimento a titolo definitivo dall’Everton il 30 agosto 2024, contratto fino al 30 giugno 2027 con opzione. Nell’estate 2025 arriva il prestito al Gubbio fino al 30 giugno 2026: una scaletta perfetta per passare dal potenziale ai fatti.
L'IMPRONTA INGLESE
Il gol di Carpi racconta un dettaglio non banale: la corsa senza palla. È l’eredità più visibile della formazione in Premier League 2, dove il tempo di gioco si misura in frazioni e gli spazi si comprimono in fretta. Ancor più indicativa è la capacità di «strappare» da fermo e di arrivare in area in coordinazione perfetta, qualità affinata anche nelle gare dell’Under 21 in Inghilterra. 1) Una prova concreta? Il 10 febbraio 2024, in Premier League 2, sul prato di Villa Park, Djankpata impatta la partita con l’Everton U21 segnando l’1-1 contro l’Aston Villa U21: mezz’ora abbondante ad alta frequenza, lettura della seconda palla al limite e finalizzazione pulita. Non è la EFL Trophy, ma dice molto sul tipo di centrocampista: quando accompagna l’azione, arriva con tempi «da attaccante ombra». 2) Nello stesso biennio britannico spiccano diversi minutaggi «formativi» anche nelle coppe Under-21: esperienze utili a tenere i giri del motore alti e a mettere in campo un calcio verticale, fatto di transizioni, riaggressione e attacchi dello spazio. È il bagaglio con cui si è presentato in Serie C.
IL GOL AL «CABASSI» POTREBBE VALERE DOPPIO
1) Psicologia del ruolo: il primo gol tra i «Pro» per un centrocampista di inserimento toglie un velo. Sblocca le letture offensive e impone agli avversari una nuova variabile: non marcarti solo l’attaccante, ma anche la mezzala che taglia dentro. Nel Gubbio di Di Carlo, che ha già trovato soluzioni dal piede «educato» di Carraro e dalla fisicità di La Mantia, l’aggiunta di Djankpata come minaccia senza palla può alleggerire la punta e aprire la trequarti a Hraiech. 2) Statica e dinamica del punteggio: segnare il 3-0 in trasferta, dopo un momento in cui il Carpi aveva sfiorato il 2-1 col palo, non è un dettaglio. Chiude la partita e sposta la narrativa da «rischio di riaprirla» a «gestione matura». Per un classe 2005, imprimere questo timbro nel tabellino in un campo storicamente caldo come il Cabassi è un moltiplicatore di autostima.
GUBBIO POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO
Il Gubbio è una piazza che storicamente sa far crescere i centrocampisti «ibridi», quelli che nascono mezzali e possono evolvere in box-to-box o, all’occorrenza, in tuttocampisti. Con Di Carlo l’impianto è chiaro: blocco a tre dietro, quatto uomini di corsa e gamba in mezzo, una trequarti capace di legare corto-lungo. In questo disegno, Djankpata ha mandato un segnale: non è solo un profilo dinamico, ma uno che può portare «numeri» in stagione, a partire da gol e assist. La classifica racconta di un gruppo in crescita, con margini per alzare ancora la media punti e consolidarsi nella metà alta. E per lo Spezia, che lo ha legato a sé fino al 2027, il prestito a Gubbio è un investimento tecnico. L’obiettivo è misurare continuità, impatto fisico e produttività nell’arco di un campionato da 38 giornate, con le inevitabili oscillazioni di forma.