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Debuttò con la Juventus al posto di Buffon, ora la ritrova da avversario: per il portiere è un cerchio che si chiude

Nell'anticipo di sabato ecco un incrocio suggestivo, l'estremo difensore sembrava poter tornare in bianconero ma è andata diversamente

CREMONESE SERIE A - EMIL AUDERO

CREMONESE SERIE A - Emil Audero, portiere classe 1997, nella stagione in corso 5 presenze e 450 minuti giocati con i grigiorossi

La scena è semplice e potente: 27 maggio 2017, stadio Renato Dall’Ara, Bologna-Juventus 1-2. Sotto la traversa bianconera non c’è Gianluigi Buffon, ma un ragazzo di 20 anni con il numero 32 sulle spalle e gli occhi spalancati: Emil Audero. Esordio in Serie A, vittoria in rimonta firmata Paulo Dybala e Moise Kean, e la sensazione, dichiarata a caldo dallo stesso portiere, di vivere «un momento indescrivibile». Otto anni dopo, Audero è di nuovo protagonista. Non a Torino, dove ha vissuto 9 stagioni tra settore giovanile e prima squadra e ha collezionato una sola presenza, ma a Cremona, dove a 28 anni si è ripreso una maglia da titolare e un pezzo di futuro. E sabato 1 novembre c'è appunto Cremonese-Juventus alle 20.45, partita che segna anche il debutto di Luciano Spalletti alla guida dei bianconeri. 

L'IMPATTO CON LA CREMONESE: SEGNALI DI LEADERSHIP
Arrivato il 27 luglio 2025 in prestito con diritto di opzione dal Como 1907, Audero si è preso subito la porta della Cremonese. L’avvio di stagione racconta un portiere in controllo: nelle prime gare di Serie A 2025-2026 ha sommato almeno 2 clean sheet e 20 parate, con appena 3 gol al passivo nelle prime 4 presenze. Dati asciutti, ma eloquenti per chi ha l’obiettivo di garantire stabilità a una neopromossa. In particolare, il pari di Verona con una serie di interventi nel finale e lo 0-0 interno con il Parma hanno consegnato ai grigiorossi punti pesanti e fiducia nello spogliatoio. Numeri e gare che spiegano più di qualsiasi slogan cosa significhi «tornare protagonista». Non è solo questione di parate. La gestione dell’area, le uscite «alte» sui piazzati e una trasmissione pulita con i piedi hanno inciso sulla fase di primo possesso della squadra di Davide Nicola. Il dato delle conclusioni respinte da dentro l’area, il più «caro» per un portiere, è cresciuto nelle ultime settimane e conferma che Audero è tornato ad aggredire la palla, non a subirla. Un segnale tecnico e mentale insieme.

L'ESTATE DEI PORTIERI A TORINO
Per capire come sia nata (e svanita) l’idea di rivedere Audero alla Juventus, bisogna tornare alla rivoluzione tra i pali in casa bianconera. Nel 2024 la Juve ha investito su Michele Di Gregorio, ridisegnando le gerarchie. A metà agosto 2024 si è poi consumato l’addio di Wojciech Szczęsny con risoluzione consensuale: due mosse che hanno rimescolato le carte e aperto interrogativi sul ruolo di vice. Dodici mesi dopo, nell’estate 2025, la posizione di Mattia Perin è tornata tema di mercato: la sua volontà di cercare un minutaggio superiore ha spinto la Juve a monitorare profili «pronti», formati in Italia e possibilmente «di casa» per le liste. In quell’elenco è comparso anche Audero, cresciuto in bianconero e reduce da annate di esperienza ad alto livello. Diverse ricostruzioni di mercato, da ambienti vicini al club a testate specializzate, hanno segnalato il suo nome come opzione per il ruolo di vice, qualora Perin avesse effettivamente lasciato Torino. Alla fine, però, il domino non si è completato: Audero ha scelto la maglia numero 1 della Cremonese, da titolare, rinunciando a una panchina di lusso. Una decisione che oggi, alla luce del suo rendimento, appare coerente.

DALLA NOTTE DI BOLOGNA AD OGGI
Il rapporto tra Audero e la Juventus non si misura soltanto con le presenze in prima squadra. Il portiere nato a Mataram (Indonesia) e insediatosi a Cumiana, ad un tiro di schioppo da Torino, il 18 gennaio 1997 è entrato nel vivaio bianconero nel 2008 e ha compiuto tutta la trafila fino alla Primavera di Fabio Grosso. Proprio la Juve, nel dopo-partita di Bologna-Juve 1-2 del 27 maggio 2017, ne sottolineò la crescita: «Questo è il mio nono anno al club, la cultura del lavoro della Juventus è parte di me», disse allora Emil. Parole che spiegano l’appeal che un suo ritorno avrebbe avuto anche a distanza di tempo. Il dato rimasto negli almanacchi, però, è di una sola presenza bianconera in Serie A: quella, appunto, della sua «notte» al Dall’Ara.

UNA CARRIERA SENZA SCORCIATOIE
Dopo l’esordio con la Juventus, la scelta fu netta: andare a giocare. Nel 2017-2018 Audero guidò il Venezia in Serie B con 38 presenze, preludio al salto da titolare in Serie A con la Sampdoria: 36 gare nel 2018-2019, 11 clean sheet, rendimento in costante ascesa e un percorso blucerchiato che lo ha visto toccare quota 169 presenze complessive, con 35 porte inviolate in A. Anni di maturazione in piazze calde, tra picchi e fisiologiche difficoltà, compresa la lesione alla spalla del marzo 2023 che gli costò il finale di stagione. Nell’estate 2023 la chiamata dell’Inter lo ha trasformato nel vice di Yann Sommer. Quattro gettoni in campionato, due clean sheet e lo scudetto della «seconda stella» nel giugno 2024: Audero ha fatto esattamente ciò che si chiede a un dodicesimo in una corazzata. A fine prestito i nerazzurri non lo hanno riscattato, preferendo perseguire piani diversi sul portiere giovane da crescere. Nel 2024-2025 il passaggio al Como lo ha riportato a giocarsi il posto; a febbraio 2025 la parentesi al Palermo in Serie B gli ha ridato continuità. Quindi, l’approdo estivo alla Cremonese con formula: prestito e diritto di opzione a favore dei grigiorossi sino al 30 giugno 2026. Una scelta di campo – nel senso letterale, per rimettere al centro il campo.

AUDERO OGGI: PUNTI DI FORZA E AREE DI CRESCITA
Il profilo tecnico di Audero, letto alla luce dei dati consolidati della sua carriera in Serie A (oltre 180 presenze nei top campionati, più di 500 parate registrate e una quarantina di clean sheet), racconta un estremo difensore con tre tratti distintivi: 1) letture rapide nello «short range» e riflessi sul primo palo; 2) tempi di uscita su cross e palle sporche, con buona aggressività; 3) capacità di riavvio azione con piedi «neutri»: non il regista occulto, ma un esecutore affidabile e pulito. L’area di crescita storica è la costanza sulla distanza: negli anni della Sampdoria le stagioni con +10 in «goal prevented» alternavano fasi con numeri più piatti. A Cremona la priorità non è inseguire l’estetica statistica, ma ridurre il rumore degli errori e alzare la soglia di affidabilità settimanale. Le prime uscite in grigiorosso vanno nella direzione giusta. Intanto, il cerchio si è richiuso quasi del tutto: quello aperto in bianconero con un debutto da 20enne si riallarga oggi in grigiorosso con un presente da numero 1 appunto contro il bianconero.

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