Serie C
03 Novembre 2025
												SASSARI TORRES SERIE C - Michele Pazienza è stato esonerato dopo l'ultima sconfitta interna con il Carpi
La porta si spalanca sul Vanni Sanna proprio quando il sole di novembre ha già lasciato il posto alle luci fredde. Un fischio, un check al VAR, il pallone sul dischetto. Minuto 73: Cortesi spiazza Zaccagno e il Carpi gela Sassari. Finisce 0-1, tra mormorii di impazienza, ed è l’ennesima ferita di una squadra che non convince da settimane e ha smarrito le certezze. Poche ore dopo, il comunicato ufficiale: la Torres solleva dall’incarico Michele Pazienza. La prima squadra viene affidata «temporaneamente» a Marco Sanna, uomo di casa e tecnico della Primavera. È il fotogramma che chiude un capitolo nato in estate con aspettative importanti e tramontato dopo 12 giornate senza risposte sul campo.
UNA DECISIONE DOLOROSA
La decisione della Torres è arrivata la sera di domenica 2 novembre 2025, a poche ore dal ko con il Carpi. Nel testo diffuso dal club, si legge il ringraziamento a Pazienza e al suo staff, il vice Antonio La Porta e il preparatore atletico Leandro Zoila, e la scelta di affidare il gruppo, nell’immediato, a Marco Sanna, ex centrocampista (anche del Cagliari) e oggi tecnico del settore giovanile rossoblù. Un passaggio a caldo, ma preparato dai numeri e dalle prestazioni più recenti. La gara con il Carpi ha avuto la crudezza delle partite che decidono un destino. Al Vanni Sanna, la squadra di Pazienza ha retto un primo tempo di equilibrio, poi nella ripresa è stata travolta dall’inerzia degli emiliani. Il rigore, assegnato dopo revisione al VAR per un contatto in area tra Sall e Giorico, è stato trasformato da Cortesi: rete e tre punti agli ospiti, fischio finale e clima pesante sugli spalti. 
I NUMERI DELLA CRISI: 7 PUNTI IN 12 PARTITE
I dati, in Serie C, sono spesso giudici severi. La Torres è scivolata in zona play out e risulta oggi penultima nel Girone B con 7 punti in 12 giornate: un bottino magro, costruito con 1 vittoria, 4 pareggi e 7 sconfitte, e appesantito da una lunga astinenza realizzativa. La striscia senza successi dura dal primo turno di campionato; le ultime settimane hanno aggiunto un altro dato in rosso: una serie di gare a porta chiusa in attacco che ha minato fiducia e classifica. Anche le cronache locali sottolineano il digiuno offensivo e il rendimento interno insufficiente, con una sequenza di ko casalinghi che ha eroso il credito della squadra presso il proprio pubblico.
L'ARRIVO ESTIVO E IL CREDITO DEL PASSATO
Nato a San Severo nel 1982, Michele Pazienza appartiene alla generazione di centrocampisti italiani di sostanza e lettura. Da calciatore ha indossato le maglie di Udinese, Fiorentina, Napoli, Juventus e Bologna — tra le altre — conquistando con i bianconeri una Supercoppa Italiana nel 2012. Appesi gli scarpini, ha intrapreso la carriera in panchina, muovendo i primi passi con la Primavera del Pisa fino alla promozione in prima squadra (2017), quindi le esperienze a Siracusa, il ciclo importante con l’Audace Cerignola (dove ha firmato la promozione in Serie C), il passaggio di un anno ad Avellino (esonerato poi a settembre 2024) e la breve parentesi al Benevento nella scorsa stagione. Il 18 giugno 2025 la Torres lo ha scelto per aprire «un nuovo ciclo», affidandogli un contratto biennale e completando uno staff a sua immagine. Il tutto in linea con una programmazione che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto consolidare la presenza rossoblù in alta classifica.
LE PAROLE DI PAZIENZA DURANTE LA CRISI
Nelle ultime settimane Pazienza aveva difeso il lavoro quotidiano, rifiutando l’ipotesi di dimissioni e invitando l’ambiente a rimanere «lucido e compatto». Le sue interviste post-partita restituivano la consapevolezza di una crisi di risultati, ma anche la convinzione che il gruppo potesse «venirne fuori» con il tempo e attraverso le micro-correzioni tattiche. La realtà del campo, però, ha chiesto un conto immediato. La penultima posizione, i 7 punti e i 12 turni trascorsi ora non sono una condanna: sono una fotografia da archiviare, in fretta, con un piano semplice e condiviso. E con un obiettivo non negoziabile: uscire dalla zona playout mettendo in fila prestazioni, prima ancora che risultati.