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In Italia l'esonero dopo 10 partite, all'estero vince la Supercoppa ed è in finale di Coppa: il curioso caso dell'allenatore

Il tecnico dopo la parentesi nel proprio territorio d'origine ha ripreso la via estera e si sta togliendo parecchie soddisfazioni

DILA GORI COPPA GEORGIA - DIEGO LONGO

DILA GORI COPPA GEORGIA - Diego Longo, allenatore classe 1976, dal dicembre 2024 al marzo 2025 ha allenato il Sestri Levante in Serie C

La notte di Samtredia non è stata una notte qualunque. Minuto 100: una fuga sulla destra, un cross rasoterra che taglia l’area e il tocco vincente di Emmanuel Boansi. Minuto 120+2: ripartenza chirurgica, palla a Shota Shekiladze, diagonale che s’infila sul palo lungo. Il tabellone dell’Erosi Manjgaladze segna 0-2 d.t.s., il Dila Gori alza le braccia e si conquista la finale della Coppa di Georgia (David Kipiani Cup). In panchina, l’urlo è quello di un italiano: Diego Longo, ex Sestri Levante, ex braccio destro dei Lucescu. Una traiettoria inattesa, ricca di attraversamenti, culminata in due traguardi nazionali nel giro di 4 mesi: la Supercoppa di luglio e, adesso, la finale di Coppa.

UN TECNICO DI FRONTIERA CON PEDIGREE INTERNAZIONALE
Il profilo di Diego Longo è quello di un allenatore cresciuto accanto a grandi maestri e abituato a scenari lontani dai riflettori. Genovese, classe 1976, ha costruito una carriera itinerante dopo l'inizio in squadra dilettantistiche della Liguria: fitness coach e poi vice con Răzvan Lucescu a Rapid Bucarest, quindi collaboratore di Mircea Lucescu alla Dynamo Kyiv nella stagione 2020-2021; in mezzo, esperienze in Grecia (PAOK), Arabia Saudita (Al‑Hilal, campione d’Asia nel 2019), Qatar e Romania. La regia di Lucescu senior lo volle nello staff di Kiev, con il ruolo, esplicitato dal club, di curare l’organizzazione di gioco e la prevenzione infortuni; la separazione, a inizio 2021, avvenne per motivi familiari. Il rientro in Italia nell’inverno 2024 per guidare il Sestri Levante in Serie C fu un passaggio breve e complicato, chiuso dall’esonero del 2 marzo 2025 con la squadra all’ultimo posto. Pochi mesi dopo, il salto nel Caucaso: il 13 giugno 2025 il Dila Gori annuncia il tecnico italiano come nuovo allenatore. Una scelta accolta con curiosità in Georgia, dove la stampa nazionale sottolinea subito il pedigree internazionale del nuovo tecnico.

LA SUPERCOPPA: PRIMO TITOLO
Prima della Coppa, era arrivata la Supercoppa di Georgia, conquistata il 2 luglio 2025 al Davit Petriashvili Stadium di Tbilisi: Dila Gori–Spaeri 2‑0, gol nel finale di João Araújo all’86’ e di Grigol Chabradze al 90’+2. Per il club di Gori si tratta del primo trionfo nella manifestazione, davanti a circa 1.500 spettatori, un dato che restituisce la dimensione intima ma intensa dell’evento e la capacità del Dila di vincere una gara ad alta soglia emotiva con lucidità e gestione del tempo. Titolo che ha «presentato» al Paese la mano dell’italiano e ha segnato un cambio di passo mentale: più aggressività senza palla, linee corte e fiducia nella pressione alta anche nei finali di gara.

DAL CAUCASO ALL'EUROPA
Nel frattempo, tra 10 e 17 luglio 2025, il Dila ha passato il primo turno di qualificazione alla UEFA Europa Conference League contro il Racing FC Union Luxembourg: 1‑2 in Lussemburgo (rimonta firmata Andronikashvili e Edudzi) e 1‑0 a Gori (gol nei minuti di recupero di Ibrahima Dramé) per un aggregato 3‑1. Nel secondo turno, però, si è fermato contro il Riga FC: 2‑1 a Riga, poi 0‑0 al ritorno. Una parentesi europea utile a cementare idee e gerarchie, senza consumare energie emotive oltre misura.

LA MARCIA IN COPPA DI GEORGIA
La corsa del Dila Gori nella David Kipiani Cup ha preso quota a fine estate. Il 23 settembre 2025, nei quarti, i rossoneri hanno espugnato il campo dello Spaeri con un 1‑2 autoritario. Poi, la semifinale in gara secca del 30 ottobre 2025 a Samtredia: 0‑0 nei 90’, 0‑2 ai supplementari. Decisivi i cambi di Diego Longo, che inserisce Emmanuel Boansi prima del tempo extra e poi Shekiladze in corsa, calibrando velocità e attacco alla profondità contro un avversario in evidente calo. Minuti pesanti, esecuzioni fredde. Risultato: finale centrata. Un dettaglio importante: i referti ufficiali collocano le reti al 100’ (Boansi) e al 120’+2 (Shekiladze). Una puntualità che non serve solo alle statistiche: racconta la gestione delle risorse fisiche e mentali da parte del Dila, capace di rimanere «dentro» la partita fino all’ultimo metro.

L'AVVERSARIA DELLA FINALE
Dall’altra parte del tabellone, la FC Iberia 1999 ha piegato in semifinale la Dinamo Batumi con un netto 4‑0 a Tbilisi, blindando la qualificazione alla finale. Iberia arriva all’ultimo atto con credenziali solide e una stagione di campionato trascorsa ai vertici, con un’inerzia positiva evidente. Questo quadro rende la finale un confronto tra la squadra più «stabile» del torneo e la formazione più in crescita dell’ultimo trimestre.

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