Cerca

News

A soli 15 anni debutta in Champions League, il centrocampista è un predestinato ed entra nella storia

Un esordio da record, un club in stato di grazia e un talento che ha fretta: è il più giovane di sempre a giocare nella competizione

SLAVIA PRAGA-ARSENAL UEFA CHAMPIONS LEAGUE - MAX DOWMAN

SLAVIA PRAGA-ARSENAL UEFA CHAMPIONS LEAGUE - Max Dowman, centrocampista classe 2009, è entrato in campo al 27' della ripresa al posto di Leandro Trossard

Una corsa leggera verso la linea laterale, il tabellone luminoso che lampeggia il numero del sostituito, un ragazzino che aggiusta i parastinchi e butta un’occhiata allo stadio. Al minuto 74 circa, con il punteggio già sul 3-0 e la partita in controllo, Max Dowman entra all’Eden Arena di Praga e, in pochi passi, accende due storie contemporaneamente: la sua, che comincia davvero; e quella della UEFA Champions League, che aggiorna il suo libro dei primati. A 15 anni e 308 giorni, il talento dell’Arsenal diventa il più giovane calciatore di sempre a scendere in campo nella competizione, superando il precedente limite fissato nel 2020 da Youssoufa Moukoko. Un lampo in una notte che l’Arsenal di Mikel Arteta domina con autorità contro lo Slavia Praga: 3-0, reti di Bukayo Saka (rigore al 32’) e doppietta di Mikel Merino (46’ e 68’), con i Gunners a punteggio pieno dopo quattro gare e una striscia impressionante di clean sheet consecutivi che eguaglia un primato societario vecchio di 122 anni.

LA PARTITA: DOMINIO ARSENAL E NOTTE PERFETTA PER LA GESTIONE ARTETA
Lo Slavia Praga attacca alto per una ventina di minuti, ma l’Arsenal prende progressivamente il controllo. Il vantaggio arriva su rigore di Saka al 32’ (on-field review al monitor dopo un tocco di mano di Lukáš Provod), poi la ripresa si apre con la zampata-lampo di Merino, schierato da falso nove in assenza di Viktor Gyökeres, appena 36 secondi dopo il calcio d’inizio del secondo tempo. Il tris arriva al 68’ con un colpo di testa dello spagnolo su palla di Declan Rice. Nel mezzo, gestione chirurgica delle transizioni e personalità diffusa. Per le statistiche: quarta vittoria su quattro nel nuovo «league phase» e ottavo clean sheet di fila complessivo, che eguaglia il record del 1903.

IL PROFILO DI MAX DOWMAN: IDENTIKIT TECNICO E TATTICO
1) Dati anagrafici: Max Dowman è nato il 31 dicembre 2009 («Capodanno 2009», come annota anche la diretta testuale del Guardian), e compirà 16 anni il 31 dicembre di quest’anno. Cresciuto a Hale End, l’accademia dell’Arsenal, è un esterno/trequartista mancino capace di giocare a destra per rientrare sul piede forte, ma con naturalezza anche da interno offensivo. 2) Curriculum giovanile: nel 2024 è diventato il più giovane marcatore nella storia della UEFA Youth League (a 14 anni, 8 mesi e 19 giorni, contro l’Atalanta), prima di bruciare ulteriori tappe e lavorare stabilmente con il gruppo di Arteta nell’estate 2025. 3) Esordio in Premier League: il 23 agosto 2025 entra contro il Leeds a 15 anni e 235 giorni, diventando il secondo più giovane di sempre in Premier League dietro al compagno Ethan Nwaneri; in quella partita si guadagna anche un rigore. 4) Titolarità in coppa nazionale: a fine ottobre, a 15 anni e 302 giorni, diventa il più giovane titolare nella storia dei Gunners in una sfida di Carabao Cup contro il Brighton, convincendo per coraggio nei duelli e continuità nello strappo in conduzione. Nel suo repertorio emergono tre parole-chiave: personalità, cambio di ritmo, lettura tra le linee. Non è solo un dribblatore: cerca superiorità posizionale, attacca lo spazio cieco del terzino, e conosce da subito tempi e altezze del pressing post-perdita, un dettaglio non banale a questa età per il calcio di Arteta.

IL MOTIVO PER CUI HA POTUTO GIOCARE A 15 ANNI
Il punto non è soltanto anagrafico: nella Champions League la chiave è la registrazione in rosa secondo le Liste A e B. 1) La Lista A può contenere fino a 25 giocatori (con almeno 8 «localmente formati»). 2) La Lista B è dedicata ai giovani: per rientrarci bisogna essere nati dopo una certa soglia d’età e aver maturato un periodo minimo nel club dal compimento dei 15 anni. In pratica, un 15enne che non ha ancora accumulato i due anni post-15 non può essere inserito in Lista B e va quindi registrato in Lista A, se il club ha spazio e decide di farlo. Soprattutto, nei regolamenti UEFA della Champions non è esplicitata una «età minima di partecipazione» unica e generalizzata: il discrimine è la corretta registrazione del calciatore, non un tetto d’età rigido per giocare (diverso è il tema della Lista B e dei suoi requisiti). Diverse spiegazioni di dettaglio lo chiariscono, ed è così che l’Arsenal ha potuto inserire Dowman tra i disponibili per la coppa. Nota bene: in altre competizioni UEFA (come la UWCL) compare esplicitamente la clausola dell’«età minima di 16 anni entro la fine dell’anno solare»; nella Champions maschile, la struttura regolamentare opera invece attraverso i criteri di registrazione e non attraverso un limite anagrafico universale pubblico e vincolante nel testo accessibile. È una differenza che aiuta a capire perché un quindicenne possa debuttare in Champions, ma non per forza in ogni altro torneo.

I PRECEDENTI: MOUKOKO E YAMAL
1) Youssoufa Moukoko entra nel 2020 con il Dortmund a 16 anni e 18 giorni, superando il record che resisteva da 26 anni di Celestine Babayaro. 2) Lamine Yamal si affaccia nel 2023 col Barcellona a 16 anni e 68 giorni. 3)Da oggi, in cima alla lista c’è Dowman con 15 anni e 308 giorni. La differenza con Yamal e Moukoko non è solo anagrafica: i due entrarono in contesti già impostati su di loro come progetti tecnici di medio periodo. Dowman compie il salto nella stagione in cui l’Arsenal è chiamato a «vincere, adesso», e lo fa in un gruppo che negli ultimi anni ha codificato principi e gerarchie. Questo rende ancora più significativa la fiducia di Arteta: scegliere un 15enne in Champions quando la tua squadra è prima nella «league phase» e sta eguagliando record difensivi, significa credere che quel ragazzo ti aiuti non solo domani, ma anche oggi.

IMPLICAZIONI PER L'ARSENAL
Il debutto di un 15enne non è un semplice «gesto simbolico» quando il calendario comprime energie e il livello sale ogni tre giorni. Mettere minuti di Champions nelle gambe di un talento così giovane significa: 1) allargare le rotazioni senza abbassare il livello tecnico; 2) accelerare l’apprendimento «sul campo» del giocatore, con benefici a medio periodo; 3 lanciare un segnale interno di meritocrazia che motiva l’intera linea dell’accademia. Sul piano dei risultati, l’Arsenal resta a punteggio pieno nella league phase di Champions e – soprattutto – consolida una dimensione identitaria ormai riconoscibile: pressione organizzata, ampiezza controllata, attacco dell’area con i centrocampisti. Di qui in avanti, la gestione dei carichi e il rientro degli infortunati saranno determinanti per trasformare la forma di ottobre-novembre in sostanza primaverile.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter