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Serie C

Dopo l'inizio nei Dilettanti si trova a debuttare tra i Professionisti contro una big, la favola del difensore

Nel recupero del match in casa della prima in classifica ecco i primi minuti tra «i grandi» per il ragazzo partito dal basso

GIANA ERMINIO SERIE C - TOMMASO DUC

GIANA ERMINIO SERIE C - Tommaso Duca, difensore classe 2005, ha debuttato in prima squadra domenica 2 a Vicenza subentrando nel finale ad Alessandro Lamesta

Domenica 2 è finita nel diario delle prime volte: Tommaso Duca ha esordito tra i Professionisti con la maglia della Giana Erminio, buttato nella battaglia dal tecnico Vinicio Espinal negli ultimi minuti al «Romeo Menti», casa della capolista Vicenza. Pochi istanti? Sì. Ma sufficienti per attraversare un confine. Per un difensore cresciuto passo dopo passo nelle giovanili della Cremonese (e ancora prima del Sedriano e dell'Accademia Inter), sentire il fischio dell’arbitro in uno stadio pieno, guardare l’attaccante più esperto che ti viene addosso e misurare il tempo dell’intervento vale come un esame vero. E Duca lo ha superato. Quell’ingresso a freddo, con i minuti che scivolano, dice due cose. Primo: lo staff della Giana si fida, perché il debutto lontano da casa e in un contesto «pesante» non si regala. Secondo: il ragazzo ha il carattere per reggere l’impatto. Per molti giovani difensori la prima volta è uno shock.

LA SCALATA, DAL SEDRIANO ALLA CREMONESE
La storia recente comincia nel 2019-2020 con l’Under 15 del Sedriano: stagione buona prima dello stop a causa della pandemia, 21 presenze e 5 gol, dettaglio che racconta subito una predisposizione a farsi sentire sui piazzati. L’anno dopo arriva la chiamata della Cremonese e la salita lungo la piramide granata: Under 16, Under 17, poi la Primavera. È qui che il percorso accelera. Nel 2022-2023, in Primavera 2, totalizza 11 presenze e 782 minuti, trovando anche 1 rete: minutaggio in crescita, primi compiti seri in marcatura contro i «2004-2005» già strutturati fisicamente. Nel 2023-2024 la curva prosegue: 24 presenze in Primavera 2 e 1.594 minuti giocati, ancora 1 gol e una sensazione sempre più chiara: l’affidabilità. L’ultimo gradino del vivaio arriva nel 2024-2025: Primavera 1, maglia numero 4, 29 presenze e 1.923 minuti. È il dato che pesa di più: continuità settimana dopo settimana, dentro un campionato che ti obbliga a difendere trenta metri più indietro e a gestire attaccanti che fanno già movimenti «da adulti». Nel mezzo, tante convocazioni nelle coppe di categoria e la sensazione che, per uno con la sua pulizia tecnica, il professionismo fosse la naturale destinazione. L’estate 2025 apre il capitolo Giana Erminio. Il Girone A della Serie C non perdona: trasferte lunghe, campi tosti, attaccanti scafati. Proprio ciò che serve a un difensore che scende dal calcio giovanile con un bagaglio tecnico pulito e una testa abituata alla disciplina.

IDENTIKIT MODERNO: DIFENSORE SENZA PERDERE SOSTANZA
Duca è catalogato ovunque come «D»: difensore, e basta. In pratica sa giocare centrale di destra in una linea a 4, o braccetto in una difesa a 3. Le sue qualità emergono in tre aree. 1) Lettura preventiva. In Primavera gli allenatori si fidavano della sua capacità di «sentire» l’azione: non rincorre l’uomo, lo aspetta. È più un marcatore di posizione che d’istinto, ma quando l’azione lo richiede sceglie il contrasto senza esitare. 2) Primo passaggio. Uscita palla a terra pulita, ricerca della linea verticale semplice (mediano o terzino in sostegno), e quando c’è campo non disdegna la traccia diagonale sul piede dell’esterno. Non forza il lancio lungo: preferisce superare una pressione con controllo orientato e appoggio in sicurezza. 3) Palle inattive. I numeri nelle giovanili (quel gol ripetuto in due stagioni) parlano di timing in area. In C, dove i dettagli pesano, saper «tagliare» sul primo palo o prendere il secondo tempo sul blocco può diventare un’arma per strappare punti. Fisicamente è longilineo ma saldo nei duelli. Ha ancora margini nell’uso del corpo spalle alla porta avversaria (quelle spinte furbe dei centravanti esperti), e potrà aumentare la cattiveria agonistica senza perdere pulizia. La velocità di base è buona; il vero salto arriverà migliorando i primi due passi quando la palla supera la linea e bisogna voltarsi e correre.

COSA CAMBIA DOPO VICENZA
Entrare al Menti contro la capolista significa vivere tre «prime volte» in una: prima volta davanti a uno stadio caldo, prima volta gestendo il cronometro (dove ogni rinvio è una scelta strategica), prima volta in cui il linguaggio del corpo diventa messaggio allo spogliatoio. In quei minuti Duca ha mostrato tre dettagli da professionista: 1) semplicità immediata al primo pallone toccato (controllo-passo-appoggio); 2) allineamento difensivo rispettato, senza “strappare” dalla linea per andare allo scontro; 3) attenzione alle seconde palle, il vero termometro delle partite di C. Sono piccole cose, ma costruiscono reputazione. Oggi lo staff sa che può chiamarlo in causa anche in gestione del risultato: una finestra reale per i prossimi mesi.

IL CONTESTO TATTICO ALLA GIANA, UN BUON INCASTRO
La Giana Erminio è una società che ha fatto della programmazione il suo marchio. Le idee sono chiare: intensità senza frenesia, linea difensiva corta, pressione organizzata sulla prima palla avversaria. In questo quadro, un centrale con ordine come Duca si incastra bene. Non gli si chiede di cercare la giocata d’effetto; gli si chiede di leggere e pulire. In fase di possesso la costruzione bassa può valorizzare il suo primo passaggio: ricezione sull’interno, appoggio al mediano, o imbucata semplice sul terzino che sale. In non possesso, l’obiettivo è diventare affidabile nelle correzioni sulla profondità, specialmente quando la Giana difende con campo alle spalle.

LA SUA STORIA PARLA ANCHE AGLI ALTRI
Il percorso di Duca racconta una verità spesso dimenticata: la pazienza paga. Niente voli pindarici, nessuna scorciatoia. Dall’Under 15 di un campionato dilettantistico alla Serie C passando per tutte le tappe intermedie, aumentando il minutaggio e i compiti. L’esordio non è un fulmine: è la conseguenza di una salita costante. E questo rende stabile il futuro. Chi arriva ai Professionisti con una base costruita nel tempo possiede due vantaggi: automatismi (muove il corpo «bene» anche sotto stress) e resilienza (ha già vissuto vittorie e inciampi). È il profilo che piace agli allenatori, soprattutto in una categoria che cambia le gerarchie ogni settimana. Ora viene il bello: difendere con ordine, crescere con coraggio, pretendere da sé stesso un passo in più ogni settimana. La Serie C non regala nulla; proprio per questo, quei minuti a Vicenza valgono come una dichiarazione d’intenti.

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