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Segnò un gol storico nel derby di Roma, ora vola in Francia: nuova avventura per il dirigente

Federico Balzaretti affiancherà Medhi Benatia all'Olympique Marsiglia dopo la fine del rapporto con i giallorossi

Federico Balzaretti

Federico Balzaretti lascia la Roma e approda al Marsiglia, sarà il braccio destro di Benatia

Era quasi buio a Trigoria quando l’auto di Federico Balzaretti ha oltrepassato per l’ultima volta il cancello. Nessun saluto in pompa magna, niente passerelle: solo la concretezza di chi sceglie il momento, risolve un contratto e riparte. Destinazione: Lì, all’ombra del Vélodrome, lo aspetta l’Olympique Marsiglia, un club che ha fame e che ha già scelto di ridisegnare la propria piramide tecnica. In cima c’è Medhi Benatia, diventato “Direttore del calcio” a gennaio 2025, e adesso pronto ad affiancarsi un vice di fiducia: Balzaretti. Un incastro tra ex compagni, un’idea di calcio condivisa e un contesto, l’OM, che negli ultimi mesi ha accelerato su governance, scouting e sostenibilità. È la mossa che non ti aspetti, e che può pesare subito.

I FATTI E PERCHÈ IL MARSIGLIA

Il dirigente torinese, classe 1981, ha definito la risoluzione del suo rapporto con la Roma nelle scorse ore: un atto formale che chiude il capitolo giallorosso e apre quello francese. Secondo le ricostruzioni, l’accordo con il Marsiglia sarà ufficializzato a breve: per Balzaretti si profila il ruolo di collaboratore e vice del responsabile dell’area sportiva, Benatia, con cui ha condiviso lo spogliatoio giallorosso ai tempi da calciatori. Una scelta di campo e di metodo, coerente con il profilo richiesto da un club che negli ultimi mesi ha investito su competenze e catena decisionale.

La chiave nella scelta dell'Olympique Marsiglia sta in due parole: progetto e fiducia. Da novembre 2023 a gennaio 2025, Benatia ha scalato le gerarchie dell’OM, passando da consigliere sportivo del presidente Pablo Longoria a Direttore del calcio con responsabilità trasversali, dall’Academy alla prima squadra. È lui ad aver immaginato una struttura più orizzontale e reattiva, capace di integrare scouting, analisi dati e network internazionale: in questo disegno, Balzaretti porta esperienza in Italia, confidenza con la lingua del campo e una solida pratica nella gestione dei prestiti e nella pianificazione degli organici. Il tassello combacia, anche perché in panchina c’è Roberto De Zerbi, tecnico che pretende tempi rapidi nel trasferimento delle idee al mercato.

IL BALZARETTI DIRIGENTE

Tornato a Trigoria poco meno di un anno fa, Balzaretti ha lavorato da “loan manager”, supervisionando i calciatori ceduti temporaneamente e supportando l’area scouting. Una posizione spesso sottotraccia ma strategica: significa presidiare i percorsi di sviluppo, proporre ricollocazioni utili e mantenere la filiera tecnica connessa all’idea di prima squadra. Nella scorsa primavera si era affacciata per lui anche una collaborazione più ampia con la direzione sportiva, preludio a un ruolo operativo accresciuto. La chiamata dell’OM, però, anticipa i tempi: è l’occasione per misurarsi in un contesto internazionale in piena espansione.

Ma quindi chi è, in sintesi, Federico Balzaretti dirigente? Dopo oltre 400 partite da calciatore tra Torino, Juventus, Fiorentina, Palermo e Roma, e 16-23 presenze in Nazionale a seconda dei conteggi ufficiali, ha virato subito verso la scrivania. Nella prima Roma post-ritiro (dal 2015) è stato responsabile dei giocatori in prestito e, in alcuni periodi, vice di un direttore sportivo di caratura internazionale come Monchi. Poi l’esperienza da Direttore sportivo a Vicenza, coronata dalla vittoria della Coppa Italia Serie C 2022/23; infine, la chiamata dell’Udinese come Responsabile dell’Area Tecnica nel giugno 2023, incarico chiuso di comune accordo nell’estate 2024. Quindi il ritorno a Roma nel 2025. Un percorso senza scorciatoie, in cui le competenze – pianificazione, scouting, gestione della rosa, diplomazia – si sono sedimentate passo dopo passo.

AMBIZIONI STELLARI ALL'OM

L’OM è un cantiere organizzativo che ha già definito alcuni capisaldi. Dall’estate scorsa a oggi, la direzione tecnica guidata da Benatia ha impostato un mercato che combina profili pronti e investimenti da valorizzare, con l’obiettivo dichiarato di stabilizzare la presenza in Champions League. Nelle dichiarazioni recenti, il direttore del calcio ha sottolineato un rafforzamento mirato in difesa e un equilibrio finanziario da preservare, in un campionato – la Ligue 1 – che impone sostenibilità e creatività. È il terreno ideale per un dirigente abituato a muoversi tra scouting e relazioni, con una rete costruita tra Serie A, categorie inferiori italiane e circuiti internazionali.

BENATIA-DE ZERBI: IDEE E PERSONALITÀ

Il legame tra Balzaretti e Benatia nasce sul campo, si è consolidato negli anni e oggi diventa leva manageriale. La prospettiva di avere un “vice” che conosce ritmi, esigenze e linguaggi del calcio italiano può accelerare la connessione dell’OM con quel mercato: dai talenti in uscita dai settori giovanili ai profili in cerca di rilancio, fino ai rapporti con agenti e club. Per Benatia, promotore di un progetto a lungo termine, significa aggiungere una figura che possa dialogare con staff tecnico, scouting e proprietà. Per Balzaretti, vuol dire entrare in una cabina di regia in cui le decisioni si prendono in fretta ma con metodo.

La presenza di Roberto De Zerbi è un’altra variabile determinante. Ingaggiato con un contratto pluriennale nella stagione 2024/25 e confermato per il 2025/26, l’allenatore italiano ha già dato una fisionomia riconoscibile alla squadra, chiedendo un flusso decisionale chiaro tra panchina e scrivania. In più, la gestione di settimane potenti – dal debutto europeo al peso specifico dei big match in Ligue 1 – impone una direzione sportiva capace di reagire con lucidità agli imprevisti. È qui che il ruolo di “deputy” assume concretezza: tradurre i bisogni del campo in mosse di mercato e di gestione rosa, senza dispersioni.

PONTE ITALO-FRANCESE

Il Marsiglia versione 2024-2026 sta diventando un crocevia italiano: guida tecnica De Zerbi, vertice sportivo Benatia (ex Serie A), ora l’innesto di Balzaretti. È una convergenza culturale prima ancora che tattica. A livello di mercato, si traduce in una maggiore familiarità con i meccanismi italiani: clausole, formule creative (prestito con diritto/obbligo, contro-riscatto), contratti legati alle performance. È la grammatica in cui Balzaretti è cresciuto e che può importare a Marsiglia, adattandola alle regole della LFP e al perimetro finanziario del club.

VICENZA E UDINESE COME APPRENDISTATO

L’anno e mezzo a Udine e i due anni a Vicenza hanno rappresentato per Balzaretti una palestra preziosa. A Vicenza ha vissuto la doppia realtà di un club storico tra rilancio e difficoltà, con la soddisfazione concreta della Coppa Italia Serie C. A Udinese, invece, ha respirato un modello consolidato nel trading dei calciatori, nella rete di osservazione e nella capacità di resistere agli urti di stagione in stagione. Esperienze diverse, un unico denominatore: imparare a prendere decisioni con informazioni imperfette, nel poco tempo che il calcio concede. Sono anticorpi utili a Marsiglia.

PERCHÈ LA STORIA RIGUARDA ANCHE I TIFOSI

Per i tifosi della Roma, l’addio di Balzaretti tocca corde emotive: ex giocatore amato, dirigente rientrato per dare una mano in un momento di transizione, ora migrante di lusso verso la Francia. Per i tifosi dell’OM, è il segnale che la società prosegue nel rafforzare la trincea dirigenziale accanto al campo: un investimento nel cervello operativo del club, non solo nelle gambe. È la parte spesso invisibile del calcio, quella che decide perché un affare si chiude in 48 ore o si trascina per 4 settimane, perché un giovane sboccia o si perde. E se c’è una città in cui ogni dettaglio pesa, quella è Marsiglia.

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