Serie A
05 Novembre 2025
FIORENTINA SERIE A - Daniele Galloppa è alla Fiorentina dal 2020 e dopo 3 anni in Under 17 è passato alla guida della Primavera
La scena potrebbe essere questa: nel silenzio quasi sacrale del Viola Park, un gruppo di ragazzi interrompe lo stretching. Alla porta dello spogliatoio compare un volto noto, ma in un ruolo nuovo. È Daniele Galloppa: non più il tecnico che sistema i dettagli della Primavera, ma l’uomo che, almeno per adesso, dovrà rimettere in cammino la prima squadra della Fiorentina. Il comunicato arriva nella tarda mattinata di martedì 4 novembre 2025: esonero di Stefano Pioli, guida tecnica affidata ad interim a Galloppa. Una frattura netta, certificata dai numeri: ultimi in classifica con 4 punti in 10 gare e nessuna vittoria in Serie A, nonostante una marcia migliore in Conference League. Il presente è un campo di prova: giovedì a Magonza e poi, con ogni probabilità, domenica a Genova. Dentro questa parentesi c’è più di una semplice soluzione tampone: c’è l’idea di un club che prova a ritrovare identità ripartendo dalla propria base tecnica e culturale.
ECCO GALLOPPA, UN EX CENTROCAMPISTA RAFFINATO
Per capire chi oggi siede sulla panchina viola bisogna tornare al ragazzo romano nato il 15 maggio 1985, cresciuto nella Roma di Alberto De Rossi, diventato professionista tra Triestina, Ascoli, Siena e soprattutto Parma. Un interno moderno, tempi di gioco puliti, visione verticale. E poi la sfortuna: quattro interventi ai legamenti crociati tra il 2010 e il 2015 lo hanno costretto a reinventarsi prima del tempo. Si ritira nel 2018, chiude il cerchio in Serie C e riparte dai campi di provincia e dai settori giovanili. La cifra umana, prima ancora che tattica, nasce lì. Dopo le prime esperienze (dilettanti a Santarcangelo, poi U17 della Vis Pesaro), Galloppa approda nel 2020 alla Fiorentina: guida l’Under 17, quindi la Primavera, con cui vince la Coppa Italia Primavera 2023-2024, arriva a una finale Scudetto persa con l'Inter e si guadagna il rinnovo fino al 2026.
LA CRISI PIOLI, I NUMERI E IL CONTESTO
Il ritorno di Stefano Pioli a Firenze – ufficializzato a luglio 2025 con un triennale – doveva essere il ponte tra esperienza e continuità. È diventato invece un cortocircuito tecnico ed emotivo. In Serie A la Fiorentina ha raccolto 0 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte nelle prime dieci giornate; in Europa, al contrario, la squadra ha saputo imporre la propria qualità nei preliminari e nel girone. L’ultima sconfitta, con il Lecce il 2 novembre, ha fatto precipitare la situazione. La società, e in primis Rocco Commisso, hanno scelto di cambiare: separazione con Pioli e incarico a Galloppa per traghettare il gruppo verso gli impegni imminenti. Il quadro è stato raccontato e confermato da più fonti autorevoli nel corso della giornata. Per il dopo-Pioli resta caldo il nome di Roberto D’Aversa, ma per ora il campo è di Galloppa. E il campo dice che in 72 ore c’è da allenare, convocare, scegliere una linea. A Magonza, giovedì 6 novembre 2025, la Fiorentina si gioca punti pesanti nella UEFA Europa Conference League; poi, domenica 9 novembre, ecco Genoa-Fiorentina alle 15:00. Due prove di verità.
PRINCIPI E SISTEMI
1) Centralità del centrocampo. Da ex interno, Galloppa costruisce la partita lì dove «si decide il traffico»: insiste su linee di passaggio pulite, rotazioni dei due mediani, mezzali capaci di dare un tempo in più alla manovra. Concetto chiave: possessione intenzionale, non sterile. 2) Flessibilità di struttura. Nelle giovanili ha alternato 3-4-3 e 4-3-3, con momenti in 4-4-2 “a rombo” in fase di non possesso. Il riferimento non è il modulo, ma la distribuzione degli uomini tra le linee. 3) Ampiezza e catene laterali. Esterni alti e terzini in sovrapposizione interna per liberare il cross arretrato, rifinitura sul secondo palo. 4) Aggressività misurata. Pressione orientata su palla, scelta di tempi e distanze, più che corsa a vuoto. 5) Cura del dettaglio mentale. Il Galloppa «educatore» introduce regole semplici, responsabilizza i giovani e pretende leadership diffusa dai senatori. Chi lo ha seguito con la Primavera viola descrive un calcio «leggibile» ma non banale, con l’obiettivo di rendere intercambiabili i profili offensivi e far emergere i migliori nei duelli individuali. Non è un ideologo: è un «operativo» che adatta i principi al materiale umano.
LA BIOGRAFIA CHE SPIEGA L'ALLENATORE
C’è un filo rosso che lega il calciatore Galloppa all’allenatore Galloppa: l’abitudine a ricominciare. Gli infortuni ai crociati – sinistro nel 2010, di nuovo nel 2012, destro nel 2013, la quarta volta nel 2015 – lo hanno costretto a una disciplina personale che oggi trasferisce al gruppo: ascolto del corpo, prevenzione, lavoro individuale. E c’è il rapporto con i maestri: Alberto De Rossi (il «Prof» della Roma Primavera), la scuola viola che pretende un calcio proattivo e coraggioso. Nelle interviste sottolinea spesso l’importanza del «fuoco dentro»: il talento conta, ma senza motivazione e ordine non regge. È la filosofia che porterà con sé a Magonza e a Genova.