News
05 Novembre 2025
San Siro passa a Milan e Inter per dare alla città un nuovo stadio da 71.500 posti
La penna scorre veloce sul protocollo, il timbro del notaio rompe il silenzio della sala. È mattina, 5 novembre 2025, e con due firme l’inerzia di un secolo si capovolge: la proprietà dell’area di San Siro — la cosiddetta Grande Funzione Urbana — scivola dalle mani del Comune di Milano a quelle di AC Milan e FC Internazionale. Prezzo: 197 milioni di euro. Non un semplice passaggio di consegne, ma l’innesco di una trasformazione urbana e sportiva che Milano insegue da anni. I club continueranno a giocare al Meazza fino a quando il nuovo stadio da 71.500 posti non sarà pronto; nel frattempo, il quartiere si prepara a diventare un cantiere di idee, infrastrutture e servizi.
Con il rogito, l’insieme immobiliare classificato dal PGT come “Grande Funzione Urbana San Siro” — che include lo stadio “Giuseppe Meazza” e le aree circostanti — passa ufficialmente alla newco dei club. È la cornice urbanistica che consente di progettare non solo un impianto calcistico, ma un polo di rigenerazione a scala cittadina, incardinato nella **Legge Stadi (d.lgs. 38/2021) e negli obiettivi di valorizzazione del patrimonio pubblico fissati da Palazzo Marino. Il via libera politico è arrivato in Consiglio comunale il 30 settembre 2025 con 24 voti favorevoli e 20 contrari. La delibera ha fissato i “punti essenziali” della vendita e ha aperto il varco alla stipula notarile di oggi.
La tempistica è stata serrata anche per un altro motivo: secondo la ricostruzione degli atti e di fonti politiche, entro il 10 novembre sarebbe potuto scattare un vincolo architettonico sul secondo anello del Meazza, destinato a complicare o impedire la demolizione della struttura esistente. La firma entro questa finestra ha dunque avuto anche un valore tecnico-giuridico. Il quadro, emerso tra atti comunali, resoconti parlamentari e comunicazioni ufficiali dei club, racconta un’operazione che prova a conciliare un’entrata per il Comune con un investimento privato che si misura nell’ordine di 1,2 miliardi per l’intero progetto: circa 810 milioni per lo stadio e oltre 420 milioni per il comparto plurifunzionale (uffici, retail, hospitality, parcheggi, energy power station, servizi alla persona).
Il concept e il masterplan sono stati affidati a Foster + Partners e MANICA, due firme globali dell’architettura sportiva e urbana. L’impianto, nelle intenzioni dei club, avrà due grandi anelli, una capienza di 71.500 posti, standard di accessibilità elevati e un’attenzione esplicita a sostenibilità e comfort. La progettazione s’innesta in un disegno di rigenerazione su circa 281.000 metri quadrati, con spazi pubblici e un parco di almeno 140.000 mq fruibili tutto l’anno.
L’atmosfera “d’anfiteatro” e alcuni riferimenti tipologici — dall’esperienza di Wembley alle più recenti arene nordamericane — compongono lo sfondo culturale della proposta, mentre sul piano acustico e della vivibilità il dossier promette un contenimento dei rumori e una flessibilità “365 giorni” tra calcio, eventi e concerti. Non tutto del Meazza, però, è destinato a sparire: le linee guida emerse nel confronto istituzionale prevedono la conservazione di una porzione “storica” del secondo anello, quale testimonianza identitaria del luogo. Un compromesso tra tutela e innovazione che prova a tenere insieme memoria e futuro. Il disegno industriale è chiaro: proprietà americane — RedBird per il Milan e Oaktree per l’Inter — scommettono su un’infrastruttura capace di accrescere i ricavi da matchday, ampliare il bacino commerciale e sostenere, nel medio periodo, squadre competitive in Italia e in Europa. Il finanziamento ponte per l’acquisizione dell’area e le prime fasi progettuali è stato strutturato con il supporto di grandi banche internazionali al fianco dei partner italiani dei club: un segnale di fiducia sul merito industriale e sulla bancabilità dell’operazione. Nell’intervallo, San Siro resterà operativo per le gare di Serie A, Coppe e per l’Cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici Invernali 2026, come già programmato. Solo una volta completato il nuovo impianto i club traslocheranno stabilmente.
La delibera di Palazzo Marino è passata con 24 voti favorevoli e 20 contrari dopo una seduta fiume e una gestione politica complessa, culminata nell’approvazione di un “sub-emendamento tagliola” che ha fatto decadere centinaia di emendamenti. La maggioranza ha motivato il sì con l’esigenza di modernizzare l’impiantistica cittadina, ridurre i rischi reputazionali e di degrado di un colosso invecchiato, e trattenere in città due proprietà che, a più riprese, avevano valutato soluzioni fuori Milano. Le opposizioni — e una parte della stessa maggioranza — hanno contestato il prezzo, il perimetro delle compensazioni a carico del pubblico e la demolizione prevalente del Meazza. È il compromesso politico che ha reso possibile la firma odierna.
L’immagine dei piloni elicoidali e degli anelli ha scolpito il Meazza nell’immaginario mondiale. Il progetto prevede un riuso parziale e la conservazione di una porzione del secondo anello come “memoriale urbano”, innestato in un sistema di spazi pubblici e percorsi che racconteranno la storia del luogo. Un segno che prova a rispondere all’istanza — forte in città — di non cancellare completamente il simbolo. Resta comunque una scelta radicale: la demolizione della gran parte dell’impianto attuale.
Con un calendario internazionale già inciso nella pietra, l’apertura dei Giochi Invernali 2026 resta assegnata al Meazza. Più in là, l’Italia co-organizzerà Euro 2032 con la Turchia: non è un caso se la corsa all’aggiornamento degli stadi è tornata priorità nazionale. Per Milano, l’operazione San Siro è una scommessa per presentarsi con infrastrutture all’altezza della vetrina continentale.
Fino al trasloco nel nuovo impianto, Milan e Inter continueranno a giocare a San Siro. È un punto fermo ribadito in più sedi istituzionali e giornalistiche, necessario per garantire la continuità sportiva e commerciale dei club durante progettazione e cantiere. Eventuali lavori preliminari verranno calendarizzati fuori dai picchi di attività agonistica.
L’apertura di un fascicolo conoscitivo da parte della Procura su esposti di comitati contrari — tra cui il Comitato Sì Meazza — ha accompagnato l’iter, senza sin qui determinare stop formali. La dinamica è fisiologica per dossier di questa scala: fin qui, gli atti amministrativi sono passati al vaglio degli organi competenti e ora si entra nella fase più tecnica del Piano attuativo.