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Serie C

Dopo soli 3 mesi il club penalizzato di 15 punti cambia proprietà, è corsa contro il tempo per la salvezza

Le vicende estive lasciano il passo ad un nuovo scenario quando la stagione non è ancora del tutto compromessa, sottoscritto il preliminare

RIMINI SERIE C - GIUSY ANNA SCARCELLA

RIMINI SERIE C - Giusy Anna Scarcella, proprietaria del club romagnolo tramite la Building Company, è pronta alla cessione a Nicola Di Matteo

Il tempo di un’estate e di un autunno turbolento, e il Rimini F.C. si ritrova a cambiare di nuovo pelle. Dopo appena 3 mesi, la gestione targata Giusy Anna Scarcella va in archivio: l’imprenditrice, attraverso una nota di commiato, ha ammesso l’impossibilità di garantire la necessaria continuità economica e gestionale del club. Una presa d’atto che, più che sorprendere, conferma la linea frastagliata che la società biancorossa ha imboccato sin dal passaggio dalla Ds Sport Srl di Stefania Di Salvo alla Building Company S.r.l.

IL PRELIMINARE E IL NUOVO CORSO
«Rimini F.C. comunica che in data odierna è stato sottoscritto il contratto preliminare per la cessione del 100% delle quote societarie da parte della Building Company S.r.l. al gruppo guidato da Nicola Di Matteo». È questo il passaggio chiave che apre una fase nuova, ma tutt’altro che semplice. Nella giornata di domani è atteso il pagamento, passaggio indispensabile per il trasferimento effettivo della proprietà e per l’insediamento della nuova compagine ai vertici del club. Nel suo saluto, Scarcella ha voluto fissare alcuni punti: «In questi mesi abbiamo lavorato con grande senso di responsabilità per tutelare il Rimini F.C. e garantirgli un futuro. Alla luce delle circostanze, non era più possibile da parte mia assicurare la continuità gestionale e finanziaria necessaria al club». Parole che restituiscono la misura di un percorso in salita, segnato da una gestione d’emergenza e dall’urgenza di trovare risorse fresche per sostenere l’ordinario.

LE PRIME SPINE PER IL GRUPPO DI MATTEO
Il nuovo corso dovrà immediatamente confrontarsi con due nodi: l’esposizione debitoria verso l’ex presidente Alfredo Rota e la pesante penalizzazione di 15 punti già inflitta alla squadra. Due macigni che impattano su piani diversi, amministrativo e sportivo, ma che si alimentano reciprocamente: senza stabilità finanziaria è complicato invertire la rotta in campo; senza risultati diventa più difficile attrarre sponsor, partner e serenità nell’ambiente. La penalizzazione, per entità e tempistica, riscrive l’obiettivo stagionale: non più ambizioni di medio-alta classifica, bensì la salvezza, con un margine di errore che si assottiglia. In parallelo, sul fronte societario, servirà una mappatura puntuale dei debiti e un piano di rientro credibile, capace di dialogare con creditori e istituzioni sportive, riportando fiducia nei conti e nella governance.

PASSAGGIO NECESSARIO
Scarcella, proprietaria della Building Company S.r.l. che detiene il 100% delle quote, ha ringraziato il gruppo guidato da Di Matteo «per aver accolto la sfida con determinazione, consentendo al Rimini di proseguire il proprio cammino e di mantenere viva la sua identità». È un passaggio non solo formale: in momenti così, l’identità, la maglia, lo stadio, la storia, la comunità, diventa l’asset più prezioso. Il rischio, quando la dimensione finanziaria prende il sopravvento, è che il club si riduca a una pratica da sbrigare; ricordare a tutti che il Rimini è una piazza con tradizione e tifo significa tenere agganciata la rotta al suo baricentro sportivo e sociale.

I PROSSIMI TEMPI
1) Sblocco formale della proprietà. Completare il pagamento e chiudere gli adempimenti notarili: senza questo step, ogni piano resta teorico. 2) Stipendi e fornitori. Stabilizzare la cassa e ristabilire un ciclo di pagamenti regolari: è la condizione per rimettere ordine nello spogliatoio e nei rapporti con chi lavora ogni giorno per il club. 3) Piano sul debito verso Rota. Serve un accordo strutturato, con scadenze e garanzie, per abbattere la tensione legale e contabile. 4) Compliance sportiva. Interlocuzione serrata con FIGC/Covisoc per prevenire nuovi provvedimenti e chiudere eventuali pendenze: la prevedibilità amministrativa è ossigeno. 5) Area tecnica. Valutare, insieme allo staff, come tamponare l’impatto del -15: gestione del minutaggio, rinforzi mirati nel primo slot utile, ruolo dei giovani, e un piano gara più pragmatico lontano da casa. 6) Comunicazione e territorio. Ricostruire il rapporto con tifosi, sponsor e istituzioni locali con trasparenza: roadshow interno, incontri pubblici, bilancio sociale minimo e un calendario di aggiornamenti sulle tappe del risanamento.

DENTRO LO SPOGLIATOIO
«Sono sicura che questo passaggio riporterà serenità, entusiasmo e fiducia a tutto l’ambiente biancorosso, in particolare ai ragazzi e allo staff che ogni giorno lavorano per onorare questa maglia». L’auspicio di Scarcella non è retorica: nella quotidianità di una squadra, le incertezze di proprietà si traducono in rumore di fondo. All’opposto, un club che paga puntuale, comunica chiaro e difende il gruppo mette il tecnico nelle condizioni di fare calcio, di chiedere un pressing in più o una lettura più coraggiosa nel finale senza che il contesto rema contro. Anche perchè il -15 in classifica impone una marcia da salvezza immediata: servono punti pesanti contro le dirette concorrenti e un rendimento interno da squadra cinica. La classifica corta può aiutare, ma solo se il Rimini ritroverà continuità.

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