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Serie C

L'allenatore del miracolo sportivo nella città di 17mila abitanti torna in pista, sostituirà il Maestro dimissionario

Con soli 10 punti in 12 partite il cammino in campionato impone una svolta: subito un test impegnativo con una big del campionato

FOGGIA SERIE C - ENRICO BARILARI

FOGGIA SERIE C - Enrico Barilari nella scorsa stagione ha diretto il Sorrento per 21 partite, prima ancora la lunga avventura al Sestri Levante

Una porta che si chiude, un cancello che si apre. Allo Zaccheria il vento di novembre spazza via i dubbi e solleva un’urgenza: dopo l’addio di Delio Rossi, il Foggia ha scelto di correre. Direzione: Enrico Barilari. Un tecnico abituato alle strade impervie, che nel 2023 portò il Sestri Levante dove non arrivava da 74 anni, e che ora potrebbe ritrovarsi in panchina già domenica 9 novembre 2025, nel faccia a faccia serale con il Benevento. Una partita incorniciata dalla «Giornata della Legalità», simbolica quanto il momento che attraversa la città e il suo club.

IL FATTO: ROSSI SALUTA, IL FOGGIA VOLTA PAGINA
Le dimissioni di Delio Rossi erano nell’aria, la «risoluzione consensuale» è arrivata il 6 novembre 2025 con una nota ufficiale del club: «dopo aver ascoltato l’intera squadra e informato l’Amministrazione giudiziaria… si è giunti alla decisione di condividere la risoluzione del rapporto». È l’epilogo di un avvio complicato: i rossoneri avevano raccolto appena 10 punti in 12 giornate, con un clima interno appesantito e la tifoseria divisa. La scelta di separarsi è stata rapida, necessaria, inevitabile.

LA SCELTA: IL MOTIVO BARILARI
Il Foggia ha imboccato la strada Enrico Barilari per più di un motivo. Il primo è sportivo: curriculum in crescita, licenza UEFA A, un’idea di gioco elastica e un passato recente da «costruttore». Al Sestri Levante ha firmato un’impresa: promozione in Serie C con largo anticipo, record di punti e, a giugno 2023, anche lo scudetto di Serie D. Numeri e trofei da cui emergono organizzazione, cura dei dettagli, adattamento. C’è poi un fattore relazionale: il direttore sportivo rossonero è Carlo Musa, reduce da due stagioni a Sestri Levante. Un filo rosso che facilita linguaggi, riferimenti, aspettative. La scelta del Foggia ha dunque una logica operativa: puntare su un tecnico in sintonia con il ds, capace di «mettere i giocatori nelle migliori condizioni», come lo stesso Barilari amava ripetere citando Ancelotti.

LO STATO DELLA TRATTATIVA: FIRME ATTESE, TEMPI STRETTI
Le indiscrezioni convergono: Barilari è «a un passo» dalla firma con il Foggia. L’allenatore sta perfezionando la risoluzione del vincolo residuo con il Sorrento, un nodo burocratico più che tecnico, dato che in costiera era stato esonerato il 19 gennaio 2025. L’intenzione del club è chiara: chiudere in 24-48 ore per consegnargli la squadra in tempo utile per la sfida al Benevento. In mancanza di intoppi, lo vedremo in panchina già domenica. Formulazione d’obbligo: salvo sorprese dell’ultima ora.

IDENTIKIT TECNICO: IL PRAGMATISMO COME BUSSOLA
1) Moduli preferiti: 4-3-3 e 4-2-3-1, con disponibilità a passare alla difesa a tre nei momenti di necessità. Non è un ideologo, è un pratico. L’idea è comprimere il campo, pressing organizzato, catene laterali coinvolte, mezzali «verticali» che accompagnano l’azione. 2) Principi chiave: occupazione razionale degli half-spaces, aggressione della seconda palla, ampiezza data dagli esterni. Quando le risorse sono limitate, la priorità diventa la fase di non possesso: linee corte, tempi d’uscita puliti, blocco medio-prudente contro avversari tecnici. 3) Focus sui giovani: background nei settori giovanili di Spezia e Lavagnese, sensibilità nel valorizzare under e profili in crescita. È una cifra coerente con gli equilibri economici della Serie C di oggi e con la rosa rossonera, dove il ricambio generazionale è condizione più che opzione.

LA POSTA IN GIOCO: OLTRE I 3 PUNTI
Il Foggia non si gioca «solo» una svolta di classifica. Si gioca credibilità. La selezione di Barilari racconta un’idea: scegliere un allenatore che conosce i contesti con risorse limitate, che non teme le turbolenze e che sa mettere a sistema ciò che trova. È una scommessa misurata, non un azzardo. In un club che oggi deve rispondere a regole prima che ai risultati, è la mossa più coerente. Se le pratiche verranno chiuse in tempo, ed è ciò che filtra dal quartier generale rossonero, domenica notte potremmo già vedere la sua firma: un 4-3-3 compatto, linee strette, ampiezza alta. Allo Zaccheria, con il Benevento e la città intera a guardare. Il campo, come sempre, sarà giudice e notaio.

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