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L'ultima chance! I 27 scelti da Gattuso per cercare una disperata qualificazione mondiale

Prima la Moldova, poi la Norvegia; sorpasso difficile ma non impossibile: fra conferme e chiamate a sorpresa

Gennaro Gattuso

Gennaro Gattuso a caccia della qualificazione mondiale

+26 contro +10: la differenza reti è incredibile. Il dato è reale, spietato. La Norvegia guida il Girone I con 18 punti, l’Italia insegue a 15 a una manciata di giorni dall’ultimo bivio. Il calendario ha scolpito due fermate per gli Azzurri di Gennaro Gattuso: Moldova–Italia il 13 novembre e poi il grande epilogo, Italia–Norvegia a San Siro il 16 novembre. E oggi si conoscono i protagonisti di quest'impresa: fra top che rientrano e chiamate a sorpresa. Su tutte, quella di Elia Caprile, che nel momento più delicato per la Nazionale trova la prima (storica) convocazione. Ma ora serve guardare al campo: ci si giocò la qualificazione con la Svezia al Meazza, e servirà l'impresa proprio alla Scala del Calcio contro Haaland e compagni.

PASSATO

Dopo lo 0-3 di Oslo a inizio percorso – sconfitta che ha chiuso l’era Spalletti e aperto quella di Gattuso – la Nazionale ha rialzato la testa. I tre successi consecutivi hanno messo in cassaforte almeno i playoff e riaperto, anche se in modo sottile, la crepa per il primo posto. A oggi, i numeri dicono: Norvegia 18 (sei vittorie su sei) e Italia 15 (cinque vittorie e due ko). La fotografia dopo il 3-0 a Udine con l’Israele di metà ottobre è chiara: l’Italia ha blindato il secondo posto e si è portata a -3 dalla capolista, con due partite ancora da giocare.

Ma il fattore che fa la differenza è proprio… la differenza: i norvegesi sono a +26 di saldo reti, gli Azzurri a +10. Per arrivare davanti in caso di arrivo a pari punti, contano prima i gol fatti - subiti nell’intero girone, poi – se necessario – le reti segnate, quindi i criteri degli scontri diretti.

PRESENTE

Portieri: Elia Caprile (Cagliari), Gianluigi Donnarumma (Manchester City), Guglielmo Vicario (Tottenham), Marco Carnesecchi (Atalanta).
Difensori: Alessandro Bastoni (Inter), Raoul Bellanova (Atalanta), Alessandro Buongiorno (Napoli), Riccardo Calafiori (Arsenal), Andrea Cambiaso (Juventus), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Matteo Gabbia (Milan), Gianluca Mancini (Roma).
Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Davide Frattesi (Inter), Manuel Locatelli (Juventus), Samuele Ricci (Milan), Sandro Tonali (Newcastle).
Attaccanti: Francesco Pio Esposito (Inter), Moise Kean (Fiorentina), Riccardo Orsolini (Bologna), Matteo Politano (Napoli), Giacomo Raspadori (Atletico Madrid), Mateo Retegui (Al‑Qadsiah), Gianluca Scamacca (Atalanta), Mattia Zaccagni (Lazio).

LE DUE PARTITE CHE DECIDONO TUTTO

Prima di arrivare al vero big match, c'è però da volare in Moldova: il classico impegno da vincere senza se e senza ma. Il rischio è sempre lo stesso: farsi irretire da una gara sporca, da tempi spezzati e da un avversario che non avrà nulla da perdere. Qui il compito di Gattuso e dello staff sarà doppio: incanalare la gara sui binari del dominio territoriale e, allo stesso tempo, gestire i minutaggi, con uno sguardo attento alla gara del 16. L’assenza di Barella obbliga a una correzione in mediana: possibile che il peso creativo cada sulle spalle di Frattesi e Locatelli, con Cristante pronto a reggere l’equilibrio tra le linee. Attenzione anche ai diffidati: una disattenzione oggi può pesare domani.

Quella di Milano sarà una partita con due anime: l’urgenza del risultato e la misura del progetto. Se i conti del girone lasceranno ancora aperto lo spiraglio per il primo posto, il compito sarà ribaltare il 3-0 dell’andata sul piano dell’energia e della presenza scenica. Diversamente, resterà l’obiettivo di chiudere forte, consolidare il secondo posto e presentarsi ai playoff di marzo con inerzia positiva. In ogni caso, San Siro è un catalizzatore: ambiente caldo, densità di storia e un gruppo – da Donnarumma a Bastoni, da Dimarco a Scamacca – che in contesti altisonanti tende ad accendersi. Il precedente recente dice che il Meazza sa trascinare: otto mesi fa fu record d’incassi per la Nazionale. Ma c'è sempre l'incubo Svezia datato 2017.

FUTURO

Al momento, non bisogna fare calcoli. Si può solo vincere per mantenere aperto ogni discorso. Ma serve comunque vagliare tutte le possibilità. Se l’Italia vince entrambe le gare e la Norvegia non fa 6 punti, si aprono due strade: sorpasso diretto (se i norvegesi cadono) oppure arrivo a pari. E in questo caso, è la differenza reti a decidere. Traduzione pratica: non basta vincere le ultime due, serve anche che la squadra di Haaland inciampi con l’Estonia o che l’Italia colmi uno scarto quasi proibitivo. Miracolo richiesto, ma non vietato.

Se l’Italia vince e la Norvegia vince, gli Azzurri chiudono secondi e accederanno ai playoff di marzo. Un esito che, alla luce del cammino, resterebbe comunque coerente con la rimonta firmata Gattuso. Qualora si dovesse arrivare al secondo posto, sarà fondamentale lo stato di forma degli attaccanti e la tenuta difensiva: le partite da dentro/fuori premiano chi soffre poco dietro e capitalizza i piazzati. Qui nomi come Mancini, Bastoni, Dimarco e, in area opposta, Scamacca e Retegui, possono pesare tanto.

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