Se sbagliare è umano, allora questa Atalanta cos’è? Un meccanismo perfetto? Un rullo compressore? Forse semplicemente una squadra mostruosa, capace di unire talento, intensità e fame in ogni singola partita. Sette vittorie su sette, una media di tre gol a gara, la seconda miglior difesa del campionato – dietro solo al Milan – e, soprattutto, una vetta della classifica custodita come un tesoro. Anche contro un Mantova coraggioso e organizzato, i ragazzi della Dea non tremano: al Centro Sportivo Bortolotti finisce 3-1, con le firme di Schinetti, Pixner e Meyou, mentre il gol del momentaneo pareggio di Trolese serve solo a illudere gli ospiti.
SCHINETTI APRE, TROLESE ILLUDE
La gara resta in equilibrio per oltre mezz’ora, con ritmi alti e poche occasioni pulite. A rompere il ghiaccio, però, ci pensa Mattia Schinetti, al suo primo match da titolare in maglia nerazzurra. È il minuto 38 quando Ghezzi, dalla metà campo, lancia in profondità il compagno: stop elegante, controllo perfetto e sinistro chirurgico a incrociare. 1-0 Atalanta, un lampo di qualità che infiamma il pubblico. Ma la gioia dura poco: dopo appena sette minuti arriva la risposta del Mantova. Kane serve male il retropassaggio verso il portiere, Trolese ne approfitta e con freddezza insacca l’1-1, riportando il punteggio in parità poco prima dell’intervallo. Un errore che poteva pesare, ma che diventerà solo un dettaglio nel racconto finale.
DUE MAGIE PER RESTARE IN CIMA
Nella ripresa, l’Atalanta sale di ritmo e mostra tutta la propria forza mentale. La squadra di Tribuzio rischia qualcosa, ma resta compatta e pronta a colpire al momento giusto. Al 24’, Pixner trova il jolly da fuori area: un destro potente e preciso che si insacca all’incrocio, mandando in delirio i compagni. È il gol del nuovo vantaggio, ma la Dea non si accontenta. A tre minuti dal termine, Meyou mette il sigillo finale: dribbling secco, corsa solitaria e tocco vincente nell’uno contro uno con Bertasi per il 3-1 definitivo. Triplice fischio, braccia al cielo e un messaggio chiaro al campionato: questa Atalanta è una macchina che non conosce soste. Il primato è salvo, la fame è intatta e la sensazione è che — per fermarla — servirà qualcosa di davvero straordinario.
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