Serie C
12 Novembre 2025
UNION BRESCIA SERIE C - Pietro Tagliabue, attaccante classe 2007, nella stagione in corso oltre ad una presenza in prima squadra ha anche 6 gettoni e un gol in Primavera 2
C’è un momento, nel percorso di ogni giovane calciatore, in cui le promesse diventano realtà. Per Pietro Tagliabue, bresciano classe 2007, quel momento è arrivato nell’ultima gara contro l’Alcione, quando Aimo Diana lo ha richiamato dalla panchina e lo ha gettato nella mischia al posto di Alessandro Mercati a 3 minuti dal 90°. Pochi istanti, certo, ma sufficienti per sigillare un cammino iniziato anni fa tra i campi del settore giovanile del Brescia Calcio e proseguito con convinzione nell’ambizioso progetto dell’Union Brescia. Un debutto che profuma di appartenenza, identità e pazienza, tre parole chiave che raccontano bene la storia di questo ragazzo cresciuto calcisticamente nella sua città.
DALLA PRIMAVERA ALLA PRIMA SQUADRA: UN SALTO PREPARATO
Tagliabue è arrivato all’esordio senza bruciare le tappe. Ritiro estivo 2024 con la prima squadra all'epoca in Serie B, allenamenti «da grande» e nessuna presenza nelle amichevoli: un percorso di apprendimento silenzioso, fatto di osservazione, dettagli, reparti da studiare e meccanismi da assimilare. La chiamata di Diana è maturata sul merito, non sulla suggestione. L’allenatore, che non disdegna le scommesse sui giovani quando intravede solidità mentale e affidabilità tattica, ha scelto di premiarlo in una partita vera, consegnandogli il battesimo tra i Professionisti.
IDENTIKIT TECNICO
Prima punta di riferimento per struttura, forte di testa e con un atteggiamento glaciale sotto porta, Tagliabue è il prototipo dell’attaccante moderno che sa allungare la squadra ma anche legarla. Il suo raggio d’azione non si esaurisce dentro l’area: negli anni di Primavera ha interpretato diversi compiti — centravanti, seconda punta, persino esterno in determinate sequenze — segno di una maturità tattica rara per l’età. Ama attaccare il primo palo, cerca il contatto quando serve e non disdegna lo smarcamento preventivo per minare le linee avversarie. Una dote meno appariscente, ma decisiva, è la lettura delle seconde palle, che gli permette di capitalizzare le spizzate e i rinvii sporchi tipici della categoria.
I NUMERI CHE SPIEGANO LA CRESCITA
La sua traiettoria statistica restituisce l’immagine di un calciatore in consolidamento. Nella scorsa stagione di Primavera 2 ha accumulato 28 presenze e 7 reti: non sempre titolare, ma quasi sempre utile, soprattutto per la capacità di cambiare volto al reparto in corso d’opera. L’anno prima, in Under 17, aveva brillato con 23 presenze e 13 gol, confermando che, quando il livello gli consente un margine di superiorità fisica, la porta la vede con naturalezza. In questa stagione di Primavera 2 è ripartito con 6 presenze e 1 gol, mantenendo continuità e intraprendenza con la squadra di Nicola Ferrari fino alla convocazione che ha spalancato la porta del professionismo.
LA SCELTA DI DIANA E IL FILO «VERDE» CON VALENTE
L’inserimento nel finale contro l’Alcione non è un premio estemporaneo, ma si colloca dentro un filo verde già intrapreso dall’Union Brescia. Basti pensare a Mattia Valente, classe 2006, capace persino di trovare la rete in Coppa: un segnale chiaro della volontà di alimentare la prima squadra pescando energie e soluzioni dai profili più giovani dell'organico. Nel caso di Tagliabue, l’ingresso allo scadere ha avuto anche una valenza tattica: centimetri per difendere palla alta, ossigeno nelle transizioni, un riferimento per far salire i compagni e congelare la partita quando la gestione diventa fondamentale.
IL VALORE DELL'APPARTENENZA
C’è poi un aspetto che va oltre schemi e numeri: l’appartenenza. Tagliabue è un prodotto del territorio, un ragazzo che ha indossato il Brescia nelle giovanili e oggi difende i colori dell’Union Brescia con la stessa naturalezza con cui si riconosce nelle vie della sua città. In un calcio che spesso consuma e sostituisce, la sua storia rimette al centro la dimensione identitaria: crescere a casa, imparare dai propri istruttori, guadagnarsi ogni scalino. È una narrazione che unisce pubblico e spogliatoio, e che può fare la differenza al primo momento difficile. Il debutto di Tagliabue manda un messaggio forte a tutto il settore giovanile: la porta è aperta per chi dimostra merito, disciplina e adattabilità.