Italia Under 21
12 Novembre 2025
ITALIA UNDER 21 - Matteo Dagasso, centrocampista classe 2004, nella stagione in corso conta 11 presenze con il Pescara in Serie B (foto figc.it)
La scena si apre su Cremona, serata d’ottobre. L’Italia Under 21 ha il freno a mano tirato contro l’Armenia: ritmo spezzato, fiducia che evapora minuto dopo minuto. Dal bordo campo, Silvio Baldini chiama il nome che non ti aspetti per cambiare l’inerzia. Entra Matteo Dagasso. In pochi giri di lancetta: un gol che rompe il vetro, un recupero palla alto che innesta il secondo, un assist che di fatto chiude il conto. Nel tabellino restano un gol e un assist, nella memoria la fotografia di un centrocampista che ti ribalta una partita senza alzare la voce. Da quella notte, Dagasso non è più solo il «dodicesimo» perfetto: è un titolare designato. E venerdì, a Stettino, contro la Polonia per la vetta del girone di qualificazione all’Europeo U21 2027, la sua presenza dal 1’ non è un’ipotesi: è una pista maestra, confermata dallo stesso CT dopo lo stop di Cher Ndour.
LA SVOLTA DI CREMONA: 10 MINUTI PER CAMBIARE UNA GARA
Il 5-1 all’Armenia del 14 ottobre 2025 ha un prima e un dopo. Prima: palo e rigore fallito da Ndour, azzurrini imprecisi, 0-0 inchiodato. Dopo: al 59’, inserimento sul corridoio interno e tocco vincente di Dagasso; al 62’, pressing e riconquista che aprono il 2-0 di Francesco Camarda; al 71’, cross teso e «pennellata» per la doppietta del bomber. Il resto è amministrazione, con le firme di Fini ed Ekhator a chiudere la goleada. Ma il dato che resta è l’impatto: tre giocate determinanti in 12 minuti, con un filo rosso di letture e tempi di inserimento. Non un lampo casuale, ma la sintesi del suo profilo.
CORNICE DEL MATCH: SI VA A STETTINO PER LA VETTA
Venerdì alla «Pogoń Arena» di Stettino c’è in palio la cima del Gruppo E: Italia e Polonia sono appaiate a 12 punti, con i padroni di casa avanti per differenza reti (+15 contro +12). È lo snodo di un percorso fin qui pulito per gli azzurrini, reduci anche dal 4-0 alla Svezia del 10 ottobre 2025. Preparazione a Tirrenia, lavoro specifico su intensità e concentrazione, come sottolineato nei giorni scorsi: si alza l’asticella contro un avversario fisico e verticale, guidato in regia dal talento di Kacper Kozłowski. L’orizzonte dice anche Montenegro il 18 novembre, ma tutto passa da Stettino. E a Stettino, nel mosaico di Baldini, la tessera Dagasso è al centro.
DAGASSO, IDENTIKIT TECNICO-TATTICO
Se lo cerchi in un’etichetta, rischi di perderlo. Matteo Dagasso è prima di tutto un centrocampista versatile. Mezzala per vocazione, ama partire dal mezzo spazio sinistro per poi «tagliare» dentro. Da trequartista, invece, occupa la zona di ricezione alle spalle del primo mediano avversario: controllo orientato, spalle protette, scarico corto e attacco immediato dello spazio. In non possesso, si abbassa accanto al vertice basso per dare una mano in uscita e per indirizzare la pressione sul lato cieco. È qui che si spiega il suo peso nelle gare «sporche»: non è solo il tocco che rifinisce, è la lettura che accorcia i reparti. A Cremona, le tre giocate decisive raccontano proprio questa tridimensionalità: l’inserimento da mezzala sul gol dell’1-0, il recupero alto da interno aggressivo che apre il 2-0, la rifinitura «da dieci» per chiudere il conto sul 3-0. Una polivalenza che aiuta a «smontare» le difese posizionate senza rinunciare alla qualità nell’ultimo terzo.
L'EVOLUZIONE NEL CLUB E L'IMPATTO IN AZZURRO
La crescita non nasce ieri. Nel Pescara promosso in Serie B a giugno, Dagasso ha vissuto un percorso formativo brusco e utile: finale playoff tesa dopo un campionato di alti e bassi per la squadra, anche con un’espulsione che poteva pesare, diventata poi cicatrice e maturità nel giorno della promozione. Nei numeri della stagione in corso, tra Serie B e Nazionale Under 21, spuntano indizi importanti: minutaggio stabile in cadetteria, con assist pesanti registrati in ottobre, e un impatto immediato in Azzurro con 1 gol e 1 assist nelle prime uscite. Non sono statistiche da vetrina, ma segnali di affidabilità.
UN PROFILO MODERNO NEL CALCIO CHE CAMBIA
Il calcio di oggi chiede ai centrocampisti di saper fare tutto: correre in avanti, leggere indietro, passare corto e lungo con pari lucidità. Dagasso, classe 2004, sta dimostrando di poter abitare questa complessità senza perdere identità. È «moderno» perché sa passare dall’essere mezzala di inserimento al diventare trequartista di servizio, fino a coprire da intermedio basso nelle fasi delicate. Non è un dieci classico, non è un sei puro: è un otto totale, la cifra tecnica che oggi fa la differenza tra un reparto buono e uno che domina. Con Matteo Dagasso, insomma, l’Italia Under 21 ha intuito una funzione prima ancora di una posizione: un giocatore che collega, che avanza senza strappare e che costruisce senza esibire. A volte basta un quarto d’ora a Cremona per capirlo; a volte serve una serata polacca per confermarlo.