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Serie C

Un allenatore fermo da 3 anni per rilanciare l'ambiziosa neo promossa, è una scelta di coraggio ed esperienza

Si cambia totalmente profilo dopo un inizio con 9 sconfitte nelle prime 13 partite, l'obiettivo è uscire dalla zona play out

LIVORNO SERIE C - ROBERTO VENTURATO

LIVORNO SERIE C - Roberto Venturato in carriera ha allenato per molti anni anche il Cittadella in Serie B con ottimi risultati

Una saracinesca si abbassa all’esterno dello stadio, mentre all’interno della sala stampa scatta l’applauso. Fuori, brusio e contestazione; dentro, la stretta di mano. È il contrasto che introduce la nuova era del Livorno: alle ore serali di mercoledì 12 novembre 2025, il club ha presentato ufficialmente Roberto Venturato, 62 anni, come nuovo allenatore. Di fianco a lui, il presidente Joel Esciua e il direttore sportivo Alessandro Doga. Sul tavolo, non solo una firma, ma un’idea di rilancio: puntare sull’esperienza di un tecnico capace di costruire squadre riconoscibili, organizzate, ostinate. Al «Picchi» non si è celebrato solo un cambio di guida: si è messa in moto una scelta di campo precisa in un momento delicatissimo della stagione.

IL PASSAGGIO DI CONSEGNE: VIA VENTURATO, DENTRO FORMISANO
La settimana amaranto si è accesa con l’esonero di Alessandro Formisano, comunicato ufficialmente l’11 novembre 2025. Una decisione maturata «a seguito dei risultati deludenti delle ultime settimane» e accompagnata dall’appello della società a ritrovare «unità, responsabilità e reazione», con conferenza straordinaria convocata al Picchi per «ripartire insieme». Il quadro, sportivamente, è noto: 9 sconfitte nelle prime 13 giornate di campionato e zona playout nel Girone B di Serie C, con appena 10 punti. Numeri che hanno reso inevitabile la svolta in panchina e che danno la misura dell’urgenza con cui il Livorno ha cercato, e trovato, il nuovo condottiero. Nel pomeriggio del 12 novembre, tra voci e frenate, la stretta di mano è arrivata: Venturato è l’allenatore del Livorno, presentato ufficialmente nella sala stampa del Picchi, accanto al presidente Esciua e al ds Doga. In staff viene annunciato anche il vice, Pestrin, segnale di un’impronta tecnica già delineata.

VENTURATO: UN CURRICULUM, UN METODO
Se il Livorno cercava una guida che coniugasse pragmatismo e idee, la scelta di Roberto Venturato ha una logica ferrea. Nato ad Atherton (Australia) il 14 aprile 1963, italiano di famiglia veneta, Venturato si è costruito la reputazione di «sarto del gioco organizzato»: lavoro quotidiano sui reparti, sincronismi, attenzione maniacale alle distanze tra i reparti e alle transizioni. Il suo marchio di fabbrica, nel tempo, è stato il 4-3-1-2, non dogma, ma punto di partenza, con frequenti varianti per valorizzare gli uomini a disposizione. La sua parabola in panchina è ricca di tappe in cui ha elevato le risorse del contesto: dagli inizi a Pizzighettone (promozioni in C2 e poi in C1) alla lunga avventura al Cittadella, dove nel 2015-2016 ha vinto la Lega Pro e inaugurato un ciclo di 5 stagioni consecutive in Serie B, culminate in più qualificazioni ai playoff e due finali per la promozione in Serie A: nel 2019 contro il Verona e nel 2021 contro il Venezia. L’ultima esperienza è stata alla Spal, in Serie B, dal gennaio 2022 all’ottobre 2022. Dopo due stagioni di pausa, con aggiornamento metodologico e studio, Venturato rientra ora in panchina con la sfida Livorno: rimettere in moto una squadra ferita, restituirle struttura e fiducia, trasformare un ambiente nervoso in un laboratorio competitivo.

ORA TOCCA A LUI
Il contesto è quello di una classifica che non aspetta: al 12 novembre 2025, il Livorno, neopromosso dopo la vittoria del Girone E di Serie D nella scorsa stagione, è quartultimo con 10 punti, alle spalle di un gruppetto che corre e con davanti avversarie strutturate. Nel Girone B l’Arezzo e il sorprendente Ravenna stanno dettando ritmi alti: i giallorossi, dopo 13 giornate, hanno messo insieme un ruolino da capolista e, calendario alla mano, arriveranno proprio al Picchi nel prossimo turno. È la prima cartina di tornasole della gestione Venturato: misurarsi subito con la squadra più in forma del girone in un impianto che attende segnali concreti. In questo quadro, il club ha scelto l’esperienza perché: 1) Serve una mano ferma per ripristinare i fondamentali: linea difensiva più corta, distanze tra i reparti, pulizia delle uscite dal basso, gestione dei momenti della gara; 2) occorre una guida che sappia valorizzare la rosa a prescindere dal mercato di gennaio, facendo leva su principi chiari più che su colpi estemporanei; 3) è indispensabile un allenatore abituato a lavorare con budget «sostenibili» e a creare valore con il lavoro sul campo.

DENTRO LA PRESENTAZIONE: I MESSAGGI DEL CLUB
Il palco del Picchi ha visto un club compatto. Il presidente Joel Esciua ha sottolineato «l’onore di avere Venturato» e la volontà di ripartire con un profilo «importante», non di transizione. Il ds Alessandro Doga ha fatto da trait d’union tecnico, confermando un lavoro di selezione che nelle ultime ore aveva visto anche piste alternative e momenti di incertezza: normale quando si costruisce una scelta che deve reggere al peso dei risultati. La presenza del vice Pestrin completa il quadro operativo e lascia intendere una staffetta rapida verso il campo, senza perdere giorni preziosi di lavoro.

LA PRIMA E QUELLE SUCCESSIVE
Il calendario non fa sconti: il Ravenna capolista arriva al Picchi. Una partita che può sembrare proibitiva diventa banco di prova perfetto: organizzazione contro inerzia, idea contro entusiasmo. Le partite non risolvono i campionati a novembre, ma possono cambiare i destini se diventano puntelli di autostima. Da lì, il Livorno dovrà costruire una striscia: portare a casa i punti «dentro la propria corsia» e rosicchiarne ad avversari diretti. Obiettivo minimo: uscire dalla zona playout prima di fine anno e arrivare a gennaio con un cantiere già funzionante, dove gli innesti, se e quando arriveranno, si innestino in un sistema che gira. Nella sala stampa del Picchi non si è venduta una scorciatoia, ma una promessa: quella del metodo. Roberto Venturato porta in dote rigore, organizzazione, attenzione al dettaglio. Il Livorno gli affida un gruppo da rianimare e una piazza da riaccendere. Il resto lo farà il campo. E per una città che ha fatto del “non mollare” un tratto identitario, rivedere una squadra compatta, feroce sulle seconde palle e pulita nelle uscite varrà già mezza risalita. La strada è tracciata. Ora, come sempre nel calcio, contano i 90 minuti.

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