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Italia Under 21

Segna a raffica con l'Atalanta e si guadagna la maglia dell'Italia: «Questa convocazione è un sogno»

Il classe 2005 blindato dai nerazzurri fino al 2029 si è meritato la prestigiosa convocazione dopo miglioramenti costanti

ITALIA UNDER 21 - DOMINIC VAVASSORI

ITALIA UNDER 21 - Dominic Vavassori, attaccante classe 2005, nella stagione in corso con l'Atalanta Under 23 conta 13 presenze e 8 reti tra campionato e Coppa (foto figc.it)

La prima convocazione in Nazionale Under 21 è uno di quei momenti che cambiano la prospettiva di un giovane calciatore. Per Dominic Vavassori, attaccante dell’Atalanta Under 23, quel giorno è finalmente arrivato con la chiamata in vista dell'importante sfida contro la Polonia per la qualificazione al prossimo Europeo di categoria. Una gara che pesa tantissimo, e che il classe nerazzurro vivrà da dentro il gruppo azzurrino, con l’entusiasmo di chi sa di essere davanti a un passaggio chiave della propria crescita. Per lui parlano i numeri in stagione: 13 presenze e 8 gol con la Dea di Serie C tra campionato e Coppa. E il suo contratto è già stato rinnovato dalla società fino al 2029.

L'ARRIVO A TIRRENIA
Vavassori non ha nascosto la sua emozione, definendo la convocazione «un sogno» coltivato fin da bambino. Per chi cresce a pane e calcio, immaginarsi con la maglia dell’Italia addosso è un pensiero ricorrente, ma vedere quel desiderio concretizzarsi è tutta un’altra cosa. Il salto in Under 21 arriva dopo un percorso costruito passo dopo passo, tra settore giovanile e ora calcio professionistico con l’Atalanta Under 23, la seconda squadra nerazzurra impegnata tra i grandi. Al suo arrivo in ritiro, l’attaccante ha trovato un ambiente che gli ha reso più semplice l’inserimento. Tanti i volti familiari, conosciuti già nelle esperienze precedenti con le nazionali giovanili. Una presenza in particolare lo ha fatto sentire subito a casa: quella di Marco Palestra, suo compagno di squadra all’Atalanta fino alla scorsa stagione. Ritrovare amici e vecchi compagni aiuta a rompere il ghiaccio, ma ciò che colpisce Vavassori è soprattutto il clima dentro lo spogliatoio: un gruppo affiatato, competitivo ma al tempo stesso unito, dove la concorrenza serve a spingere tutti ad alzare il livello.

IL RAPPORTO CON BALDINI
In questi primi giorni in azzurro, l’attaccante nerazzurro ha potuto entrare nel dettaglio delle richieste tecniche e tattiche del commissario tecnico Silvio Baldini. Il CT ha le idee chiare sul ruolo che Vavassori può ricoprire e sulle caratteristiche che vuole vedere in campo. «Mi ha chiesto di attaccare la profondità, saltare l’uomo e creare il maggior numero di situazioni da gol possibili», ha spiegato il giocatore della Dea. Non semplici indicazioni generiche, ma compiti ben precisi: attacchi verticali, movimenti senza palla per allungare le difese avversarie, capacità di puntare il diretto marcatore nell’uno contro uno. Si tratta di richieste che si sposano alla perfezione con il suo profilo. Vavassori è infatti un attaccante moderno, dinamico, capace di muoversi su tutto il fronte offensivo. Non è solo un finalizzatore d’area, ma un giocatore che ama partecipare all’azione, partire anche da zone più esterne e creare superiorità numerica. Il CT sembra aver intravisto proprio questa versatilità, chiedendogli di essere una costante minaccia alle spalle della linea difensiva e di farsi trovare pronto ogni volta che si apre uno spazio alle spalle dei centrali.

IL LAVORO SENZA PALLA
Ma la sua funzione non si limita alla fase offensiva. Baldini ha infatti sottolineato anche l’importanza del contributo senza palla: «In fase di non possesso, il primo pressing deve arrivare da noi attaccanti per recuperare subito la palla», ha raccontato ancora Vavassori. È una filosofia precisa, che si inserisce in un calcio sempre più esigente dal punto di vista atletico e tattico. Gli attaccanti non possono più «aspettare» la palla: devono essere il primo argine, la prima linea di pressione, indirizzando il gioco avversario e cercando di costringere al lancio lungo o all’errore in costruzione. Per chi arriva da un club come l’Atalanta, abituato a ritmi alti e a un lavoro molto intenso sulla fase di pressing, queste richieste non sono una novità, ma quasi una naturale prosecuzione del lavoro quotidiano. Nell’Under 23 nerazzurra, Vavassori ha imparato a interpretare il ruolo con grande generosità, alternando strappi in profondità a ripiegamenti rapidi per dare una mano in non possesso. Un bagaglio che ora mette al servizio della Nazionale.

I NUMERI DELL'ANNATA 2025-2026
I numeri della sua stagione raccontano meglio di tante parole il momento che sta vivendo: 13 partite giocate tra Serie C e Coppa Italia di Serie C, con 8 gol e 2 assist. Statistiche importanti, soprattutto se si considera che parliamo di un giovane che si sta affermando tra i professionisti. La capacità di incidere concretamente, non solo in termini di prestazione ma anche di gol e passaggi decisivi, è uno degli elementi che hanno convinto lo staff azzurro a puntare su di lui. Il contesto in cui arriva questa convocazione è di quelli che non lasciano margini all’interpretazione: la sfida contro la Polonia vale tantissimo per il percorso verso il prossimo Europeo. Ogni dettaglio pesa, ogni scelta è calibrata. Essere chiamato in un momento così delicato significa che Baldini vede in Vavassori un’opzione credibile, un giocatore in grado di dare qualcosa in più, sia dal primo minuto che a gara in corso. Anche solo allenarsi a certi ritmi e preparare un match così importante è un passaggio che arricchisce, soprattutto per un ragazzo ancora all’inizio della propria carriera.

IL LAVORO PROSEGUE
Dietro questo «sogno» c’è però tanto lavoro, fatto lontano dai riflettori. Dalle categorie giovanili all'Under 23, il percorso di Vavassori è stato caratterizzato da sacrifici, allenamenti, miglioramenti graduali. L’Atalanta è da anni una delle realtà più virtuose nella crescita dei giovani, e il fatto che un altro talento cresciuto nel vivaio arrivi all’Under 21 conferma la solidità del progetto tecnico del club bergamasco. Per l’attaccante, questa chiamata è un riconoscimento non solo personale, ma anche dello sviluppo che ha trovato nel mondo nerazzurro. Ora, il presente si chiama Nazionale. Vavassori sa che dovrà farsi trovare pronto, sia negli allenamenti che, se ci sarà spazio, in partita. Le parole chiave sono responsabilità e spensieratezza: da un lato la consapevolezza di rappresentare l’Italia in una gara che può indirizzare un’intera qualificazione; dall’altro la voglia di godersi il momento, di giocare il proprio calcio con coraggio, facendo ciò che gli riesce meglio: attaccare la profondità, puntare l’uomo, cercare la porta. E il classe 2005, con la maglia azzurra addosso, ha appena iniziato a scrivere il suo prossimo capitolo.

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