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14 Novembre 2025
Grazia a sorpresa per Joe Lewis: l’ex padrone del Tottenham ottiene il perdono presidenziale di Trump
Scena d’apertura: un passaporto britannico, un fascio di cartelle cliniche, e un nome che a Londra evoca stadi, grattacieli e hedge fund. A Washington, intanto, una firma in calce a un documento della Casa Bianca: la grazia presidenziale. Così, nel tardo pomeriggio del 13 novembre 2025, Donald Trump ha concesso il perdono a Joe Lewis, magnate britannico, investitore globale e per decenni figura centrale nell’orbita del Tottenham Hotspur. Un provvedimento che intreccia sport, finanza e diritto, e che riaccende il dibattito – tutt’altro che astratto – sul significato di una grazia in un caso di insider trading dal profilo internazionale.
La comunicazione ufficiale parla chiaro: Joe Lewis, 88 anni, riceve il perdono dopo essersi dichiarato colpevole nel gennaio 2024 di cospirazione per commettere frode mobiliare e reati connessi all’uso di informazioni privilegiate. Tra le ragioni addotte dall’Amministrazione figurano l’età avanzata, la collaborazione con i procuratori e il desiderio di poter rientrare negli Stati Uniti per cure mediche e per visitare la famiglia. È la fotografia di un provvedimento che la Casa Bianca incardina nel filone delle clemenze connesse a profili di salute e di condotta successiva alla condanna. Non è un atto isolato. Negli ultimi mesi, Trump ha firmato una serie di pardon ad alto impatto mediatico, compresi quelli riguardanti lo sport – dal campione MLB Darryl Strawberry ai casi più controversi su figure politico-finanziarie – alimentando un dibattito acceso sulla latitudine del potere presidenziale in materia di clemenza.
Per capire il peso della grazia bisogna ripercorrere l’iter penale. Tra 2019 e 2021, secondo i procuratori federali di New York, Lewis avrebbe condiviso segreti aziendali su titoli in cui era investito – tra cui Mirati Therapeutics e BCTG Acquisition (poi confluita in Tango Therapeutics) – con un cerchio ristretto di persone a lui vicine: piloti personali, assistenti, amici e partner. Queste informazioni avrebbero generato profitti per milioni di dollari. A aprile 2024, la sentenza: tre anni di libertà vigilata e una multa personale di 5 milioni di dollari; per la sua società Broad Bay, un conto da 44 milioni. Totale sanzioni economiche nell’ordine di quasi 50 milioni di dollari. In aula, Lewis ammise apertamente l’errore – “ho commesso un terribile sbaglio” – contribuendo a orientare il giudice verso una pena senza carcere, anche in ragione di seri problemi di salute e della scelta di non opporsi all’estradizione, presentandosi volontariamente negli USA dopo l’incriminazione.
Il nome di Joe Lewis resta indissolubilmente legato al Tottenham Hotspur, ma da anni la catena di controllo è passata a un livello diverso. Nel 2022, la ENIC Group, veicolo storico di controllo del club, ha trasferito la maggioranza al Lewis Family Trust, amministrato da fiduciari indipendenti; Lewis non figura come beneficiario. Oggi il club è controllato per circa l’86–87% attraverso ENIC, mentre la restante quota è in mano a investitori di minoranza. Nel 2025, i proprietari hanno iniettato nuove risorse – 100 milioni di sterline – per sostenere l’ambizione sportiva a lungo termine, mentre sul piano della governance si è consumato l’addio di Daniel Levy alla presidenza esecutiva dopo quasi 25 anni, con Peter Charrington presidente non esecutivo e Vinai Venkatesham CEO. In parallelo, il club ha ribadito in più occasioni di non essere in vendita, respingendo varie manifestazioni di interesse. Tutti elementi cruciali per dire che, al netto della grazia personale a Lewis, l’assetto proprietario degli Spurs non subisce scossoni immediati.
L’Ufficio del Pardon Attorney del Dipartimento di Giustizia spiega che il pardon è un atto di perdono che non certifica innocenza, ma rimuove alcune disabilità civili derivanti dalla condanna, attenuandone lo stigma. Diverso è l’istituto della commutazione, che riduce la pena in esecuzione. È fondamentale: una grazia può facilitare, in alcuni casi, la rimozione di ostacoli amministrativi successivi alla condanna, ma il suo impatto su immigrazione e status di visto è variabile e non automatico. In pratica, il fatto che a Lewis venga riconosciuta l’esigenza di recarsi negli USA per cure mediche non equivale di per sé a una garanzia assoluta di viaggio, pur rappresentando un forte elemento a suo favore nella valutazione complessiva delle autorità competenti.
Il perdono a Lewis si innesta in una sequenza ampia di provvedimenti di clemenza nella seconda presidenza Trump. Dal gennaio 2025, l’Office of the Pardon Attorney elenca decine di pardon e commutazioni, alcuni su figure di altissimo profilo nel mondo finanziario e politico. Tra i casi citati di frequente: Rod Blagojevich, l’ex governatore dell’Illinois; Devon Archer; fino a Trevor Milton (fondatore di Nikola) e i co-fondatori di BitMEX in materia di Bank Secrecy Act. La traiettoria ha acceso un dibattito politico e accademico sulla portata – costituzionalmente ampia – del potere di grazia e sul ruolo oramai più fluido dell’ufficio preposto alle valutazioni tecniche.
La discussione si è fatta più tesa a marzo 2025, quando l’allora Pardon Attorney Liz Oyer è stata rimossa dall’incarico nell’ambito di un rimpasto al Dipartimento di Giustizia. Critici e osservatori hanno letto in quella mossa il segnale di un rapporto più diretto e “politico” tra Casa Bianca e funzione di clemenza, pur restando il potere presidenziale per definizione discrezionale. Nel corso dei mesi, diverse inchieste giornalistiche hanno sostenuto che la massa di pardon e commutazioni avrebbe ridotto o cancellato ingenti somme di restituzioni e multe a carico di condannati per reati white-collar, sollevando l’obiezione di un possibile effetto di “indulgenza sistemica” verso crimini finanziari. Va detto, tuttavia, che dal punto di vista giuridico il potere di grazia rimane molto ampio e raramente comprimibile.
Figura riservata ma influente, Joe Lewis ha costruito la propria fortuna attraverso la Tavistock Group, un arcipelago di investimenti tra immobiliare, biotech, energia, agroalimentare e ospitalità. Il suo nome, per i tifosi di calcio, è collegato soprattutto a ENIC e al lungo controllo del Tottenham Hotspur, acquistato a inizio anni 2000 e poi riorganizzato nel 2022 con il passaggio al Lewis Family Trust. Le stime di ricchezza lo collocano storicamente tra i più facoltosi del mondo anglosassone. L’onda d’urto reputazionale della vicenda giudiziaria ha già prodotto conseguenze concrete: dimissioni da board USA e disimpegno da partecipazioni, inclusa la rinuncia al controllo di Boxer Capital.
È plausibile che la grazia non cambi nell’immediato il governo societario degli Spurs, già separato dalla persona di Lewis per via della struttura fiduciaria. Tuttavia, sul piano simbolico, la notizia rimbalza in Premier League in un momento di transizione per il club: nuovo management, capitale fresco e ambizioni dichiarate di stabilità e crescita. Sul fronte dei tifosi, le discussioni verteranno più su scelte tecniche e investimenti che sulla posizione di Lewis, ormai esterna al perimetro decisionale. Il club, inoltre, ha recentemente ribadito che non è sul mercato, rispondendo a voci e contatti esplorativi di potenziali acquirenti: una linea che – salvo novità – la grazia non altera.
Nello spazio pubblico europeo, i casi di insider trading ad alto profilo sono spesso percepiti come banco di prova della credibilità dei sistemi di enforcement. La scelta di graziarne uno – per quanto anziano, collaborativo e già sanzionato severamente sul piano pecuniario – apre interrogativi sulla coerenza deterrente: quanto incide, in termini di messaggio, il perdono a un tycoon? I sostenitori della misura sottolineano che un uomo di 88 anni, malato e già punito, non rappresenta un rischio; gli oppositori temono che la clemenza a figure di vertice alimenti la sensazione di una giustizia a due velocità. È una discussione che non nasce oggi e che accompagna, negli USA, l’intera stagione delle grazia presidenziali di Trump.
Mentre il nome Lewis torna in prima pagina, il Tottenham prosegue il proprio percorso con una struttura azionaria definita e un piano di capitale recente. L’equity injection da 100 milioni di sterline nel ottobre 2025 conferma la disponibilità dei proprietari a sostenere il club. Sul piano direzionale, il club ha avviato una nuova fase manageriale: Levy si è fatto da parte a settembre 2025, la guida è passata a Charrington e il CEO Venkatesham ha un ruolo ampliato. Sia i comunicati ufficiali sia le note regolamentari ribadiscono: ENIC e il Lewis Family Trust restano al timone e non intendono cedere. Nel frattempo, la dimensione sportiva – con un nuovo allenatore e un avvio di stagione competitivo – cerca di capitalizzare la stabilità finanziaria.