Serie C
14 Novembre 2025
Artur Ionita, centrocampista classe 1990, gioca per la Triestina nel Girone A di Serie C dal gennaio 2025
Nel freddo di una sera che sembrava destinata a consegnare all’Italia l’ennesima vittoria di routine, la Moldavia ha ricordato a tutti che il calcio non è mai scritto in anticipo. Contro la Nazionale di «Rino» Gattuso, abituata ad aggredire gli avversari e schiacciarli nella propria metà campo, la selezione dell’Europa Orientale ha resistito fino quasi al 90’, arrendendosi soltanto all’88’ al gol di Mancini per poi incassare il definitivo 2-0 nel recupero. In mezzo a quella prestazione di sacrificio e orgoglio c’era anche lui, Artur Ionita: 35 anni a gennaio, la porta ancora spalancata al calcio vero, e una classe che non ha perso un grammo di lucidità. Il classe 1990 ha toccato quota 80 presenze con la Nazionale moldava. Un traguardo che lo colloca di diritto tra i grandi del calcio del suo Paese, non solo per la durata della sua militanza, dal 2009 a oggi, ma per la continuità di rendimento. In un movimento calcistico che spesso vive lontano dai riflettori, la figura del centrocampista oggi in forza alla Triestina (Girone A di Serie C) rappresenta un punto fermo, un riferimento tecnico e caratteriale dentro e fuori dal campo.
DALLA PATRIA ALL'ITALIA: IL VIAGGIO DI UN CENTROCAMPISTA TOTALE
La storia calcistica di Ionita comincia in casa, allo Zimbru Chisinau, la squadra simbolo del calcio moldavo. È lì che muove i primi passi, si fa conoscere per la sua intelligenza tattica e per quella capacità rara di stare sempre nel posto giusto al momento giusto. Poi, il primo salto all’estero: l’Aarau, in Svizzera. Un contesto diverso, più organizzato, ideale per completare la fase di formazione, abituarsi a ritmi più intensi e a un calcio più strutturato. Il vero punto di svolta arriva però con l’approdo in Italia. Nel 2014 comincia il suo lungo viaggio nel nostro calcio, un viaggio che lo porterà a calcare i campi più prestigiosi del Paese.
L'AVVENTURA IN SERIE A
Hellas Verona, Cagliari, Benevento: tra Serie A e Coppa Italia colleziona 221 presenze e 14 gol, numeri che raccontano solo in parte il suo contributo. Ionita è quel tipo di centrocampista che spesso non fa la copertina, ma costruisce la trama: corre, pressa, imposta, si inserisce, dà equilibrio. A Verona si fa conoscere al grande pubblico come mezzala di quantità e qualità, capace di abbinare corsa, lettura del gioco e inserimenti in area. A Cagliari cresce ulteriormente, diventando un giocatore di sistema, uno di quelli che gli allenatori non rinuncerebbero mai ad avere. Al Benevento conferma la sua affidabilità anche in un contesto diverso, più ambizioso, contribuendo alla crescita di una squadra che in quegli anni prova stabilmente a ritagliarsi spazio tra le grandi.
L'IMPATTO IN SERIE B: UN VALORE AGGIUNTO
Terminata la lunga parentesi in Serie A, Ionita non imbocca la strada del lento declino. Al contrario, scende in Serie B ma continua a incidere. Nella stagione 2021-2022 con il Benevento totalizza 39 presenze tra campionato e playoff, mettendo a referto 2 gol e un assist. Ma, ancora una volta, sono le prestazioni complessive a parlare: sempre nel vivo del gioco, sempre utile alla squadra, sempre pronto a fare il lavoro sporco e quello pulito. Dopo Benevento arrivano Pisa e Modena, altre piazze calde e appassionate del calcio cadetto. Ionita diventa un volto noto del campionato, un giocatore dal profilo alto per la categoria, uno che fa comodo a chiunque voglia alzare il livello tecnico e di personalità a centrocampo. La tappa successiva è Lecco, ed è lì che il suo nome torna nuovamente a risuonare con forza. Nel campionato di Serie B 2023-2024 con la maglia bluceleste disputa 36 partite e segna 4 gol. Numeri importanti, soprattutto se inseriti nel contesto di una stagione complicatissima, in cui il Lecco, dopo la storica promozione, vive un campionato in salita che termina con l’immediato ritorno in Serie C. In mezzo alle difficoltà, però, Ionita è uno dei pochi a salvarsi, uno dei più applauditi dal pubblico: atteggiamento mai rinunciatario, personalità, giocate da calciatore vero anche quando tutto attorno sembra crollare.
L'APPRODO A TRIESTE: UN LEADER PER LA RINASCITA
La stagione successiva comincia ancora a Lecco in Serie C, dove colleziona 15 presenze e 2 gol nella prima parte dell’annata. Poi, la chiamata della Triestina. Una chiamata che ha il sapore di sfida e di responsabilità: i giuliani stanno vivendo un campionato complicato, la classifica è pesante e il margine d’errore ridotto. Servono uomini prima ancora che giocatori. E all’Unione decidono di puntare su un centrocampista che ha visto e vissuto praticamente tutto. La Triestina coglie al volo l’occasione di portare in rosa un profilo del calibro di Ionita. I risultati non tardano ad arrivare: 11 presenze e 4 reti in campionato, più 2 apparizioni nei playout. Il suo arrivo alza immediatamente il livello della squadra di Attilio Tesser, che si ritrova in casa un giocatore capace di accendere la luce nelle partite più bloccate. Ma il valore di Ionita va oltre le statistiche. In uno spogliatoio messo alla prova dai risultati altalenanti, il moldavo diventa subito un punto di riferimento.
UNA STAGIONE IN SALITA
L’attuale campionato è ancora più difficile per i colori alabardati. La Triestina è costretta a fare i conti con una pesante penalizzazione in classifica: un -23 che ha inciso profondamente sul morale e sulle prospettive stagionali. Partire così indietro significa giocare quasi ogni partita con l’acqua alla gola, sapendo che ogni punto pesa doppio, che ogni errore rischia di essere fatale. In questo contesto, il contributo di esperienza e lucidità di Ionita diventa determinante. Finora ha già collezionato 11 presenze e un gol, continuando a rappresentare una delle certezze di una squadra che lotta per togliersi dall’ultimo posto, sempre più pesante e difficile da scrollarsi di dosso. Alla Triestina, come in Nazionale, il classe 1990 è molto più di un numero di maglia. È il giocatore che i compagni guardano nei momenti di difficoltà, quello a cui l’allenatore affida i compiti più delicati. La porta inviolata tenuta per quasi 90 minuti dalla Moldavia contro l’Italia non è che l’ultima dimostrazione della sua affidabilità ad alto livello. A 35 anni da compiere, il centrocampista moldavo continua a ricordare a tutti che la classe, quando è accompagnata da testa e professionalità, non ha scadenza.