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Serie A

Milan battuto da una squadra di Serie B, il classe 2008 segna ed è la stella rossonera che brilla di più

Un’amichevole che sembra un laboratorio: giovani in vetrina, esperimenti tattici mirati e spiccano i dettagli che contano

MILAN-VIRTUS ENTELLA AMICHEVOLE - EMANUELE BORSANI

MILAN-VIRTUS ENTELLA AMICHEVOLE - Emanuele Borsani, attaccante classe 2008, in stagione conta 8 presenze e una rete con la seconda squadra rossonera di Serie D e 2 presenze in Primavera

C’è una scivolata che vale quasi quanto un gol. È il recupero di Chaka Traoré sulla corsia, un’accelerazione che strappa il cronometro, palla portata fino al fondo e il tocco in mezzo per il più semplice dei tap-in. In mezzo all’aria piccola c’è Emanuele Borsani, classe 2008, che ha già capito dove andrà a cadere il pallone: un passo, l’interno, rete. Il tabellone segna il momentaneo 2-1 per il Milan, lo stadio «Felice Chinetti» di Solbiate applaude, e per qualche minuto si ha la sensazione di assistere alla prova generale di un protagonismo giovanile che chiede spazio. Poi la Virtus Entella ribalta la partita e vince 2-3, ma l’immagine resta: un’azione semplice, quasi elementare, resa decisiva da lettura, tempi e coraggio. È il racconto migliore di questa amichevole del 14 novembre 2025, andata in scena durante la sosta per le Nazionali e utilizzata dai rossoneri come banco di prova per condizione, soluzioni e integrazione dei talenti emergenti.

IL CONTESTO: UN TEST IN CORSA CHE SERVE
Nel pieno della terza sosta stagionale, Massimiliano Allegri sceglie un’amichevole dal peso specifico interessante: di fronte una Virtus Entella neopromossa in Serie B e in buona salute, affidata al tecnico Andrea Chiappella. Un avversario organizzato, fisico e competitivo, utile a misurare la progressione dei rientranti e l’impatto dei giovani di Milan Futuro e Primavera. Lo scenario è quello di Solbiate Arno, casa rossonera per un giorno. Finirà 2-3, con segnature di Christian Pulisic e del già citato Borsani per il Milan, e di Ankeye, Boccadamo e Debenedetti per i liguri. Ma, al di là del punteggio, il test regala indicazioni tecniche preziose e qualche certezza sul serbatoio di energie che sale dal basso.

LA PARTITA, IL FINALE AMARO PER I ROSSONERI
1) Avvio brillante dei rossoneri: al 9’ Pulisic sblocca con un sinistro rasoterra. La manovra è fluida, le catene laterali lavorano bene, e la squadra mostra subito gamba. 2) La Virtus Entella non si scompone e trova l’1-1 al 34’ con Ankeye, bravo a convertire una palla recuperata sulla pressione centrale. Gara riaperta e intensità che sale. 3) Ripresa, i cambi riaccendono il ritmo. Al 58’ arriva il gioiello di transizione rossonero: recupero, conduzione di Pulisic, strappo di Traoré e rifinitura bassa per Borsani, che taglia sul primo palo e firma il 2-1. Azione da manuale: riconquista, campo attaccato in verticale, riempimento dell’area con tempi perfetti. 4) Nel finale la freschezza ligure punge: prima Boccadamo pareggia, poi all’87’ Debenedetti orienta e chiude il contropiede del 2-3. Una lezione severa sulla gestione dei momenti e dei dettagli di non possesso.

IL QUADRO TATTICO: UN 4-4-2 «DI SERVIZIO» CHE ALLENA PRINCIPI
Il Milan parte con una struttura elastica, dichiarata come 4-4-2 «cucito sulle risorse», che di fatto, in fase offensiva, si dispiega spesso in un 3-2-5 con uno dei terzini pronto ad alzarsi e l’esterno opposto a stringere nello spazio di rifinitura. Con Pulisic spesso tra le linee e Traoré a dare profondità, l’ampiezza è garantita, mentre gli interni spingono con scaglionamenti equilibrati. L’idea è chiara: recuperare forma a chi rientra, Jashari, Fofana, Estupiñán, e vedere la risposta dei giovani in un contesto dai carichi reali. Novanta minuti nelle gambe per quattro colonne del test, Pulisic, Jashari, Fofana, Estupiñán, e spazio modulato agli altri. La scelta paga sul piano del ritmo, meno su quello della gestione finale, dove la Virtus Entella sfrutta due ripartenze scolpite.

BORSANI, LA SCIENZA DEL PRIMO PALO
Si dice spesso che i gol «facili» siano i più difficili. Il taglio di Borsani è un compendio di lettura preventiva: parte un attimo prima, occupa la zona «calda» e, soprattutto, ci resta. Non è solo istinto, ma abitudine: quella di un ragazzo del 2008 già abituato a riempire l’area come un attaccante d’area. Le cronache di settore lo raccontano come un esterno che sa occupare il corridoio interno, e i dati anagrafici aiutano a calibrare l’entusiasmo: nato a Busto Arsizio, 8 gennaio 2008, oggi gioca fra Milan Futuro di Serie D e Primavera con mansioni prevalentemente da ala sinistra, piede destro e propensione a farsi trovare nel cuore dell’azione. Il gol del 2-1 non è casuale: è il gesto tipico di chi ha «il gol addosso». Anche quando non segna, Borsani si fa notare per la generosità negli allunghi, per i ripiegamenti diligenti e per una qualità non banale nella prima conduzione orientata: piccoli indizi di maturità che, nel contesto di un’amichevole, pesano. È nella capacità di leggere «prima», dove andrà la seconda palla, su quale traiettoria finirà il cross, che si misura la cifra del suo potenziale. E in questo test la bussola, per lui, ha puntato sempre verso la porta.

NOTA DI METODO, UN TEST PREZIOSO
Le amichevoli in sosta non «contano» per la classifica, ma contano per tutto il resto: 1) perché consentono a chi rientra di misurare la risposta sotto stress controllato; 2) perché permettono allo staff di provare micro-variazioni strutturali senza il peso del risultato; 3) perché offrono ai giovani un palcoscenico reale, dove il margine d’errore si riduce e la velocità della decisione fa la differenza. E se alla fine il tabellino sorride agli avversari, restano tuttavia i singoli fotogrammi: il sinistro di Pulisic che apre la gara, la corsa di Traoré che la indirizza, e il primo palo di Borsani che la racconta. Un trittico che vale più di mille parole sul futuro prossimo del Milan. In definitiva, il Milan esce dal «Chinetti» con una sconfitta che non sposta equilibri ma consegna materiale prezioso allo staff. E consegna un fotogramma nitido: quello di un ragazzo del 2008 che attacca il primo palo come i grandi e di un esterno, Chaka Traoré, che sa quando strappare e quando fermarsi per servire il compagno. Se la funzione delle amichevoli è illuminare i dettagli, a Solbiate Arno le luci sono rimaste accese sui punti giusti.

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