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Va bene tutto, ma il format per le qualificazioni al Mondiale è «Una cagata pazzesca»

«Dal 1990 al 1994 si qualificavano 2 africane, ora 8». La frase di Gattuso, seppur imprecisa, evidenzia un problema di fondo evidente che condanna la nostra Nazionale

MONDIALE 2026 QUALIFICAZIONI REGOLAMENTO

La Nazionale Italiana fa schifo. Una frase ricca di retorica, ormai cavallo di battaglia di tanti appassionati di calcio che, con un pizzico di giustificata frustrazione, non riesce a concepire come gli Azzurri siano nuovamente condannati agli spareggi per andare ai Mondiali. Sarà la terza volta consecutiva per la Nazionale, la quarta totale se si aggiunge la vittoria contro la Russia del 1998, un percorso a cui ci siamo tutti tristemente abituati. Eppure, non si tratta solo di colpe nostre: 6 vittorie e 1 sconfitta sono un segnale che l'Italia ha fatto quasi tutto bene, eccezion fatta per quella rovinosa sconfitta in casa della Norvegia. Possiamo stare a discutere quanto vogliamo se la nazionale di Haaland è più forte della nostra, ma il punto è un altro: il format per le qualificazioni al Mondiale è giusto o sbagliato?


DA 32 A 48, MA NEL MODO GIUSTO?

Facciamo un passo indietro. È ormai cosa nota che il Mondiale, a partire dalla prossima edizione nel Nord America del 2026, avrà 48 nazioni partecipanti a differenza delle classiche 32. L'aumento delle qualificate non accadeva dal 1998, quando il format passò da 24 a 32. Eppure, esattamente come accade ora, nell'anno dell'aumento delle qualificate l'Italia fu costretta agli spareggi, dopo che arrivò seconda nel girone di qualificazione dietro all'Inghilterra. 

È chiaro che, senza ragionare sulla cosa, vedere 16 posti in più al mondiale poteva far sperare in una qualificazione più agevole per l'Italia, ma non è proprio così. Per il mondiale in Qatar del 2022 i posti dedicate alle formazioni europee erano 13, dieci per le squadre vincitrici del proprio girone di qualificazione e 3 le vincenti degli spareggi. Nonostante l'aumento di ben 16 posti, le qualificate europee sono solo aumentate di tre, con 16 posti dedicati, di cui dodici alle vincenti dei gironi e quattro per le vincenti dei playoff. Di fatto è cambiato pochissimoper le europee il percorso è rimasto uguale, con la vittoria del girone che resta una prerogativa per evitare l'ostico percorso dei playoff, che rischia comunque di condannare altre nazionali forti per via di un girone difficile. 

Le porte del Mondiale si sono realmente aperte per gli altri continenti, ma non per l'Europa. Non si tratta di una frase campata per aria, ma di un dato di fatto testimoniabile. La frase del CT Rino Gattuso «Dal 1990 al 1994 si qualificavano 2 africane, ora 8», seppur imprecisa (le africane nel 1994 erano tre, invece ora saranno nove) evidenzia un problema evidente legato all'aumento delle nazionali qualificate. A giovarne sono sicuramente le altre Confederazioni, ma non l'UEFA, che si ritrova con "solo" 3 posti in più.

Parliamo quindi di numeri: le qualificate africane sono passate da 5 a 8, le qualificate asiatiche da 5 a 9 (nel 2022 c'era anche il Qatar qualificato d'ufficio), le qualificate nord americane da 3 a 6 (considerando che nel 2026 Canada, Stati Uniti e Messico saranno già qualificate d'ufficio), quelle sudamericane da 4 a 6 e pure la OFC, la confederazione dell'Oceania, potrà contare di un posto diretto al mondiale. In più vanno contati gli spareggi interzona, dove si affrontano 1 nazionale extra di Africa, Oceania, Sudamerica, Asia e addirittura due del Nord-Centro America. Le nazioni europee sono invece state escluse come ogni anno. Per fare un esempio semplice, il sudamerica qualifica il 60% delle proprie affiliate al mondiale, una cifra decisamente spropositata rispetto a qualsiasi altro continente.

NAZIONALI QUALIFICATE AL MONDIALE


CAMBIARE IL FORMAT DELLE QUALIFICAZIONI È FONDAMENTALE

Con ciò non si deve giustificare la sconfitta 3-0 contro la Norvegia. L'Italia non può permettersi un KO del genere, ma va anche detto che il format europeo è decisamente penalizzante rispetto a quello degli altri continenti. L'UEFA infatti sta già correndo ai ripari: l'idea è di riformare il format rendendolo simile a quello delle coppe europee. Si tratta quindi di stipulare una maxi classifica in cui le prime nazionali si qualificano direttamente, mentre le altre andranno a fare gli spareggi. A questo punto una situazione come quella dell'Italia quest'anno non si verificherebbe più, nella speranza che gli Azzurri, al prossimo incontro contro un avversario simile alla Norvegia, non perdano rovinosamente. 

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