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15 Novembre 2025
FINLANDIA-MALTA QUALIFICAZIONI MONDIALI 2026 - Emilio De Leo è l'allenatore della selezione maltese dal gennaio 2025 e ha trovato in Finlandia il suo 1° successo con la squadra
All’Olympic Stadium di Helsinki l’aria taglia la faccia, i cartelloni tremano al vento e il pubblico aspetta il commiato di un idolo. Invece accade l’improbabile: su una palla che non promette nulla, il piede destro di Jake Grech disegna una traiettoria bassa e velenosa. È l’81’. Il pallone tocca la rete. Il tabellone dice Finlandia 0, Malta 1. Solo allora si capisce che la storia, ogni tanto, sceglie scorciatoie semplici: un tiro, l’unico nello specchio della serata, per cambiare un girone e forse l’autostima di un gruppo. È il primo successo della nazionale maltese nel Gruppo G delle qualificazioni ai Mondiali 2026, firmato da un commissario tecnico italiano, Emilio De Leo, in carica dal 13 gennaio 2025.
IL PARADOSSO DELLA PARTITA: DOMINIO APPARENTE, RISULTATO REALE
Per quasi tutta la gara, la Finlandia conduce le operazioni: più palla, più ritmo, più conclusioni. I numeri lo dicono con chiarezza: circa il 60% di possesso per i padroni di casa, 14 tiri complessivi e 8 nello specchio, contro 4 conclusioni maltesi totali e una sola, quella decisiva, nello specchio della porta. Quella di Grech. Il calcio vive di questi paradossi: il volume non è sempre musica, la pressione non diventa necessariamente gol. A tenere in piedi la baracca maltese ci pensano la struttura difensiva e le parate di Henry Bonello, bravo a restare caldo per novanta minuti quasi senza errori. I dati ufficiali restituiscono la misura dello «scippo perfetto», se così vogliamo chiamarlo, ma sarebbe più giusto parlare di partita preparata e interpretata con lucidità fino all’ultimo dettaglio.
UNA PRIMA VOLTA NEL GIRONE, FATTO RARO
Il valore simbolico va oltre i tre punti. È la prima vittoria di Malta in questo ciclo di qualificazioni, e, secondo le statistiche riportate dalla stessa MFA, solo la quarta affermazione di sempre della selezione nell’intera storia delle qualificazioni mondiali. Non c’è retorica che tenga: per un Paese che vive il calcio come presidio identitario, simili serate sono tasselli che restano. Il colpo di Helsinki porta i maltesi al 4° posto del Gruppo G, a 5 lunghezze dalla Finlandia, che a questo punto non può più qualificarsi direttamente. Una notizia che, combinata con i risultati paralleli, avvicina ulteriormente i Paesi Bassi all’aritmetica certezza del biglietto per il 2026.
L'IMPRONTA ITALIANA DI DE LEO
Dalla panchina, in cappotto scuro e sguardo che alterna calma e urgenza, Emilio De Leo orchestra la sua nazionale con un approccio di rara pragmaticità. Il tecnico barese è stato nominato il 13 gennaio 2025 come capo allenatore e direttore tecnico delle squadre nazionali maltesi: un doppio ruolo che dice molto della fiducia riposta in lui dalla Malta Football Association. Nel suo staff figurano, tra gli altri, Pietro Matafora, Mirko Valdifiori e Ivan Woods. La traccia del lavoro si vede nella fase di non possesso: linee corte, raddoppi puntuali sulle corsie, densità centrale per chiudere gli spazi di rifinitura. L’idea è semplice quanto severa: accettare di soffrire, resistere con disciplina, e colpire quando la partita scivola su un binario emotivo favorevole. Non è difensivismo d’altri tempi: è gestione del rischio applicata a un contesto asimmetrico. De Leo porta con sé una cultura tattica italiana maturata tra Serie A e laboratori d’élite, al fianco del compianto Sinisa Mihajlovic in esperienze come Sampdoria, AC Milan, Torino e Bologna. L’aderenza del piano al materiale umano è stata la chiave: pressing selettivo, blocco medio-basso senza vergogna, qualità nei cambi in corsa.
LA SCENA MADRE: LA CONCLUSIONE CHE VALE ORO
Il copione si compie in pochi minuti. Grech entra al 79’ per dare gamba e un filo di coraggio in più tra le linee. Due giri di lancette e la palla gli arriva al limite, su invito di Ilyas Chouaref: controllo rapido, corpo sopra il pallone, conclusione tesa e rasoterra che sfila alla destra di Viljami Sinisalo. Un’azione pulita, quasi didattica, in cui pesano il tempismo del movimento e la qualità della scelta. La Finlandia reagisce di nervi, spinge, trova angoli e tiri, ma sbatte su una difesa che, una volta ottenuto il vantaggio, si compatta come raramente le era riuscito in questa campagna. Gli ultimi minuti sono una sofferenza calcolata: respinte, coperture preventive riuscite, gestione del pallone quando si può. Il cronometro diventa alleato, la lucidità resta. Triplice fischio. Storia.
LA DIMENSIONE STORICA: UNA VITTORIA CHE CONTA
Nel calcio delle big data e della sofisticazione tattica, c’è ancora spazio per risultati che superano la logica. Per Malta, federazione piccola ma ambiziosa, questa è una tacca che entra nella memoria istituzionale insieme a pochissime altre in oltre mezzo secolo di qualificazioni. «Solo quattro vittorie in tutta la storia» del percorso verso il Mondiale: riscrivere anche di un millimetro una statistica così ostica cambia la percezione dell’intero progetto. A livello mediatico, l’eco internazionale è immediata: chi segue da lontano scopre che questa squadra può colpire; chi la studia da vicino sa che la traccia del lavoro sta iniziando a produrre effetti tangibili. La sfida ora per De Leo e il suo gruppo è trasformare la notte di Helsinki in metodo, non in eccezione.