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16 Novembre 2025
La scena è questa: è il pomeriggio di sabato, l’aria taglia le mani, il pubblico di provincia scandisce i cori che nei campi del calcio di base sono colonna sonora e appartenenza. Poi, all’improvviso, un silenzio pesante come il piombo. Qualcuno dagli spalti pronuncia un presunto insulto di natura sessista contro l’arbitra. Il gioco si ferma, non per un infortunio né per una rissa: si ferma per le parole. In un calcio che troppo spesso tollera, normalizza, scusa. Stavolta no. L’arbitra rientra negli spogliatoi all’intervallo, si prova a capire chi sia la persona responsabile. Non si riesce. Si riparte? No. La gara viene interrotta e resta lì, a metà, a ricordare a tutti che il confine tra passione e barbarie è più sottile di quanto vorremmo.
IL FATTO: GARA SOSPESA PROPRIO NEL MEZZO
La partita in questione è quella tra Coventry Sphinx e AFC Rushden & Diamonds, valida per la Northern Premier League - Midlands Division e programmata per sabato 15 novembre 2025 al Sphinx Industrial Supplies Arena di Coventry. La gara è stata interrotta all’intervallo dopo che, verso la fine del primo tempo, la direttrice di gara ha segnalato un presunto insulto di natura sessista proveniente dal settore dei tifosi. I tentativi di individuare il responsabile non hanno avuto esito; di fronte a un clima ritenuto non più sereno, la partita non è ripresa. Il caso è stato riferito alle «autorità competenti» del calcio inglese. Secondo quanto reso noto pubblicamente, entrambi i club hanno espresso una condanna senza ambiguità per l’accaduto, dichiarando tolleranza zero verso comportamenti discriminatori e impegnandosi a collaborare con chi indaga. L’AFC Rushden & Diamonds ha aggiunto che, se dovesse emergere un collegamento tra il responsabile e il club, verranno presi «provvedimenti» in linea con i propri regolamenti interni.
LE REGOLE FUORI DAL GIOCO
Per inquadrare il caso serve citare il Rulebook della Football Association. La Regola E21 impone ai club di garantire che i propri sostenitori «non usino parole o comportamenti impropri, offensivi, minacciosi, indecenti o insultanti» e, in particolare, di impedire ogni condotta «discriminatoria» riferita – tra gli altri – a “genere, riassegnazione di genere o orientamento sessuale”. Non è una sfumatura: è la base giuridica dei procedimenti che possono scattare in seguito a episodi come quello di Coventry. Negli ultimi anni l’FA ha anche irrigidito il quadro sanzionatorio legato alla responsabilità dei club per cori o insulti discriminatori, come certificano i bollettini disciplinari periodici: dalle multe agli “action plan” imposti alle società, fino a misure più stringenti in caso di recidiva. Il principio è chiaro: la tutela degli ufficiali di gara è parte integrante della tutela dell’integrità della competizione.
UN CONTESTO CHE CAMBIA: TOLLERANZA ZERO
Mentre la cronaca ci consegna un episodio grave, il trend strutturale del movimento va nella direzione opposta: più donne che arbitrano, più presidi educativi, più strumenti di segnalazione. Nella stagione 2023-2024, la FA ha pubblicato il primo bilancio della strategia «To Grow, Guide & Govern» sull’arbitraggio: rispetto all’anno precedente, i direttori di gara registrati in Inghilterra sono aumentati del 20% superando quota 37.000, con una crescita delle arbitre a 3.139 – oltre l’obiettivo fissato per il 2024 – e livelli record di permanenza nel ruolo (77,8%). Si è investito in formazione, mentoring e accesso alla professione per profili under-rappresentati. È il contesto dentro cui interpretare, senza giustificare, la tensione che esplode quando lo stereotipo prova a rientrare dalla finestra. Il salto simbolico è noto: nel dicembre 2023 Rebecca Welch è diventata la prima donna ad arbitrare una partita di Premier League (Fulham–Burnley), un momento spartiacque per la percezione pubblica del ruolo delle donne nella classe arbitrale. Il messaggio è semplice: l’autorità tecnica non ha genere. E se ai massimi livelli il principio è chiaro, dev’essere altrettanto intangibile a ogni latitudine del calcio inglese.
COME SI SEGNALA, CHI INTERVIENE, CHE TUTELE CI SONO
La cultura della segnalazione è decisiva per trasformare un episodio in un precedente virtuoso. Dal marzo 2025, Kick It Out e Her Game Too hanno stretto una collaborazione per unificare e rafforzare i canali di raccolta delle denunce di sessismo e misoginia negli stadi: la prima fa da hub di ricezione e interfaccia con club e organismi di giustizia sportiva, la seconda accompagna le persone coinvolte con una rete di ambasciatrici e volontarie sul territorio. Obiettivo dichiarato: abbassare la soglia di sfiducia e aumentare la qualità delle risposte. Il mondo non-league, con la sua prossimità, può essere un laboratorio d’urgenza: la promozione di giornate dedicate, i protocolli d’intervento degli steward, l’uso di cartellonistica e QR code per la segnalazione immediata, le banning orders individuali emesse dai club, la pubblicizzazione degli esiti disciplinari. Piccoli tasselli che, messi in fila, costruiscono un ambiente più sicuro, in cui l’arbitra, o l’arbitro, non è «ospite tollerato» ma garante di gioco e rispetto.
I POSSIBILI SCENARI ORA
1) L’arbitra e i due assistenti inviano il Referee’s Report alla Lega. Dalla lettura di quel documento partono le valutazioni disciplinari. 2) La Northern Premier League potrebbe richiedere chiarimenti a entrambi i club, acquisire eventuali video, ascoltare testimoni. 3) Se emergessero responsabilità riconducibili a un tesserato o a un sostenitore «associabile» a uno dei club, si aprirebbero due livelli: sanzioni individuali (banning order, eventuali deferimenti FA) e responsabilità del club ai sensi della Regola E21. 4) In parallelo, i club possono invitare chi abbia visto o sentito qualcosa a mettersi in contatto con i canali ufficiali, condividendo materiale utile. È un punto che l’AFC Rushden & Diamonds ha già messo nero su bianco nelle sue comunicazioni standard e nelle prassi d’impianto. Il calcio è fatto di duelli e di errori, di applausi e di fischi. Ma c’è un limite che non coincide con una linea di porta: coincide con la dignità. A Coventry la partita si è fermata a metà. Il resto, sanzioni, procedure, decisioni, arriverà.