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A un passo dal sogno! L'isola di 150mila abitanti rischia di riscrivere la storia dei Mondiali

Curaçao, seppur senza il tecnico Dick Advocaat, diventerebbe la nazionale più piccola ad aver preso parte alla competizione

A un passo dal sogno! L'isola di 150mila abitanti rischia di riscrivere la storia dei Mondiali

Joshua Zimmerman, attaccante dei Los Azules, vicinissimi a una storica qualificazione

L’aria di Kingston ha il sapore elettrico delle occasioni irripetibili. Lo Stadio Nazionale di Independence Park — la vecchia “Office” da 35.000 posti — trattiene il respiro. A bordocampo manca una figura che in giorni così pesanti vale un’ancora: Dick Advocaat, 78 anni, non siederà sulla panchina di Curaçao. È rientrato d’urgenza nei Paesi Bassi per motivi familiari, lasciando ai suoi uno spartito chiaro e un compito quasi impossibile nella forma, titanico nella sostanza: strappare almeno un punto alla Giamaica di Steve McClaren e chiudere al primo posto del Gruppo B della CONCACAF, staccando il biglietto per il Mondiale 2026. Un pareggio basterebbe. Un pareggio che vale la storia. Perché se l’isola con poco più di 150.000 abitanti riuscisse nell’impresa, diventerebbe il Paese con la popolazione più ridotta di sempre a qualificarsi a una Coppa del Mondo, superando il primato dell'Islanda (circa 337.000 residenti quando andò in Russia nel 2018).

LA SITUAZIONE

Curaçao arriva dal roboante 7-0 in trasferta contro Bermuda, vittoria che ha spostato l’inerzia del gruppo e il differenziale reti. La Giamaica ha frenato sul campo di Trinidad & Tobago con un 1-1 che ha impedito l’aggancio. All’andata, l’11 ottobre 2025 a Willemstad, Curaçao ha battuto i Reggae Boyz 2-0 con le firme di Livano Comenencia e Kenji Gorré: indicazione tattica non banale per una squadra abituata a soffrire e ripartire.

Dati e risultati certificano una dinamica precisa: i ragazzi di Advocaat hanno costruito la vetta non per caso, ma per progressione. Dopo lo 0-0 a Port of Spain all’esordio, sono arrivati il 3-2 su Bermuda, il già citato 2-0 alla Giamaica, l’1-1 con Trinidad & Tobago e, infine, la goleada di Hamilton. Un percorso da squadra “europea” nei dettagli, caraibica nel temperamento.

IN MISSIONE ANCHE PER ADVOCAAT

L’assenza di Dick Advocaat pesa. L’allenatore olandese — una carriera disseminata di esperienze con sette Nazionali e club di primo rango — ha trasformato Curaçao in pochi mesi, imprimendole una struttura da squadra vera: blocco corto, linee ravvicinate, lavoro maniacale sulle seconde palle, transizioni interpretate con lucidità. Le sue scelte hanno valorizzato colonne come il portiere Eloy Room, il capitano Leandro Bacuna e l’asse “fraterno” con Juninho Bacuna.

Nell’ultimo ritiro, il c.t. ha lasciato il gruppo poco dopo l’arrivo in Giamaica. A guidare la squadra a Kingston ci sarà lo staff collaudato costruito da Advocaat, con un piano gara già evidente: gestione del ritmo, abbassamento dei picchi emotivi del pubblico e densità centrale per screenare le ricezioni di Shamar Nicholson e dei corridoi esterni in cui la Giamaica tende a sviluppare uno contro uno aggressivi.

Il paradosso è che l’assenza del tecnico può diventare, psicologicamente, un moltiplicatore. Le dichiarazioni arrivate dal gruppo raccontano di una squadra «in missione anche per il mister», con la leadership interna di Room e Leandro Bacuna a fare da cerniera tra campo e spogliatoio.

CHI C'È DI FRONTE

La Giamaica ha qualità da vendere negli uno contro uno e in area. L’uomo chiave è Shamar Nicholson, riferimento per risalire il campo e finalizzare. Attorno a lui, McClaren ha disegnato un sistema che alterna possesso paziente e verticalità immediata, con i terzini pronti a rompere in ampiezza per alzare i cross o fissare i difensori esterni.

I Reggae Boyz hanno margini anche sul piano mentale: l’Office sa diventare un tamburo, e i primi venti minuti saranno la zona rossa per Curaçao. Se la squadra di Advocaat resisterà all’onda emotiva e ripulirà i palloni sporchi, la partita entrerà nella sua comfort zone: tempi bassi, gestione dei ritmi, ripartenze mirate.

LE COMBINAZIONI

Con un pareggio o una vittoria, Curaçao chiude il Gruppo B a 12 o 14 punti e si qualifica direttamente al Mondiale 2026. Con una sconfitta, i Reggae Boyz di McClaren sorpassano e volano loro al primo posto. A quel punto per Curaçao resterebbe soltanto la speranza di rientrare in corsa come miglior seconda per l’accesso allo spareggio intercontinentale: ipotesi incerta e legata ai risultati negli altri gironi. Per entrambe, dunque, la partita è un dentro-fuori mascherato. Non ci saranno calcoli raffinati: servirà il coraggio di scegliere quando rischiare e quando spegnere l’interruttore.

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