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18 Novembre 2025
Han Willhoft-King lascia il Manchester City per studiare a Oxford
Chi lascia il Manchester City alla vigilia del grande salto per tornare sui banchi di Oxford? Sì, avete capito bene: Han Willhoft-King volta le spalle alla Premier dei sogni per abbracciare la vita accademica. Una scelta controcorrente, un dribbling al destino scritto, che accende il dibattito nel calcio inglese come un lampo a ciel sereno su Manchester.
In Inghilterra non si parla d’altro: Han Willhoft-King, centrocampista classe 2006 dell’U21 del Manchester City, ha deciso di lasciare il club per studiare a Oxford. Un addio che arriva proprio quando il talento stava iniziando ad allenarsi con la prima squadra di Pep Guardiola, segnale chiarissimo di un possibile esordio in vista all’Etihad. E invece, cambio campo: dalla Pinetina di idee al quadrato di Oxford.
La motivazione? Arriva dritta dalla voce del protagonista, senza giri di parole. In un’intervista, Willhoft-King ha spiegato: "L'ho fatto per pensare al futuro e perché mi annoiavo a giocare. Era una gran perdita di tempo". E ancora: "Non mi divertivo più, stavo sprecando ore importanti della mia vita". Frasi forti, che suonano come un controcanto alla liturgia del calcio moderno, e che includono anche un giudizio pesantissimo: in Inghilterra si racconta che il giovane abbia trovato "noiose" persino le sessioni con la prima squadra guidata da Pep Guardiola. Roba da far sobbalzare chiunque ami il pallone.
Centrocampista moderno, classe 2006, già in orbita City e nel gruppo U21, Han Willhoft-King stava toccando con mano l’élite. Allenarsi con i big è spesso il preludio: l’autostrada verso il debutto. Ma lui, controcorrente, ha tirato il freno a mano e invertito la marcia. Una scelta adulta in un’età in cui tanti inseguono il primo contratto importante. È la vita che fischia il fuorigioco alle aspettative.
Oxford non è un ripiego, è un traguardo diverso. La decisione, arrivata dall’Inghilterra racconta una maturità rara: studiare, pianificare, pensare al “dopo” quando il “prima” stava bussando alla porta. A volte il vero assist non lo fai in campo, ma alla tua vita.