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18 Novembre 2025
OLANDA LITUANIA QUALIFICAZIONI MONDIALI 2026 - Luciano Valente, attaccante classe 2003, nel momento del suo ingresso in campo lunedì 17 con il commissario tecnico Ronald Koeman
È il minuto 78 di Olanda-Lituania quando Ronald Koeman si volta verso la panchina e pronuncia un nome che molti, fino a qualche mese fa, non avrebbero immaginato di sentire in una gara ufficiale della nazionale maggiore: Luciano Valente. Il giovane centrocampista si alza, raccoglie le ultime indicazioni dallo staff tecnico, e si prepara a vivere un momento destinato a segnare un punto di svolta nella sua carriera. Nel clima di festa dell’Amsterdam ArenA, già infiammata dalla certezza della qualificazione ai prossimi Mondiali, il suo ingresso in campo assume un valore che va ben oltre il semplice debutto: rappresenta la definitiva consacrazione di un talento cresciuto lontano dai riflettori, ma che ora si affaccia con prepotenza nel grande calcio internazionale.
RADICI ITALIANE
Il nome potrebbe ingannare, e non poco. Perché Luciano Valente sembra uscito da un vivaio di provincia italiano, uno di quei cognomi che si incrociano facilmente nei campi delle giovanili della Serie A o della Serie B. Invece, la storia di questo ragazzo è più complessa e stratificata. Valente è nato il 4 ottobre 2003 a Groningen, nel cuore del nord dei Paesi Bassi. Il padre, Roberto Valente, ex terzino sinistro originario dell’Italia, si era trasferito in Olanda per ragioni personali e professionali; la madre, olandese, è il radicamento definitivo del futuro calciatore nel contesto neerlandese. Cresciuto quindi in un ambiente bilingue e biculturale, Luciano porta con sé una doppia identità che ha arricchito tanto la sua formazione umana quanto quella sportiva.
LA STORIA CALCISTICA
Il suo percorso calcistico prende forma proprio nel club della sua città natale, il Groningen, una società che negli anni ha dimostrato grande attenzione e sensibilità per i giovani talenti. Valente attraversa tutte le tappe del settore giovanile, mettendosi in luce per qualità tecniche non comuni e una notevole intelligenza tattica. Nella stagione 2022-2023 arriva il debutto in Eredivisie, una promozione che certifica la sua crescita e il suo potenziale. Ma è la stagione seguente, la 2024-2025, a segnare la vera esplosione: 2 gol e 8 assist tra campionato e coppa nazionale. Numeri importanti, specie per un centrocampista versatile, capace di ricoprire più ruoli in mezzo al campo e di abbinare dinamismo, visione di gioco e una notevole capacità di rifinire l’azione.
L'APPRODO AL FEYENOORD
Il rendimento attira l’attenzione dei maggiori club olandesi. A muoversi con decisione è il Feyenoord, desideroso di ringiovanire e rinnovare il proprio centrocampo. Nell’estate, i biancorossi di Rotterdam investono quasi 7 milioni di euro, una cifra significativa per un classe 2003 che ha appena completato la sua prima vera stagione da protagonista. Per Valente è la svolta definitiva: una piazza storica, ambiziosa, con uno stadio di enorme fascino e un allenatore che gli concede immediatamente fiducia. Robin van Persie, alla prima avventura in panchina con un ruolo di responsabilità superiore, riconosce subito in Valente una personalità forte, un giocatore maturo per l’età, e gli ritaglia uno spazio centrale nel proprio progetto tecnico. Il centrocampista ripaga subito: gioca tutte e 4 le partite di Europa League, diventando un riferimento nei meccanismi del Feyenoord. Questa esposizione internazionale contribuisce a consolidarne la reputazione e accelera un percorso che, inevitabilmente, attira le attenzioni delle Nazionali.
IL DIBATTITO SULLA NAZIONALE
È proprio qui che il percorso di Valente si intreccia con il dibattito identitario che accompagna molti ragazzi cresciuti tra più culture. In passato, infatti, era già entrato nell’orbita della Nazionale italiana, con 3 presenze nell’Under 19 tra il 2021 e il 2022 e un’apparizione nell’Under 20 nel settembre 2022. L’Italia lo ha seguito, apprezzato, studiato, ma senza mai compiere quel passo decisivo che avrebbe potuto trattenerlo stabilmente nel progetto Azzurro. All’inizio del 2024 arriva invece la chiamata dell’Olanda Under 21. Valente accetta e il debutto avviene in un contesto particolare, quasi simbolico: l’amichevole del 21 marzo contro l’Italia, vinta 2-1 dagli Oranje. In sole 8 apparizioni con la selezione giovanile olandese riesce a segnare 4 gol, 2 dei quali negli Europei di categoria. L’Olanda si ferma in semifinale, ma Valente si impone come uno dei protagonisti del torneo, attirando ulteriormente l’attenzione della federazione.
LA CHIAMATA DI KOEMAN
Da qui alla nazionale maggiore il passo è breve. Koeman lo convoca per le ultime due gare di qualificazione ai Mondiali contro Polonia e Lituania. A Varsavia, contro la Polonia, non trova spazio. Ma ad Amsterdam, con già in tasca il biglietto per la Coppa del Mondo, il commissario tecnico decide di regalargli l’occasione più attesa: l’esordio con la nazionale che, con ogni probabilità, accompagnerà il suo futuro calcistico per i prossimi anni. Il retroscena, però, è tutt’altro che banale. Perché Valente, negli ultimi mesi, aveva più volte lasciato intendere che la porta dell’Italia non fosse chiusa. Lo aveva dichiarato apertamente al «Telegraaf»: «Se la nazionale italiana mi chiamasse prima di quella olandese, lo prenderei in considerazione. Il mio sogno è diventare un calciatore da Nazionale. Potrei farlo con l’Olanda, ma se il commissario tecnico dell’Italia mi chiamasse prima, lo prenderei sicuramente in considerazione». Per l’Italia, quella di Valente è l’ennesima occasione sfumata. Per l’Olanda, l’arrivo di un centrocampista moderno, giovane e pronto per il grande salto rappresenta invece una delle notizie più interessanti della nuova ondata di talenti. E per lui, quel minuto 78 di una serata di novembre resterà per sempre il primo passo di un viaggio che, a soli 21 anni, sembra già pronto a spiccare il volo.