Serie B
19 Novembre 2025
EMPOLI SERIE B - Bohdan Popov, attaccante classe 2007, nel campionato in corso ha collezionato 10 presenze con 5 reti
Una notte di fine ottobre a Empoli, pioggia sottile sul «Carlo Castellani». Al minuto 77 entra un 18enne con la 77 sulle spalle, spalle larghe davvero, un metro e 93 di aspettative. La palla gli rimbalza davanti, il portiere esce male, lui la «sente» un attimo prima degli altri: tocco, rete, braccia al cielo. Si chiama Bohdan Popov, classe 2007, scappato dalla guerra, oggi 5 gol nelle prime 10 partite giocate in Serie B. Non è un film: è la scalata reale di un centravanti che in pochi mesi è passato dalla Primavera all’essere il nome più caldo del campionato cadetto. E non a caso la prima grande a muoversi è la Atalanta, che ragiona su un «blocco» a gennaio e un trasferimento a giugno, con l’Empoli d’accordo sulla linea e una valutazione che ha superato la soglia psicologica dei 10 milioni di euro.
IDENTIKIT TECNICO E ANAGRAFICO
1) Attaccante centrale, destro naturale, 1,93 m e struttura già importante; nato a Nizhyn (oblast di Chernihiv, Ucraina) il 4 aprile 2007. Oggi è tesserato per l’Empoli con contratto fino al 30 giugno 2028 (opzione per un ulteriore anno). Procuratore: Andrei Golovash. 2) Formazione nelle giovanili della Dynamo Kyiv, poi passaggio in Polonia al Górnik Zabrze. L’approdo in Italia nel 2023, prima agli Under 17 dell’Empoli e quindi la promozione in Primavera; il resto è cronaca recente.
DALLA FUGA ALLA RINASCITA: LA STORIA
Quando la Russia invade l’Ucraina nell'inverno 2022, Popov è all’estero per un torneo con la Dinamo Kiev. Non rientra più: prima la Polonia, poi la Toscana, una casa famiglia a Massa e due provini che convincono il club empolese a tesserarlo. Qui trova un ambiente che lo protegge e lo struttura: con la Primavera tocca la doppia cifra, 10 gol, e si allena stabilmente coi «grandi». A inizio stagione la svolta: debutto e doppietta contro il Padova alla prima giornata, quindi un altro gol immediato a Reggio Emilia; un’escalation che nel giro di poche settimane lo mette in top-list tra i prospetti del campionato.
IL CONTESTO EMPOLI E LA MANO DEGLI ALLENATORI
Popov trova una società, l’Empoli, che per vocazione valorizza. Prima la chiamata di Guido Pagliuca e il lancio in B, poi il cambio in panchina di metà ottobre con il ritorno di Alessio Dionisi: prospettiva diversa, fiducia immutata. Il messaggio resta chiaro: Popov è un asset tecnico da proteggere e far crescere. Il club lo «blinda» rapidamente: rinnovo ufficiale fino al 2028 nel settembre 2025, in parallelo ai gol in campionato. Scelta coerente con la linea del presidente Fabrizio Corsi, che, anche dopo la retrocessione, ha ribadito la filosofia di puntare sui giovani e sul lavoro.
IL MERCATO: L'ATALANTA FA SUL SERIO
Le prestazioni di Popov hanno attirato l’attenzione della Atalanta. Il club ha impostato un’operazione in due tempi: prelazione a gennaio e trasferimento effettivo a giugno 2026, lasciando il ragazzo a Empoli fino a fine stagione per non interromperne la crescita. È un piano che a Monteboro parrebbero condividere, perché garantisce continuità a Dionisi e al tempo stesso capitalizza un patrimonio. Una mossa in perfetto stile Atalanta, che negli ultimi anni ha investito con acume su profili giovani in attacco, valorizzandoli nel sistema ad alta intensità di Zingonia. L’idea che circola a Bergamo è quella di innestare Popov gradualmente, senza l’obbligo di rendimento immediato, ma con prospettiva da prima punta moderna. Il paragone con Højlund circola a bassa voce: contesto diverso, età simile al momento dell’esplosione, stessa ricerca di profondità e progressione sul lungo. È il tipo di scommessa che il club nerazzurro conosce e gestisce.
IL NUOVO SHEVCHENKO? MEGLIO POPOV
Le etichette funzionano nei titoli, meno nei percorsi. Popov condivide con Andriy Shevchenko passaporto e ruolo, ma questa storia è altra: nasce nel dolore di una fuga e cresce in una provincia italiana che gli ha insegnato lingua, abitudini e «mestiere». Il paragone che serve oggi non è con i monumenti del passato, ma con il giocatore che sta diventando, giorno dopo giorno, con una fame che si vede a occhio nudo. I gol sono la scorciatoia della notorietà; la differenza, però, la faranno il lavoro sul dettaglio e la capacità di reggere l’urto quando la B diventerà A.In un calcio che spesso brucia talenti, Popov sta dimostrando di essere, prima di tutto, una storia di equilibrio: tra corsa e pausa, tra impatto e apprendimento, tra voglia di volare e bisogno di consolidare. Gli serve esattamente questo: tempo di qualità. Se la rotta resterà questa, chiamarlo «nuovo qualcuno» diventerà superfluo.