Nazionali
19 Novembre 2025
LEGANES - Manuel Attici
Ci sono terre che non si attraversano soltanto con una valigia, ma con l’anima carica di nuove aspettative e Manuel Attici lo sa bene: il classe 2004 ha infatti intrapreso da poco un nuovo viaggio verso il Leganès, squadra della Liga 2. La sua nuova avventura assomiglia all’ingresso in una nuova arena: non un semplice stadio, ma una tappa definita dal destino tra coraggio e paura, come il duello tra uomo e toro.
Manuel Attici non è un semplice calciatore: è come un giovane torero che ha cambiato molte arene, ognuna più grande e più rumorosa della precedente. La sua storia comincia con la prima sosta a Milano, la città che lo ha visto crescere fin da piccolo: i campi dell’Aldini assistono ai suoi primi passi e alla sua passione sfrenata crescere di giorno in giorno. All’Arconatese, squadra di Serie D, affina la tecnica, come chi passa da un piccolo cortile di quartiere a un luogo dove il pubblico inizia a farsi sentire. Il classe 2004 riesce a sfruttare questo trampolino di lancio attirando gli sguardi di chi sa riconoscere il vero talento ed è in quel momento che arriva la svolta.
Un osservatore della Reggina rimane colpito dal suo modo di stare in campo e, a 17 anni, Manuel lascia Milano e parte per Gallico Marina, una terra dove l’arena profuma di mare e aspettative. In questo nuovo contesto, Manuelito - come lo chiamavano i suoi vecchi compagni - ha la possibilità di allenarsi anche nella prima squadra capitanata da Pippo Inzaghi e di confrontarsi con i giocatori di calibro come Santander e Jeremy Menez, veterani dell’arena che riconoscono subito la scintilla nei suoi occhi. Ma poi il buio, il fallimento del progetto della società di Reggio Calabria, il sogno interrotto e la delusione. Manuel però non è uno che si arrende facilmente e che si ferma davanti agli ostacoli e infatti punta dritto a nuove esperienze, che però non lo convincono a pieno.
E qui, un’altra svolta. Raramente un torero ha l’opportunità di entrare nella stessa arena per due volte, ma questo è ciò che accade a Manuel: seconda chiamata da Reggio Calabria e la nuova avventura si chiama Gioiese, squadra di Serie D. Qui il classe 2004 non arriva come spettatore ma come protagonista ed entra nella nuova arena con umiltà e determinazione, pronto a scrivere un nuovo capitolo. L’allenatore Francesco Cozza se lo coccola, i compagni veterani lo accolgono calorosamente e tutto sembra indicare un nuovo punto di partenza. E così è stato.
Quando meno se lo aspetta, arriva un proposta dalla Spagna, da un club capace di intravedere qualcosa in lui che altrove era rimasto in ombra. «Quando è arrivata la chiamata dal Leganès non ci ho pensato neanche un secondo: era un’offerta che non si poteva rifiutare», confessa il ragazzo. Nuovo Paese, nuova lingua e nuovi compagni. Una valigia piena di speranza e voglia di lavorare e fin dalla prima partita, il numero 10 sulla camiseta con l’augurio «di tornare il prima possibile in un contesto di prima squadra e condividere lo spogliatoio con grandi campioni». La Penisola Iberica diventa il luogo in cui Manuel sceglie di ricominciare: intensa e appassionata, la sua nuova avventura sembra insegnare che il calcio non è solo un gioco, ma una corrida, in cui si impara a danzare tra il rischio e l’incertezza, insegnandoci che “en que la sigue, la consigue”, tradotto, chi ci prova, ci riesce.