Serie C
19 Novembre 2025
SORRENTO SERIE C - Cristian Serpini, dal 2023 al 2025 ha allenato il Carpi portandolo dalla Serie D alla salvezza in Serie C
Una saletta riunioni, luci basse, telefoni che vibrano. L’annuncio arriva tra una stretta di mano e un foglio firmato: il Sorrento Calcio 1945 affida la prima squadra a Cristian Serpini, tecnico emiliano capace di riaccendere una piazza storica come Carpi e di portarla di nuovo tra i Professionisti ottenendo poi la salvezza con una grande impresa tra 2023 e 2025. Mentre la costiera attendeva un segnale dopo settimane in apnea, la società ha scelto un profilo abituato a lavorare dentro il rumore: risultati da costruire, spogliatoi da rimettere in quota, identità tecnica da scolpire con pragmatismo e cura dei dettagli. La panchina rossonera cambia pelle, e lo fa in tandem con un riassetto dirigenziale: promozione interna per Davide Cacace, ora direttore sportivo, con l’obiettivo di ridare traiettoria a una stagione che aveva imboccato la corsia sbagliata. L’ufficialità dell’esonero di Mirko Conte e dell’addio con il ds Alessandro Amarante ha aperto una nuova fase. E il primo mattone ha il nome di Serpini.
SERPINI, UN COSTRUTTORE DI SQUADRE
Nato a Castelfranco Emilia il 23 marzo 1972, Serpini ha messo insieme, lungo la sua carriera, un patrimonio di lavoro stratificato tra Eccellenza, Serie D e settore giovanile, con un valore aggiunto: sa vincere campionati e sa governare la salita di categoria. Le tappe–chiave raccontano un allenatore che non ha mai avuto paura dei cantieri aperti: le promozioni con realtà come Calcara San Giorgio e San Cesario, il passaggio al Castelvetro, quindi la gestione della Correggese (vittoria dell’Eccellenza e 3° posto in D pre‑stop Covid), un anno formativo alla SPAL Under 17 con semifinale Scudetto di categoria, poi Lentigione (playoff vinti in D) e Ravenna. Il salto vero arriva a Carpi: stagione 2023-2024, 1° posto nel girone di Serie D e ritorno tra i professionisti, quindi permanenza in Serie C l’anno successivo. Un percorso netto, misurabile nei fatti. Oltre le 140 panchine in Serie D con percentuale vittorie di rilievo, e 38 gare totali in C tra risultati utili e crescita di giocatori rilanciati.
LA SCELTA DEL SORRENTO
Ci sono scelte che nascono dalle necessità e scelte che nascono dalla visione. Nel caso del Sorrento, i due piani si sovrappongono. La stagione aveva preso un andamento pericoloso, con un rendimento intermittente e un trend di risultati che hanno reso inevitabile lo scossone. La proprietà ha deciso di intervenire su due assi: panchina e area sportiva. La promozione di Davide Cacace a direttore sportivo e la chiamata a Serpini creano un asse tecnico‑dirigenziale immediatamente operativo, fondato sulla rapidità decisionale e sulla conoscenza del contesto Serie C. Sul tavolo della dirigenza rossonera, la scelta di un tecnico capace di incidere subito ha pesato almeno quanto l’idea di un progetto sostenibile fino a fine stagione. In tal senso, l’esperienza di Serpini in contesti complessi, il Carpi reduce da un percorso di ricostruzione economico–sportiva e ambientale, rappresenta un indicatore credibile. Promozione dalla D e salvezza in C nel biennio 2023‑2025 non sono soltanto due righe di curriculum: sono un modo di stare in panchina.
INNESTI MIRATI E VOLTI CHE NON CAMBIANO
L’arrivo di Serpini porta con sé la scelta di lavorare con un vice fidato, Mirko Magistro, già braccio destro a Carpi, con cui ha condiviso tanto i processi di campo quanto la gestione delle micro‑correzioni tra una gara e l’altra. Il tandem si è sciolto consensualmente con i biancorossi il 13 giugno 2025, preludio a una nuova sfida. A Sorrento, l’obiettivo è replicare una filiera di lavoro rodata. Accanto a loro, la società ha scelto di confermare risorse interne che conoscono spogliatoio, dinamiche locali e carichi di lavoro dei rossoneri. Il prof. Giuseppe Ambrosio proseguirà come preparatore atletico: un riferimento stabile negli ultimi anni, cui si deve una gestione fisica attenta alle specificità di una rosa con profili esperti e giovani in crescita. Nel ruolo di collaboratore tecnico figura Bruno Conte, già nel gruppo precedente: continuità di linguaggio e memoria tecnica di quanto costruito nelle ultime stagioni, utile per accelerare l’integrazione del nuovo staff e non «ricominciare da zero» nel cuore dell’autunno. La direzione sportiva passa a Davide Cacace: uomo di casa, ex responsabile dell’area tecnica, con radici nella promozione dei rossoneri dalla D alla C e conoscenze consolidate sul territorio campano.
IL CREDO DEL NUOVO TECNICO
Chi ha seguito il Carpi di Serpini nella stagione della promozione ha visto un calcio essenziale e coerente: struttura a tre o a quattro dietro a seconda delle caratteristiche dei centrali, ampiezza garantita dai quinti o dagli esterni «a piede forte», densità centrale nelle fasi di non possesso. Tre i principi ricorrenti: 1) Pressioni selettive e campo «corto» dopo palla persa, per ridurre l’esposizione in transizione negativa; 2) Gestione verticale con il centravanti come perno e mezzali in inserimento, senza rinunciare al gioco tra le linee quando l’avversario si abbassa; 3) Grande attenzione alle palle inattive, sia offensive sia difensive: valore aggiunto in Serie C, dove il dettaglio conta più della forma. Sono tracce che potranno dialogare con la fisionomia del Sorrento: una rosa costruita per alternare moduli e per valorizzare esterni di gamba e difensori duttili. Il margine di manovra sul mercato invernale – ora in mano a Cacace – aiuterà a colmare gli «slot» mancanti per accendere subito il piano partita del nuovo tecnico.
IL CONTESTO: SERVIVA UNA SCOSSA
Il ciclo estivo aveva consegnato il Sorrento a Mirko Conte, con uno staff definito e alcuni innesti mirati; ma l’impatto con il campionato è stato sofferto. La sconfitta di Crotone e una striscia di risultati povera di vittorie hanno imposto decisioni rapide: in Serie C la classifica si muove per micro‑tendenze, e ribaltare una rotta richiede tempi stretti. Lo stesso club ha comunicato la risoluzione con Amarante e l’esonero di Conte, avviando il riassetto che ha portato a Cacace ds e a Serpini in panchina. È la logica di una crisi gestita senza fronzoli: cambiare, ma con criterio. Perchè i 13 punti in 14 partite sono bottino che non pare assolutamente sufficiente per salvarsi senza passare per i play out.