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Serie C

Gli ultimi gol alla Juventus, poi più nulla: la neo promossa si aggrappa al 36enne per sbloccarsi nel suo «Maracana»

Dal 4-2 ai bianconeri al digiuno casalingo da circa 2 mesi: i numeri spiegano il blocco offensivo e indicano anche le strade per sbloccarsi

SAMBENEDETTESE SERIE C - UMBERTO EUSEPI

SAMBENEDETTESE SERIE C - Umberto Eusepi, attaccante classe 1989, nella stagione in corso 5 reti in campionato e un centro in Coppa Italia

Una porta che sembra restringersi a ogni assalto, uno stadio che spinge ma non riesce a liberare il boato. Al «Riviera delle Palme» l’ultima esultanza in campionato risale a una data precisa, quasi scolpita: il 27 settembre 2025. Quel pomeriggio la Sambenedettese travolse la Juventus Next Gen con un 4-2 rumoroso e liberatorio. Da allora, fra i propri tifosi, la rete avversaria è tornata un miraggio. Sono passate le notti del 12 ottobre (contro il Ravenna), del 2 novembre (contro il Guidonia Montecelio) e del 15 novembre (contro la Ternana): 3 gare di campionato al «Riviera», zero gol segnati. Nel mezzo, una parentesi felice, e significativa, in Coppa Italia di Serie C: il 29 ottobre, ancora al «Riviera», i rossoblù hanno battuto l’Ascoli per 2-1, con firme Sbaffo (rigore) e Konaté, riattivando per una volta l’interruttore dell’attacco, ma solo in coppa.

L'INDIZIO CHE NON MENTE: PRODUZIONE E CONVERSIONE
Il dato secco recita: 14 gol in 14 giornate di campionato. Non un disastro, ma una resa che racconta una squadra in equilibrio sottile (anche i 14 subiti lo confermano). Nella fotografia statistica, questa Samb sta sulla soglia dell’1,00 gol a partita, cifra che oggi la colloca nella fascia mediana del Girone B. In un contesto in cui l’intero raggruppamento viaggia su una media di circa 2,25 gol a partita complessivi, con un’incidenza relativamente bassa di gare «over» (solo il 37% oltre 2,5), la produzione offensiva rossoblù è «in linea» ma non ancora competitiva per alzare l’asticella. Il campionato, insomma, non è generoso coi gol: serve capitalizzare di più, non necessariamente creare molto di più. C’è poi il dettaglio che punge: in casa, dopo quel 4-2 alla Juventus Next Gen del 27 settembre, sono arrivati il 0-1 con il Ravenna e lo 0-1 con il Guidonia (rigore sbagliato da Sbaffo compreso), oltre allo stop senza reti con la Ternana. A livello psicologico, il mancato gol tra le mura amiche consuma energie e fiducia: si gioca bene a tratti, si arriva sì nell’ultimo terzo, ma l’ultimo tocco latita.

IL CAPOSALDO E I SUOI NUMERI: EUSEPI
Dentro questa altalena c’è una certezza: Umberto Eusepi. Il capitano è il faro della fase offensiva: 5 gol in campionato e 6 totali contando la Coppa Italia (sigillo alla Vis Pesaro nel primo turno). È il primo riferimento per esperienza, peso specifico in area e carisma. Ma la dipendenza dal suo piede destro oggi è un fatto: dopo la doppietta alla Juventus Next Gen e la firma di Sassari contro la Torres, sono arrivati alcuni turni di astinenza che hanno camminato in parallelo con il calo della squadra. Lo stesso Eusepi, con onestà, ha fotografato il momento: «Dobbiamo stare zitti e pedalare. Tornerò a segnare quando sarò messo nelle condizioni di farlo». Un richiamo alla concretezza che chiama in causa tutta la catena creativa. Se allarghiamo lo sguardo, la centralità di Eusepi si misura anche con altri indicatori: è il più utilizzato e guida anche la graduatoria degli assist interni al gruppo. La distribuzione delle reti conferma la «punta di diamante» e una batteria di supporto che deve salire di colpi: Konaté a 2, poi Marranzino, Candellori, Zoboletti, Iaiunese, Sbaffo e Nohuan Touré a 1. Un mosaico prezioso ma ancora troppo sparso.

IL FATTORE: UN GIRONE IN CUI SI SEGNA POCO
Chi guarda solo il tabellino rischia di perdere un pezzo di realtà: il Girone B 2025-2026 è, per standard storici, più avaro di gol di altri raggruppamenti. I numeri dicono che la forbice delle partite si chiude spesso su uno o due gol totali, con un’incidenza di clean sheet superiore al 60% nelle prime cento e più gare. Tradotto: la zolla è dura per tutti, la differenza la fanno i dettagli. In questo contesto, 14 gol in 14 non ti condannano, ma non ti spalancano nemmeno le prime posizioni. La classifica «di rendimento» lo riflette: Samb poco sopra la zona calda, con margini di crescita soprattutto nella qualità dell’ultimo passaggio.

LE ISTANTANEE PER CAPIRE DOVE IL SISTEMA SI INCEPPA
1) Ravenna, 12 ottobre: gara tatticamente bloccata, decisa da un episodio. La Samb costruisce ma non strappa. 0-1, boato rimandato. 2) Guidonia, 2 novembre: la chance dal dischetto a metà ripresa e l’errore di Sbaffo aprono la strada alla beffa su piazzato. È la cartolina più amara del momento. 0-1. 3) Ternana, 15 novembre: gara intensa, grande spinta del «Riviera», ma la rete non si muove. Il commento del dopo partita di Ottavio Palladini è la chiave: «Dobbiamo essere più lucidi e freddi negli ultimi 16 metri». La rotta è lì.

UN'ECCEZIONE CHE PESA: COPPA ITALIA TERAPEUTICA
Il 29 ottobre, contro l’Ascoli, in Coppa Italia Serie C, la Samb è tornata a far male: 2-1 e passaggio del turno, con il «Riviera» a spingere (9.002 presenze). Segnali non banali: rigore trasformato da Sbaffo, raddoppio di Konaté, gestione adulta del vantaggio e capacità di soffrire nel finale. È il promemoria che la squadra conosce la strada della porta e che, anche all’interno dello stesso ciclo di partite, non è questione di sistemi di gioco irrisolti, ma di letture e dettagli di esecuzione. In sintesi: la Samb non ha smarrito il gioco, ma l’ultimo gesto. Le tre chiavi sono chiare: meno frenesia nella scelta del passaggio finale, area occupata con un uomo in più quando Eusepi esce a legare, e un pacchetto di palle inattive battute con la cattiveria giusta. Il «Riviera» aspetta solo una cosa: il rumore netto della rete che si scuote. Dopo il 27 settembre, è tempo di rimettere l’orologio del gol all’ora di casa.

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