Cerca

News

Quasi 400 partite in giro per l'Europa, a 38 anni la chiamata di una storica piazza di Serie A

Vicente Guaita sostituirà Zion Suzuki, fuori per 4 mesi in seguito all'infortunio rimediato in Parma-Milan

Vicente Guaita

Parma, con Vicente Guaita guanti d’esperienza in attesa del rientro di Suzuki

C’è un’immagine che racconta meglio di mille parole la settimana del Parma: due paia di guanti sul tavolo del centro sportivo di Collecchio. Da una parte quelli di Zion Suzuki, posati con delicatezza, come si fa con le cose che non si vogliono rompere ancora. Dall’altra un paio nuovo, destinato a un portiere che ha attraversato Liga e Premier League, abituato a stadi pieni e a palloni che pesano. Sono i guanti di Vicente Guaita. La notizia è di quelle che spostano umori e agende: lo spagnolo, classe 1987, è stato ingaggiato dal Parma e, secondo quanto filtra, è atteso in città per visite mediche e firma. Una mossa decisa dopo l’infortunio di Suzuki, uscito con una frattura scomposta del terzo dito e dello scafoide della mano sinistra: stop stimato in 3-4 mesi. In porta, però, la titolarità non si regala: Guaita porta esperienza, Corvi l’integrazione immediata negli allenamenti. La scelta, come sempre, spetterà a Carlos Cuesta.

L'INFORTUNIO DI SUZUKI, PERCHÈ GUAITA?

La scossa è arrivata l’8 novembre 2025: una partita intensa contro il Milan, un pari in rimonta che ha raccontato la fibra della squadra di Carlos Cuesta, ma anche il conto salato pagato dal suo numero uno. Gli esami hanno parlato chiaro: frattura scomposta al terzo dito e allo scafoide della mano sinistra. Nei giorni successivi, il portiere giapponese è volato a Tokyo per l’intervento, eseguito con successo; la prima fase della riabilitazione è prevista in Giappone, poi il rientro in Italia. La stima di assenza, condivisa anche a livello internazionale, è di circa 3-4 mesi: tradotta, significa che per rivedere Suzuki fra i pali bisognerà attendere almeno febbraio (o più verosimilmente la parte finale dell’inverno). Un orizzonte temporale che imponeva una scelta rapida. Prima di essere una soluzione d’emergenza, Vicente Guaita è un profilo. Cresciuto nel Valencia, una stagione-chiave in prestito al Recreativo Huelva con il Trofeo Zamora di Segunda División, quindi la consacrazione tra Getafe e Crystal Palace, prima del ritorno in Liga al Celta Vigo.

Numeri e ricordi sono dalla sua: con il Crystal Palace ha collezionato oltre 140 presenze in Premier League, chiudendo con 42 clean sheet e quasi 450 parate; nell’ultima annata piena in Liga con il Celta ha disputato 34 partite, con 8 clean sheet e 81 interventi decisivi, contribuendo a una salvezza maturata con lucidità nelle settimane più calde. Sono cifre che descrivono l’essenziale: affidabilità e continuità. C’è poi il tema che, a Parma, vale quasi più delle parate: la leadership. In una squadra giovane, con tanti giocatori alla prima esperienza stabile in Serie A, inserire un portiere che ha vissuto più di 350 gare nei principali campionati europei significa aggiungere una voce autorevole nello spogliatoio, un riferimento nelle settimane in cui i dettagli fanno classifica. La percezione che arriva dalla Liga è quella di un professionista ascoltato: non solo perché para, ma perché sa quando parlare. E quando tacere.

CORVI: ALTERNATIVA "FATTA IN CASA"

L’arrivo di Guaita non esclude il senso della candidatura di Edoardo Corvi. Classe 2001, parmigiano, cresciuto nel vivaio crociato, Corvi ha già attraversato, in silenzio e con efficacia, la trafila che porta dalla Primavera alla prima squadra. Per il tecnico Cuesta, che lavora con una metodologia molto attenta all’identità e alla responsabilità individuale, il messaggio è sempre stato chiaro: la gerarchia si costruisce in allenamento, e la maglia da titolare si guadagna con il merito. In questi giorni, mentre Guaita prepara lo sbarco alle visite, Corvi ha occupato la porta in tutte le sedute, provando uscite, tempi di gioco, comunicazione con la linea a quattro. È il primo parametro che un allenatore misura quando deve decidere nel brevissimo: la prontezza.

A libro firma resta anche Filippo Rinaldi (2002), profilo più giovane e meno pronto per la titolarità immediata, ma inserito nei meccanismi di reparto. Per entrambe le alternative interne, la società aveva immaginato un percorso progressivo: minuti in Coppa Italia, rotazioni gestite, responsabilità crescenti. L’incidente di Suzuki ha accelerato tutto. E la scelta di affiancare un portiere esperto non è un disconoscimento del progetto, ma un modo per preservarlo.

CHI TITOLARE SUBITO?

La domanda che i tifosi si fanno è semplice: chi gioca subito? L’indicazione più realistica, alla data del 20 novembre 2025, è che Guaita sia atteso per visite e firma, con l’iter burocratico da completare a stretto giro. Nel frattempo, Corvi è già a regime e conosce chiamate, codici e abitudini della linea difensiva. Tradotto: non è scontato che lo spagnolo debutti immediatamente, anche solo per una questione di tempi e automatismi. È plausibile che Cuesta utilizzi una gara per consolidare Corvi e, nel mentre, porti Guaita alla miglior condizione, per poi valutare la transizione della titolarità in funzione della risposta del campo e delle esigenze (campionato e Coppa Italia).

Quello che filtra dalle valutazioni interne è una bussola chiara: la gestione del rischio. L’allenatore conosce i pro e i contro di ogni mossa. Mandare subito Guaita in campo significa beneficiare di esperienza e allineamento ai contesti ad alta pressione; tenere Corvi per una o più gare significa non spezzare continuità e premiare un ragazzo che si è fatto trovare pronto. La soluzione potrebbe essere modulare: Corvi all’esordio utile, Guaita pronto a subentrare appena il lavoro sul campo restituirà le sensazioni richieste. Uno scenario che tutela tutti e, soprattutto, il Parma.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter