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Serie C

A 26 anni già 300 partite con la stessa maglia e una promozione attesa da 85 anni, il terzino significa appartenenza

Un traguardo da ascrivere anche a disciplina e futuro, il percorso del classe 1999 racconta molto più di un numero

AUDACE CERIGNOLA SERIE C - LUCA RUSSO

AUDACE CERIGNOLA SERIE C - Luca Russo, esterno destro classe 1999, è all'ottava stagione con la maglia del club gialloblù

Un lampo al De Cristofaro di Giugliano, la torsione di un corpo abituato alla corsa, la maglia gialloblù che sembra una seconda pelle. Quando l’arbitro fischia la fine, l’abbraccio dei compagni è diverso, più denso: Luca Russo ha appena toccato quota 300 con l’Audace Cerignola. In un calcio che scorre veloce, tra voci di mercato e contratti a breve termine, resiste la forza ostinata delle storie lunghe. E questa è una delle più luminose della Serie C.

IL SIMBOLO DI UNA SQUADRA
Il dato è scritto: contro il Giugliano, nello scorso weekend di metà novembre 2025, è arrivata la presenza numero 300 di Luca Russo con la stessa maglia. Il terzino è davvero una «bandiera» del club ofantino. Un’etichetta impegnativa, meritata a suon di chilometri e di affidabilità, in 8 stagioni di percorso condiviso con l’Audace Cerignola, dall’ultimo gradino del dilettantismo alla stabilità tra i Professionisti. La gara è stata incorniciata da una vittoria pesante, lo 0-1 esterno a Giugliano, che ha restituito ossigeno e prospettiva alla squadra di Vincenzo Maiuri in questa fase del torneo. Cerignola, città e tifoseria, ha scelto di celebrare il suo terzino «di adozione» con la sobrietà delle cose importanti: niente clamore, solo riconoscenza. E un Domenico Monterisi pronto, nella notte di venerdì 21 novembre, nel match contro il Crotone, a scandire con una standing ovation l’ennesimo passo di un cammino che non si è mai fermato.

UN PROFILO TECNICO MODERNO: CORSA E LETTURE DA CAPITANO
Se si cerca l’identikit del terzino contemporaneo, il classe 1999 dell'Audace Cerignola offre risposte chiare: gamba, resistenza, lucidità nella scelta dell’appoggio. Ma anche una qualità non misurabile: la disponibilità a interpretare ruoli diversi con la stessa efficacia. Lo confermano i racconti tecnici: Russo può agire da quinto di centrocampo, da terzino puro o da «braccetto» in una difesa a tre; a destra come a sinistra. Il suo riferimento stilistico? Giovanni Di Lorenzo, un modello che racconta bene l’idea di calcio a cui tende il laterale napoletano: affidabilità difensiva, letture intelligenti, spinta senza fronzoli. Nella narrazione dei 300, i numeri «creativi» non mancano: in gialloblù il classe 1999 somma anche 14 reti, a riprova di una produttività costante negli anni e nelle categorie.

RADICI E FORMAZIONE: NAPOLI NEL SANGUE, SALERNITANA NEL METODO
Nato a Napoli il 30 settembre 1999, Luca Russo ha respirato calcio fin da ragazzino. La prima vera struttura tecnica arriva nella Salernitana, dove attraversa il percorso giovanile fino agli Allievi Nazionali, allenato, tra gli altri, da Ciro Ginestra (attuale tecnico del Guidonia Montecelio nel Girone B di Serie C). Quella scuola granata costruisce il giocatore: disciplina posizionale, fame agonistica, cura dei dettagli. Poi l’impatto con la Serie D: Chieti e Madrepietra Daunia come stazioni formative, prima della chiamata che gli cambia la carriera e, un po’, la vita: Audace Cerignola. Era il 2017. Da allora, il filo non si è più spezzato.

L'ASCESA DELL'AUDACE: RUSSO FEDELISSIMO
La storia recente dell’Audace Cerignola è una scalata esemplare. Dalla rinascita societaria del 2014 alla costruzione di un progetto sostenibile, fino al 1° posto nel Girone H di Serie D nella stagione 2021-2022, con la conseguente promozione in Serie C dopo 85 anni. Da matricola, l’Audace ha messo radici subito: quinto posto nel 2022-2023, settimo nel 2023-2024, e poi un clamoroso secondo posto nel 2024-2025 che ha portato la squadra fino alle semifinali playoff, consolidando il club tra le realtà più interessanti della categoria. In questo racconto, Luca Russo è un filo conduttore: presente nelle vittorie, nei passaggi a vuoto, nei cambi di guida tecnica, nella crescita dello stadio Monterisi e nell’evoluzione della rosa. Il rapporto tra giocatore e città va oltre il campo. A Cerignola Russo si è guadagnato soprannomi e affetto: «O Scugnizzo» gialloblù, definizione che restituisce insieme la tenacia partenopea e l’identità ofantina ormai assorbita. 

DOPO IL 300
Il calendario non concede pause. Alla vigilia del match con il Crotone di Emilio Longo, il tecnico Vincenzo Maiuri ha insistito su equilibrio e concretezza: la squadra è in crescita e vuole ritrovare con continuità il «fattore Monterisi». Per Russo è il contesto ideale: gare ad alto coefficiente, dettagli decisivi, un pubblico caldo che riconosce la fatica. Se c’è una trama che potrà pesare nei prossimi mesi, è la stessa che lo ha portato fin qui: lavoro quotidiano e leadership silenziosa. La 301ª è già alle porte; le successive, se il filo non si spezza, faranno da colonna sonora a un’altra stagione in cui l’Audace Cerignola proverà a restare stabilmente tra le prime.

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