Serie C
22 Novembre 2025
PERGOLETTESE SERIE C - Giacomo Curioni era subentrato nell'ottobre 2024 a Giovanni Mussa sulla panchina gialloblù
Una scena dal «Carlo Speroni» di Busto Arsizio racconta più di mille parole: al minuto 82 un rigore trasformato da Ferdinando Mastroianni chiude il 3-1 della Pro Patria e, con esso, una fase della Pergolettese. Sulla panchina gialloblù Giacomo Curioni rimane impietrito. La sua squadra ha appena incassato la terza sconfitta di fila, l’ennesimo segnale di una crisi che i numeri certificano con crudezza: solo 4 punti nelle ultime 11 giornate. La mattina successiva arriva la nota ufficiale: la società lo solleva dall’incarico «per portare una scossa a tutto l’ambiente», ringraziandolo per «professionalità e dedizione encomiabile dimostrata in questi anni». È la fine di un ciclo e l’inizio di un bivio. Curioni era stato promosso in prima squadra poco più di un anno fa, ad ottobre 2024, dopo l'esonero di Giovanni Mussa, di cui era vice.
IL DATO CHE CONDANNA: 4 PUNTI IN 11 PARTITE
Se c’è un numero che spiega la decisione è proprio quel 4 su 33: un ritmo da retrocessione. Come spesso accade in Serie C, le tabelle interne dei club fissano soglie minime di rendimento ogni 5-6 giornate; scendere sotto certe medie fa scattare verifiche e, talvolta, cambi in corsa. Nel caso della Pergolettese, la striscia negativa ha eroso fiducia e classifica fino al punto di non ritorno. Lo testimoniano sia i risultati recenti, sia la sensazione, diffusa attorno al gruppo, di una squadra che fatica a convertire le buone intenzioni in punti.
LA PARTITA-SIMBOLO: VINCE LA PRO PATRIA E CROLLA IL CASTELLO
La gara dello «Speroni» ha retto lo specchio alla crisi. Dopo un inizio volenteroso dei cremaschi, la Pro Patria trova l’1-0 con Mastroianni, subisce il pari di Niccolò Corti e poi accelera: il 2-1 di Alessandro Di Munno al 68’ e il rigore dell’82’ chiudono il conto. È un successo che per i bustocchi vale oro, prima vittoria casalinga dopo 217 giorni, e per la Pergolettese pesa come un macigno psicologico. Nel dopo-gara l’ipotesi del cambio in panchina non è più un tabù: poche ore dopo diventa realtà. Via Curioni, il nome più gettonato nelle ultime ore è quello di Mario Tacchinardi, tecnico della Primavera e già giocatore simbolo del Pizzighettone salito dai Dilettanti al Professionismo nei primi anni duemila.
LA SCORSA ESTATE: RINNOVO E FIDUCIA TOTALE
La fotografia di giugno 2025 raccontava tutt’altro. La Pergolettese aveva appena chiuso il campionato al 14° posto con 42 punti, salvezza tranquilla dopo una risalita costruita proprio da Curioni, richiamato per raddrizzare una classifica complicata. La società lo aveva confermato pubblicamente, con parole di stima del presidente Massimiliano Marinelli e dell’amministratore Mauro Duca; in estate erano arrivati anche rinnovi-chiave di veterani come Mariano Arini e Alessandro Lambrughi, a conferma della volontà di dare continuità tecnica e identitaria al progetto. Sembrava l’inizio di un ciclo, non la vigilia di uno strappo.
IL CONTESTO DEL GIRONE A: UN CAMPIONATO CHE NON ASPETTA
La Lega Pro è spietata, soprattutto nel Girone A, dove la densità competitiva è altissima e gli scontri diretti pesano come finali. Il turno in cui è maturato il ko con la Pro Patria era, non a caso, una giornata infuocata nella zona bassa: tra il 15° e il 20° posto quasi tutte si affrontavano in incroci che cambiano la classifica «a fisarmonica». Restare agganciati al treno delle squadre in ripresa diventa quindi vitale per evitare di essere risucchiati nella sabbia mobile dei playout.
COSA LASCIA CURIONI
Ridurre la storia di Giacomo Curioni a Crema a poche settimane storte sarebbe ingeneroso. L’allenatore ha preso la squadra in un momento complesso e l’ha condotta a una salvezza senza affanni, meritandosi la conferma di giugno 2025. Ha valorizzato profili, ha dato identità al gruppo e, soprattutto, ha consolidato un metodo di lavoro quotidiano che resterà patrimonio del club. La lettera del congedo, con i ringraziamenti espliciti della società, fotografa un addio nel segno del rispetto. Curioni lascia una squadra viva, da riorganizzare più che da rifondare. Quello della Pergolettese comunque non è un caso isolato. Nel Girone A si è già registrata una serie di esoneri e avvicendamenti, segno di un torneo nervoso e livellato. Il messaggio, per chi resta in corsa, è chiaro: in un campionato a 38 giornate, sbagliare il primo terzo può costare carissimo.