Serie C
24 Novembre 2025
PERGOLETTESE SERIE C - Mario Tacchinardi, classe 1982, è tornato a Crema la scorsa estate per allenare la Primavera 3 gialloblù
«Domani il primo allenamento». Nel tardo pomeriggio di 24 novembre 2025, mentre al centro sportivo si spengono i riflettori di una giornata nervosa, una certezza attraversa Crema: la Pergolettese affida la prima squadra a Mario Tacchinardi. Non è un nome paracadutato dall’alto, ma la scelta, diretta, quasi chirurgica, di un club che guarda in casa propria per trovare la scossa. Il tecnico lodigiano, alla guida della Primavera 3 gialloblù da inizio stagione, sale di grado in un momento critico, con la dichiarata intenzione societaria di «portare una scossa a tutto l’ambiente». È un passaggio di testimone che nasce dopo giorni pesanti: l’esonero di Giacomo Curioni è diventato ufficiale il 22 novembre, al termine di una serie nera con appena 4 punti in 11 partite, e con la richiesta, pressante, di invertire la rotta senza indugi.
L'IDENTIKIT DEL NUOVO TECNICO
Nato a Codogno il 9 luglio 1982, Mario Tacchinardi ha alle spalle una lunga carriera da centrocampista tra Pizzighettone (doppia promozione dalla D alla C1 nei primi anni duemila), Pergocrema e Cremonese, superando quota 300 presenze tra Serie C e Serie D. L’esperienza, sedimentata in campi che ti insegnano a semplificare e a resistere, diventa poi competenza in panchina. Da tecnico, Tacchinardi ha guidato il Breno per 4 stagioni, quindi il Desenzano e, nella scorsa annata, il Mestre fino a fine ottobre 2024. Nei dilettanti ha messo insieme complessivamente oltre 150 gare da allenatore. Un curriculum costruito passo dopo passo, senza scorciatoie, che la Pergolettese ha deciso di valorizzare prima assegnandogli la Primavera 2025-2026 e ora affidandogli lo spogliatoio dei «grandi».
UNA SCELTA INTERNA COERENTE
Il club cremasco non ha scelto un profilo qualunque. Ha scelto «il suo» profilo. La promozione di Tacchinardi è la prosecuzione naturale di una linea societaria che, già in estate, aveva messo al centro il settore giovanile e la filiera tecnica. La Primavera 3 gialloblù, affidata al tecnico lodigiano a partire da luglio 2025, ha trovato un’identità chiara: intensità, ordine nelle due fasi, ricerca dell’ampiezza senza perdere compattezza tra i reparti. Risultato? Un avvio di stagione con vittorie significative, come il 3-1 rifilato alla Triestina, e la capacità di restare dentro le partite anche quando si soffre, qualità preziosa per una squadra giovane. Non è un caso che, appena due giorni prima del cambio in panchina in prima squadra, la Primavera di Tacchinardi fosse in campo contro la Pro Patria: la sconfitta per 1-2 lascia il rammarico, ma conferma una struttura competitiva e un gruppo che ha già assimilato principi di gioco riconoscibili.
CONTESTO E TEMPISTICHE: LA CRISI E L'ESONERO
Il percorso che porta all’annuncio del 24 novembre 2025 è netto. La Pergolettese veniva da una serie di risultati negativi, culminati nello stop di Busto Arsizio contro la Pro Patria. La decisione di congedare Curioni è arrivata nella serata del 22 novembre con una nota del club: nelle righe ufficiali, l’obiettivo dichiarato è «dare una scossa» a un ambiente che, nonostante la generosità della squadra, non riusciva più a tradurre le prestazioni in punti. A stretto giro, la promozione di Tacchinardi con l’indicazione, chiara, che il nuovo allenatore avrebbe diretto il primo allenamento già l’indomani. Una transizione lampo, per minimizzare lo stacco e riallineare subito il gruppo.
I VOLTI DELLA GOVERNANCE E LA BUSSOLA SPORTIVA
La decisione nasce dentro una struttura rinnovata e oggi ben definita. La Pergolettese ha consolidato negli ultimi mesi il proprio assetto: Massimiliano Marinelli alla presidenza, il doppio Amministratore Delegato con Anna Micheli e Mauro Duca, Paolo Romiti nel CdA, Vincenzo Iacopino direttore generale, Gabriele Bolis direttore sportivo e Massimo Frassi responsabile dell’area tecnica. Una catena decisionale snella, con competenze complementari e un principio guida ripetuto più volte in pubblico: arrivare alla salvezza senza snaturarsi, valorizzando risorse interne e sostenibilità. In questo quadro, la promozione di un tecnico di «casa» come Tacchinardi è una mossa coerente più che di rottura. Proprio Bolis, nel corso dell’ultimo anno solare, ha scandito il perimetro dell’ambizione gialloblù: restare solidi, crescere gradualmente, non perdere la misura del progetto dopo la scomparsa di Cesare Fogliazza, figura centrale nella storia recente del club. Un lessico che privilegia le fondamenta rispetto agli annunci.
UNA SQUADRA DA RICOMPATTARE
La Pergolettese non riparte da zero. Riparte da un gruppo che, al netto delle difficoltà, ha mostrato generosità e fasi di buon calcio con le colonne Alessandro Lambrughi e Mariano Arini. La prima urgenza di Tacchinardi è psicologica: ricomporre fiducia, stabilire ruoli chiari, inserire due o tre «automatismi salva-partita» in non possesso per ridurre il rischio di gol incassati nei momenti-chiave. Il secondo passo è qualitativo: alzare il livello delle scelte con palla, soprattutto nella metà campo avversaria, evitando tempi di gioco piatti e attacchi frontali leggibili. In parallelo, servirà una comunicazione interna molto diretta: pochi concetti ma ripetuti, perché in 7-10 giorni è quello che resta alle gambe. Se la Pergolettese riuscirà a guadagnare qualche metro di serenità, allora la scelta di promuovere un tecnico «di casa» non sarà ricordata come una mossa d’emergenza, ma come il primo atto di una stagione rigenerata. E in quel caso, il titolo migliore lo scriverà il campo.